cinquantasei

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Oggi è stata una giornata particolarmente strana, mi rendo conto sempre di più del fatto che tra noi sia finito tutto ed è strano passare dal tutto al niente. Quello che mi fa stare peggio però è sicuramente il fatto che non ci rivogliamo completamente parola nonostante spesso capita di dover comunicare l'un l'altro ma non lo facciamo. Il vero problema è che più cerco di farmi andare bene la distanza tra me ed Alex e più non ci riesco.
Mi ero così abituata alla sua presenza in qualsiasi momento che quasi mi sento vuota ma doveva andare così evidentemente.
Inoltre la sfida, la costante paura di non farcela e dover abbandonare quello che è il mio sogno da una vita. Sono pronta a dare il massimo per superarla.
Ecco tutti i miei pensieri all'una di notte. Puntualmente sovrastano la mia mente proprio nell'ora in cui dovrei solo dormire e fanno si che io faccia tutt'altro che questo.

Mi alzo dal letto ora mai priva di sonno e mettendo su la prima felpa che mi capita o forse l'unica che mi ricorda Alex essendo sua, me l'aveva prestata quando stavamo ancora insieme per poi dirmi di tenermela. Mi reco in giardino con l'intento di prendere un po' d'aria e magari chi lo sa evadere dai miei pensieri.
C'è un angolo del giardino un po' più appartato e riparato dal vento così mi ci dirigo ma una volta giunta lì noto di non essere da sola.

Alex è seduto sull'erba con le gambe incrociate e il
viso poggiato su di esse.
Il fatto di aver passato praticamente ogni sera in quel posto con lui e trovarci nuovamente lì, però stavolta non più insieme, mi provoca mille emozioni contrastanti. In un primo momento approfitto del fatto che lui non mi abbia vista o sentita avendo su le cuffie e provo a tornare indietro ma non faccio in tempo perché lui mi nota a causa della mia sbadataggine. Nel voltarmi urto contro l'angolo del muro che fino a quel momento aveva permesso di nascondermi e provoco del rumore che nonostante la musica può sentire. Lui alza la testa di scatto e posa il suo sguardo su di me.

"Puoi restare se vuoi." dice Alex.
Io mi volto verso di lui e accenno un no con la testa.
"Non lo dico per chiarire o altro, siamo qui per nostri motivi." continua.
Dopo queste parole decido di accettare solo perché non voglio essere sempre vista come quella che scappa, devo imparare a conviverci e forse anche perché il mio cuore desidera di restare lì.
"Si potrei aver un buon motivo per essere qui." dico non sapendo cosa fare.
"Sembra più un motivo buono per non essere da qualche altra parte." sussurra lui ed ha azzeccato ancora una volta.

"Non riesci a dormire?" mi domanda.
"Alex non sono qui per parlare." rispondo perché comunque sia non riesco a dimenticare ciò che è successo. Lui mi guarda un po' perplesso, probabilmente sono stata scontrosa ma spesso sono o tutto bianco o tutto nero e mi è difficile trovare una via di mezzo.
"Era una semplice domanda." risponde lui in maniera severa.
"Alla quale però non voglio rispondere." continuo e nella mia mente penso a quanto io riesca ad essere stronza certe volte.
"Giulia siamo qui per litigare nuovamente? No perché se è così vai, continuiamo." dice sarcastico girandosi completamente verso di me.
"Siamo abituati, no? Una volta in più non ci cambia nulla." rispondo anche io sarcasticamente.

"Bho a volte sembra che qualsiasi cosa io faccia sia per te motivo di discussione." afferma lui dopo qualche secondo di silenzio.
"Alex ma tu ti rendi conto di quello che è successo? Ma davvero pensi che io possa dimenticare tutto e tornare ad essere la Giulia di una volta con te?" mi rivolgo a lui con tono severo e a tratti amareggiato.
"Io non ti sto chiedendo questo ma cazzo non riesci a comportarti con me civilmente." risponde il ragazzo.
"Non ho voglia di sentirti parlare, buonanotte Alex." dico alzandomi.

Lui mi segue con lo sguardo fin quando non arrivo alla porta, in un rapido scatto si alza anche lui e posa da dietro le mani sui miei fianchi facendomi girare verso di lui e mi ferma con il fine che io possa rimanere lì. Mi volto verso di lui mentre una strana sensazione si diffonde dentro di me per il suo gesto e nel sentire le sue mani dopo così tanto tempo, quasi mi sconvolge ma evito di badare alle mie sensazioni e attendo che lui parli.

𝐓𝐫𝐚 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢 || 𝐀𝐥𝐞𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora