quarantasei

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È la vigilia di Natale, dopo essermi rigirata diverse volte nel letto decido di alzarmi dal letto.
È sempre stata la mia festa preferita forse perché io e la mia famiglia cercavamo sempre di renderlo un giorno perfetto. Ricordo quando mamma mi chiese come regalo di prepararle una coreografia ed io piccola e alle prime armi lavorai per un sacco di tempo e riuscii a crearla.
Le parole di Alex e di mio padre mi hanno fatto pensare molto e nonostante io non abbia le piene forze voglio cercare di godermi questi giorni e di viverli per lei.
Mi dirigo in cucina dove incontro Albe, Serena ed Lda intenti a preparare la colazione. Abbiamo deciso di farla tutti insieme, cosa al quanto complessa dati gli orari differenti che ognuno di noi ha, ma abbiamo trovato un equilibrio.
Io e Serena iniziamo a preparare dei biscotti nell'attesa che tutti si sveglino.
"Buongiorno." sento urlare da Luigi ed Alex abbastanza contenti.
Voglio far capire ad Alex che le sue parole sono servite a qualcosa così nel vederlo gli indico i dolci che sto preparando e gli mimo con la bocca un "Buona vigilia!".
Il ragazzo si avvicina prendendomi dai fianchi e lasciandomi un bacio sulla testa.
"Raga sono pronti." gridiamo io e Serena con l'intento di svegliare tutti gli altri.

Arrivata sera, dopo aver passato l'intero pomeriggio a dormire con Alex, Luigi e Rea sul divano coperti con un plaid, decidiamo di allestire la tavola per il cenone.
La redazione inoltre ci ha procurato un sacco di cibo così da non dover far cucinare noi anche se abbiamo ugualmente deciso di preparare dei dolci.
"Mi passi la tovaglia?" chiedo ad Aisha.
Abbiamo preparato un tavolo abbastanza grande data la presenza di tutti a cena così decido di farmi aiutare.
"Alex smettila di mangiare e aiutami." urlo al ragazzo che stava già iniziando a rosicchiare le patatine.
"Sei davvero assurda." dice il ragazzo venendo verso di me.
Riusciamo a posizionare la tovaglia e aiutati dagli altri allestiamo il tutto.

Una volta sistemata ogni cosa decidiamo di cambiarci e di vestirci "eleganti" se così si può dire per una volta.

Decido di mettere un vestito nero non troppo lungo e un piccolo tacchetto. Lascio i miei capelli sciolti e decido di truccarmi un po' ma non in maniera esagerata, ho sempre odiato l'esagerazione.
Sento bussare e nell'aprire la porta noto che è Alex rimasto un po' stupido nel vedermi per la prima volta così conciata.
"Stavolta ci siamo superati." afferma il ragazzo ironicamente per poi avvicinarsi a me e cingermi i fianchi prendendomi da dietro.
Dinnanzi a noi c'è lo specchio e noto che lui mi sta ancora guardando.
"Sei così" sussurra per poi fermarsi "carina." continua al mii orecchio e io non posso che sorridere e lasciargli un bacio sulle labbra.
"Vatti a preparare." gli urlo nel vederlo ancora in tuta.
"Rimango così." risponde.
"Alex non rovinare tutto." lo rimprovero.
Non è assolutamente portato per queste cose così decido di aiutarlo.

Ci rechiamo nella sua stanza dove inizio a scrutare nel suo armadio alla ricerca di un qualcosa di più presentabile.
"Alex hai solo un pantalone elegante." affermo.
Lui disteso sul letto nell'attesa che io trovi qualcosa mi sussurra un:" te l'avevo detto."
Trovo però una camicia ed un bel pantalone nero così decido di porgerglieli.
"Vatteli a provare và." affermo.
Però lui non va in bagno come mi sarei aspettata e inizia a spogliarsi, il tutto dinnanzi ai miei occhi, restando in mutande e non riesco a distaccare gli occhi dal suo corpo. Arrossisco nel vederlo così davanti a me e a pensare alla confidenza che man mano stiamo prendendo. Lui nota il mio imbarazzo ma fa finta di nulla ed inizia a infilarsi i pantaloni facendo un piccolo saltello per infilarli meglio.
È così dannatamente bello.

Una volta messi i pantaloni indossa la camicia, non ancora abbottonata, e mi fa cenno di avvicinarmi a lui.
"Che c'è?" gli domando.
"Mi sistemi le maniche?" mi chiede.
Io annuisco e mi avvicino a lui indugiando per qualche secondo in più sul suo busto scoperto.
Gli sfioro le braccia con le dita e inizio ad arrotolare le maniche della sua camicia mettendole a tre quarti e scoprendo le sue braccia ricoperte da vene evidenti che mi provocano una strana sensazione nello stomaco.
Mi stacco da lui, sedendomi sul letto, e lui inizia ad abbottonarsi la camicia non distogliendo mai il suo sguardo dal mio.

𝐓𝐫𝐚 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢 || 𝐀𝐥𝐞𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora