CAPITOLO 17

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Sanem

La serenità ritrovata a Bursa svanì nell'attimo in cui il treno entrò alla stazione di Istanbul. La pace di quei luoghi e le coccole di mia nonna mi mancavano già da morire. Annusai la torta alle fragole che mi aveva preparato quella mattina e ricordai le sue parole pronunciate poco prima che il taxi mi portasse via da lei: «Non lasciare mai che nessuno decida per te, per la tua vita. Sii la scelta di te stessa e mai quella degli altri. Fai buon viaggio, nipote mia, e... spero che la prossima volta verrai con chi ha rapito i tuoi pensieri e ti regala bellissimi sorrisi improvvisi.»

Guardai mia nonna stupita, non capendo il perché della prima parte di quanto mi aveva detto ma chiedendomi come avesse fatto a capire che nella mia testa c'era qualcuno. Lo diceva sempre mia madre che a nonna Ateş non sfuggiva mai nulla.

Mentre l'auto di mio padre percorreva le rive del Bosforo, sul quale il sole iniziava a tramontare irradiando cielo e mare dei suoi caldi colori, i miei pensieri andarono a lui, a quei suoi occhi profondi che mi scrutavano e facevano battere il mio cuore come mai era successo prima.

"Chissà dov'è! Chissà se anche io sono stata fra i suoi pensieri!"

Un improvviso nodo alla gola mi riscosse. E se per lui io non ero niente? Se durante le mie serate in riva al lago avevo fantasticato su qualcuno che in realtà non pensava per niente a me? A Bursa mi ero lasciata avvolgere dall'atmosfera magica del lago e del bosco circostante, talvolta immaginando di essere lì con lui, di passeggiare mano nella mano tra i filari d'alberi che si perdevano oltre la collina. Avevo immaginato di ballare di nuovo con lui a piedi nudi sull'erba e in alcuni attimi avevo avvertito addirittura la sensazione delle sue mani che sfioravano la pelle delle mie braccia. Cosa provavo? Cos'era quella sensazione di smarrimento quando, invece, ritornavo alla realtà e, proprio come in quel momento in macchina, mi rendevo conto che forse mi ero voluta illudere, che lui non era nient'altro che un ragazzo come un altro incontrato casualmente?

«Abbiamo una sorpresa per te!» disse mio padre improvvisamente distogliendomi dai miei pensieri. Sul suo volto comparve un immenso sorriso e non potei che ricambiarlo.

«Che sorpresa?» chiesi curiosa, già sapendo che non avrei ricevuto risposta.

«E' una sorpresa!» ribadì mentre dai suoi occhi azzurri traspariva un guizzo di contentezza.

Non volli insistere, mancava poco per arrivare a casa e nessuna sorpresa mi avrebbe resa felice quanto quella di incontrare di nuovo...

"E' un chiodo fisso, allora!"

Alzai gli occhi esasperata verso un punto impreciso per trucidare con lo sguardo la mia inseparabile Voce.

Varcai la soglia di casa e immediatamente le braccia di mia madre mi avvolsero calorosamente come se mancassi da mesi.

«Mevkibe, lasciala respirare, non consumarla!» disse mio padre oltrepassandoci.

Dopo avermi chiesto come stessi e se il viaggio fosse andato bene, anche mia madre mi riferì che c'era una sorpresa per me. Un qualcosa di inatteso che mi avrebbe sicuramente resa felice.

Euforica come una bambina, esplosi nel desiderio di vedere subito la sorpresa. Avrei messo da parte le mie illusioni e avrei ricominciato con la vita di tutti i giorni.

«Bentrovata, Sanem! Come stai?»

Nessuno immaginava che quello sarebbe stato l'inizio di un incubo.

Can

Anche se sapevo di non trovarla, ogni mattina andavo alla panetteria e, con la scusa di scegliere ogni volta un tipo di pane diverso, m'intrattenevo qualche minuto per captare una qualsiasi informazione su dove fosse, quando sarebbe tornata Sanem. La quarta mattina che misi piede nel piccolo negozio, quasi fui sgamato dalla ragazza coi capelli rossi che ormai mi lasciava scegliere tranquillamente ciò che volessi mentre lei serviva altri clienti. Ma quella mattina, finalmente, sentii parlare di lei e il cuore quasi prese a battere furiosamente.

«Denise, Sanem ti ha detto quando ha intenzione di tornare da Bursa?» chiese quello che doveva essere il panettiere, un tipo alquanto eccentrico e strano.

"Bursa. E' a Bursa" pensai. Avrei voluto chiedere cosa fosse andata a fare fin lì e soprattutto con chi. Ma non era il caso di domandare.

«No, Muzo, non lo so ma non credo che starà via ancora per molto. A meno che...» La rossa si bloccò.

«A meno che?» feci eco io seppure a bassa voce.

«Come, scusa?!» chiese accigliata la ragazza rivolgendo il suo sguardo a me.

Rimasi per un attimo a bocca aperta non essendomi reso conto che stavo pensando ad alta voce.

«Ehm! A meno che... io non prenda di nuovo questo alla curcuma con semi di papavero» risposi cercando di non far trapelare la gaffe appena fatta. «E' davvero ottimo» aggiunsi.

«Sì, sì, questo è davvero uno dei più buoni. Il preferito di Sanem, tra l'altro» accondiscese Denise prendendo un sacchetto ed infilandoci dentro il pane.

Sorrisi all'istante a quelle parole. Avrei comprato pane alla curcuma ogni giorno.

«E... chi è Sanem?» chiesi, fingendo indifferenza mentre pagavo.

«E' l'altra ragazza che lavora qui con me. Ora, però, è in vacanza ma tornerà presto» rispose la rossa porgendomi il resto.

Il mio cuore fece una capriola. Finalmente l'avrei rivista!

I successivi due giorni ebbi un incarico da Akif per un servizio fotografico poco fuori Istanbul. Accettai non solo per fargli un favore, visto che non aveva altri fotografi disponibili da mandare, ma anche per avere un diversivo e far sì che il tempo passasse più velocemente.

Al mio rientro, controllai gli orari di tutti i treni provenienti da Bursa. Mi misi in testa, per le sere successive, di appostarmi poco distante da casa di Sanem per vedere quando sarebbe tornata. Ero consapevole che poteva accadere anche durante il giorno, mentre aiutavo Akif allo studio, ma speravo di vederla rientrare dopo il tramonto. Nel caso, l'avrei rivista direttamente alla panetteria, sarei andato lì tutte le mattine.

La fortuna fu dalla mia parte. Dopo esattamente 8 giorni dalla sua partenza, finalmente la sua esile figura apparve davanti a me, seppure ad una certa distanza.

Mi ritrovai a sorridere come non mi succedeva da tempo.

L'odore del paneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora