trentanove

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La sveglia stamattina suona presto, segno che c'è lezione di classico. Non appena scendo dal letto una sensazione di freddo invade il mio corpo, con dicembre sono arrivate anche le basse temperature. Mi dirigo in cucina dove trovo già Serena e Carola fare colazione.

"Buongiorno." saluto le due prendendo un pacco di biscotti e sedendomi accanto a loro.
"Ci hai più parlato ieri?" mi domanda Serena sorseggiando il suo caffè.
"Con Alex?" chiedo e la bionda annuisce.
"No, me ne sono andata e lui non è venuto a cercarmi." rispondo.
"Voi due sembrate marito e moglie, litigate per tutto." ridacchia Carola facendomi scappare un sorriso amaro.

Decido di terminare lì la conversazione e di andare a prepararmi per la lezione di classico. Mi ero ripromessa di non farmi più distrarre da quello che succede in casetta e di concentrarmi sull'unica cosa per cui sono qui: la danza.

Sono già pronta in anticipo e decido di aspettare gli altri sulle gradinate per dirigerci poi tutti insieme in saletta. È stata però una pessima idea perché poco dopo mi ritrovo un Alex assonnato, sicuramente sveglio da qualche minuto, intendo a dirigersi dalla sua camera in cucina e per farlo deve per forza passare dalla sala delle gradinate.

Decido di ignorarlo e di far finta di non averlo visto, non avendo voglia di iniziare una discussione con lui già di prima mattina.
"Buongiorno eh." sbotta con tono acido fermandosi davanti a me.
"Buongiorno." rispondo fredda.
"Fai finta anche di non vedermi adesso?" chiede con un sorriso amaro.
"Senti Alex, non c'ho voglia di litigare ancora. Ho lezione adesso." mormoro alzandomi e decidendo di andare già adesso verso gli studi anche se in largo anticipo.

Ma lui mi afferra per il polso e si piazza davanti a me impedendomi di passare.
"Perché scappi sempre?" mi chiede.
"E perché tu devi essere così insistente e fastidioso?" ribatto con lo stesso tono.
Il suo sguardo cambia ed assume un espressione amareggiata e delusa.
Non dice nulla, si limita a lasciare il mio polso e ad andarsene di là lasciandomi sola.

La giornata è iniziata malissimo, ho solo bisogno di ballare e di sfogarmi. Sono sicura che una bella giornata di prove e di allenamento riuscirà a calmarmi e a farmi tornare il buon umore.

Rientro in casetta la sera tardi letteralmente sfinita, faccio una doccia calda e ceno insieme agli altri. Per tutto il tempo io ed Alex ci siamo ignorati, limitandoci a scambiarci qualche occhiata durante la cena. Aiuto Dario e Sissi a sparecchiare e mi dirigo in giardino per fumare una sigaretta. Poco dopo mi raggiunge Albe sedendosi accanto a me ed iniziamo a parlare di tutto quello che sta succedendo in questi giorni e mi lascio andare anche a qualche confessione di troppo.

****
"Raga venite. C'è il daytime!" ci chiama Christian, seduto sul divano di fronte la tv insieme a Mattia e Serena. La produzione ogni tanto ci concede di rivederci e quando ciò accade chiunque sia libero non si fa scappare l'occasione di guardare ciò che va in onda. Raggiungo i tre sul divano seguita da Alex, Albe, LDA e Nicol. Gli altri probabilmente avranno lezione o saranno impegnati a fare altro.

Vengono mostrati i filmati delle condizioni della casetta, il rimprovero da parte della produzione e dei professori e poi il litigio in casetta tra tutti noi.
Ammetto che rivedere le immagini di me ed Alex che ci urliamo contro mi ferisce, vorrei solo averlo accanto a me e stringergli la mano in questo momento e invece è seduto distante e continuiamo a tenerci il broncio da giorni.

Il daytime mostra ciò che tutti in casetta abbiamo visto, finché non viene mostrata una clip della conversazione mia e di Albe dell'altra sera in giardino. Improvvisamente comincio ad agitarmi, so che Alex non prenderà bene ciò che sta per vedere.

"Comunque ha davvero esagerato." disse Albe riferendosi alla sfuriata di Alex.
"Purtroppo lui è così, si innervosisce facilmente." sospirai facendo un tiro dalla sigaretta.
"E a te non dà fastidio questo suo comportamento?" mi chiese Albe girando il viso verso di me.
"Si, molto." ammisi.
"Io non riuscirei mai a stare con uno come lui." ridacchiò Albe ma io restai impassibile alla sua battuta.
"È che mi sono stancata di litigare sempre con lui Albe." mormorai.
"Ma chiunque lo sarebbe al tuo posto Giù! Non è facile stargli dietro." disse Albe ed io annuì.
"Solo un paio di giorni fa mi ha detto di essere quasi innamorato di me ed ora guardaci: siamo di nuovo punto e a capo." sussurrai con un sorriso amaro.
"Non riuscite mai a capirvi l'un l'altra." affermò Albe ed io mi trovai maledettamente d'accordo con lui.
"La verità è che forse non siamo fatti per stare insieme." dissi.
Ed il filmato terminò.

"Non posso crederci." dice Alex alzandosi dal divano e scappando in camera sua.
"Alex, aspetta!" lo rincorro ma il cantante accelera il passo entrando in camera sua e sbattendo la porta.
Decido di entrare ugualmente e lo trovo seduto sul bordo del letto con le mani fra i capelli.
"Che vuoi?" sbotta alzandosi.
"Chiarire." rispondo calma, intenzionata a risolvere le cose.
"Chiarire cosa? Che secondo te non siamo fatti per stare insieme?" domanda retorico tenendo il tono di voce alto.
"Abbassa la voce e calmati e poi possiamo parlare." controbatto.
"Adesso devo pure calmarmi, pensa tu!" esclama facendo avanti e indietro nella stanza.
"Le mie parole erano facilmente fraintendibili e si è capita tutt'altra cosa di quello che penso davvero. Fammi spiegare." sussurro avvicinandomi a lui.
"Vai, spiega." risponde con tono duro.

Mi siedo sul letto, aspettando che lui faccia lo stesso prima di parlare ma non lo fa, resta in piedi di fronte a me a braccia conserte.
"Vieni qui." quasi lo prego.
"Ringrazia che sono qua ad ascoltare le tue cazzate, figurati se mi siedo vicino a te." sbotta.
"Oddio Alex, non ti sopporto quando fai così!" esclamo alzando gli occhi al cielo.
"E io nemmeno sopporto te, pensa un po'." risponde con lo stesso tono.
"Possiamo smetterla di fare i bambini come ogni volta e parlare civilmente?" gli domando al limite della pazienza.
"Non c'ho voglia di chiarire con una che non mi sopporta e non vuole stare con me." risponde duro.
"Alex..." lo richiamo. So che adesso è arrabbiato e dice cose che non pensa essendo un tipo troppo impulsivo.
"Per favore, ascoltami." continuo addolcendo il tono di voce e lui fa un cenno con la testa come per intendere di cominciare a parlare.

"Non puoi negare che il nostro rapporto sia pieno di alti e bassi. Giusto?" inizio e lui annuisce.
"Quando litighiamo io ci sto male Ale, anche ora... Non ti nego che tante volte penso che siamo incompatibili e che non riusciremo mai a stare insieme però poi mi basta starti distante per capire che senza di te non riesco a stare." ammetto alzando lo sguardo verso di lui.

In un primo momento il suo volto si addolcisce subito dopo però l'espressione ritorna la stessa di prima.
"E perché non sei venuta a parlarne con me invece di andare a raccontare i cazzi nostri agli altri?" sbotta con tono duro.
"Lo so ho sbagliato su questo, avrei dovuto parlarne con te." mi scuso.
"Con Albe poi! Da quando siete così amici che lo difendi, ci fumi le sigarette e ti ci confidi?" esclama infastidito.
"Albe è una brava persona, sei tu che dovresti conoscerlo meglio." controbatto e lui alza gli occhi al cielo.
"Ok vai a parlare con lui allora." sbotta.
"Il suo letto è qui affianco, stenditici sopra mentre lo aspetti." continua andando verso la porta.
"Non posso crederci, adesso sei geloso di Albe!" ridacchio alzandomi per fermarlo.
Ad Alex scappa un sorriso che cerca di nascondere fallendo miseramente. Mi avvicino ancora di più verso di lui e gli afferro la mano tirandolo verso di me. Lui mantiene lo sguardo duro, anche se in fondo so che si sta smuovendo. Poso le mani sul suo viso e tiro la sua bocca in su cercando di strappargli un sorriso. Riesco nell'intento facendo tornare i suoi occhi dolci e facendo comparire le sue fossette.
"Non riesco ad essere arrabbiato con te." ammette con un piccolo sorriso.
"Perché non hai motivo di esserlo Ale! L'altra sera ti ho detto quelle cose, secondo te non ho voglia di stare con te o addirittura mi piace Albe?" gli domando ridacchiando e lui scuote la testa.
Mi afferra il viso e mi lascia un dolce bacio sulle labbra.
"Sono perdonata quindi?" chiedo sulle sue labbra facendogli scappare un sorriso contornato dalle sue adorabili fossette.
"Si." sussurra prima di baciarmi di nuovo.

"E comunque mi piace anche quando litighiamo." mormora.
"Stessa cosa vale per me, anche se sei uno stronzo." rispondo sorridendo.
Ed è proprio questo che amo di più di noi: litigare e poi fare subito dopo pace non riuscendo a stare distanti.

***
Abbiamo aggiornato anche oggi per farci perdonare dell'assenza.
Speriamo vi sia piaciuto, cosa ne pensate? <3

𝐓𝐫𝐚 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢 || 𝐀𝐥𝐞𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora