VENTICINQUE

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Picchietto le dita laccate di rosa sulla scrivania mentre scelgo quali strumenti aggiungere alla base del mio inedito

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Picchietto le dita laccate di rosa sulla scrivania mentre scelgo quali strumenti aggiungere alla base del mio inedito. Sono in questa saletta da un'ora ormai e non è cambiato nulla, c'è solamente il piano che per ora mi piace.
Canova mi incontrerà venerdì poco prima della puntata ed io devo avere già un progetto pressoché terminato. Rudy mi ha dato solo questa possibilità per riprendermi la maglia: la mia canzone dovrà essere un successo; me lo ha ripetuto più volte e non ammette nessun tipo di errore, vuole che sia perfetta.

«Oh scusami, mi avevano detto che fosse libera»

Sussulto portandomi la mano sul petto e togliendomi immediatamente le cuffie.
Alzo di poco lo sguardo e noto Alex affacciato dalla porta che mi scruta leggermente a disagio. Prendo un respiro profondo e nonostante io possa benissimo mentire, so che anche lui ha bisogno di stare qui.

«Puoi restare, tanto ci sono due computer ed io uso le cuffie» spiego e dopo avermi guardata in modo titubante, annuisce ed entra, richiudendosi la porta alle spalle.
Io non aggiungo altro e torno a concentrarmi sulla mia base. Sento i suoi occhi addosso dato che è seduto di fronte a me ma non sposterò lo sguardo da questo schermo per nulla al mondo. Già è difficile concentrarsi, se ci si mette anche Alex diventa proprio impossibile.

Sospiro nervosa, facendo saettare i miei occhi solo sul computer mentre provo ad aggiungere qualche coro, peggiorando la melodia.
Non è per me produrre i brani.

«Na na na na na» canticchia Alex dal nulla e inconsciamente lo guardo, conoscendo quel motivetto. Lo osservo di sottecchi mentre lui continua e vederlo così spensierato senza che neanche se ne renda conto è davvero bello.

«Che canzone è?» domando, non riuscendo a ricordarmela. Lui immediatamente si zittisce, visibilmente a disagio ma appena mi vede sorridere dolcemente, senza tranquillizzarsi.

«Non farci caso» ridacchia « È la mia canzone preferita del momento e non riesco a togliermela dalla testa» si limita a rispondere ed io annuisco, tornando con l'attenzione sul mio brano. Alex però, dopo qualche secondo si schiarisce la voce strofinando poi le mani sui pantaloni. «Come procede?» domanda, indicandomi il computer con un cenno della testa.

Mi fa piacere che voglia parlarmi, dato che in questi giorni è stato davvero difficile avere un dialogo con lui se non indirettamente mentre eravamo con gli altri. Non siamo mai riusciti a ritagliarci un momento eppure dal suo sguardo ho capito che la rabbia è passata.

«Un disastro» ammetto. Lui rimane in silenzio per qualche secondo, poi sospira passandosi le dita tra i capelli.

«Vuoi una mano?» chiede quasi in sussurro ed io rimango spiazzata. Apro la bocca per parlare ma non esce nessun suono e mi limito solamente ad annuire, con il cuore a mille nel vederlo alzarsi per poi avvicinarsi e sedersi accanto a me. Mi sposto leggermente per fargli più spazio e le nostre braccia che si sfiorano mi fanno provare una sensazione piacevole.

𝗠𝗮𝗹𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝗶𝗮 || 𝐀𝐥𝐞𝐱 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora