Sanem
Non avevo mai creduto nell'amore a prima vista, quello che arriva come un fulmine all'improvviso stravolgendo la propria esistenza scandita da giornate tutte uguali. Lavoravo nella panetteria del mio quartiere, la mia sveglia suonava all'alba, eccetto per due mattine a settimana in cui riposavo. Mi alternavo con Denise, lei solitamente iniziava verso le 9, mentre io ero abituata a fare il primo turno, quello più scomodo, ma non per me. Adoravo svegliarmi presto, ascoltare il canto degli uccellini come se mi dessero il buongiorno, vedere il sole sorgere oltre le case e dare il benvenuto ad una nuova giornata. Per cui non mi pesava andare a lavoro molto presto, quando ancora tutto il quartiere dormiva.
Mi piaceva l'odore del pane appena sfornato, il profumo più buono che avessi mai sentito, inebriante come l'odore della terra bagnata dopo la pioggia e come quello della salsedine che invadeva le mie narici quando passeggiavo sul lungomare. Questi profumi inebriavano i miei sensi trasportandomi in luoghi lontani con la mia fantasia, luoghi esotici che non avevo mai visto ma solo sognato. Finché arrivò lui.
Il suo profumo m'invase, mi destabilizzò, lasciando in me una scia di sensazioni ed emozioni che mi catapultarono in un mondo a me sconosciuto, in uno spazio che non credevo potesse esistere.
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Arrivai alla panetteria fischiettando, come ogni mattina, un motivetto allegro.
«Buongiorno!» mi augurò Muzo, il panettiere, nonché mio amico d'infanzia. «Allegra come sempre, vedo!» esclamò storcendo il viso.
Era lui, insieme ad un altro aiutante, a preparare i vari tipi di pane che attiravano non solo persone del quartiere ma anche clienti provenienti dalla città che dopo aver assaggiato i nostri prodotti non potevano più farne a meno.
«Buongiorno a te, Zeberget!» risposi, prendendolo in giro con quel soprannome che lui odiava tanto ma che gli affibbiavo sin da piccola ogni volta che mi faceva un dispetto o diventava pesante con le sue paranoie.
«Non capisco da dove proviene questa tua allegria. Non che tu non debba essere allegra ma la nostra vita si riduce ad un modesto lavoro e alla vita di quartiere, praticamente una noia» si lamentò come suo solito.
«Dai, non dire così, vedrai che prima o poi il sole spunterà» lo rincuorai e in un certo senso speravo che quella frase fosse di buon auspicio anche per me.
«Sì, fra poco, e comincerà a far caldo» sospirò, poggiandosi al bancone con aria mesta e distratta.
«Non intendevo quel sole» specificai mentre mi accingevo ad allacciarmi il grembiule.
«E cosa?» chiese buttando lo sguardo oltre la porta d'ingresso.
Lo guardai e sorrisi. Quel suo fingere di non capire le mie frasi o le mie battute a volte mi faceva esasperare, ma quella mattina ero davvero di buon umore per avviare un botta e risposta che non avrebbe portato a niente.
Effettivamente le nostre giornate erano scandite unicamente dal lavoro alla panetteria e da pomeriggi passati ad oziare. Quando non aiutavo i miei genitori nel loro emporio di generi alimentari, insieme a lui trascorrevo il tempo nel giardino di casa di Ayhan, mentre, dopo cena, ci ritrovavamo solitamente sul lungomare per fronteggiare l'aria afosa delle sere d'estate. Insieme eravamo un trio indissolubile.
Muzo ritornò sul retro dove c'era il laboratorio mentre io mi accinsi a pulire rapidamente il piccolo locale antistante dove vi erano le vetrine dietro le quali pane di ogni tipo faceva bella mostra di sé. Poco dopo, aprii la porta del locale per dare inizio ad una nuova giornata, non immaginando che la mia vita sarebbe completamente cambiata.
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L'odore del pane
RomanceUna storia dolce, semplice, dalle sfumature romantiche. Una serie di incontri casuali che fanno pensare sia opera del destino ma che regaleranno a Can e Sanem emozioni mai provate prima. S'innamoreranno al primo sguardo? Chissà...