Maybe it was better not to try.

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Quel sabato mattina mi svegliai piacevolmente sorpreso.
Alla soglia della porta della mia stanza c'era lo zio James che sorrideva e batteva le mani, e dietro di lui - in lontananza - Meghan con le braccia conserte e un'aria non del tutto entusiasta. Sbattei le palpebre più volte e cercai di ricambiare il sorriso, tra uno sbadiglio e l'altro. La verità era che non capivo cosa stessero facendo a quell'ora nella mia stanza.
"Buon compleanno, festeggiato!" esclamò subito mio zio, alzando le braccia in aria.
Spalancai la bocca. Me ne ero completamente dimenticato; per me era un giorno come un altro. Tuttavia mi stiracchiai per un istante dopodiché balzai fuori dal letto e ringraziai lo zio James con un abbraccio. Certo, se qualcuno mi avesse detto che Meghan sarebbe entrata nella mia stanza di prima mattina avrei evitato di dormire con addosso soltanto un paio di boxer. Non che mi dispiacesse, comunque, sembrava piuttosto imbarazzata.
"Auguri" mormorò con una vocina debole, quando suo padre ebbe la splendida idea di farsi da parte per lasciare che sua figlia mi facesse gli auguri. Io le sorrisi.
"Grazie" risposi, infilandomi al voglio una canottiera.
Non era colpa mia, se a casa ero stato abituato a dormire mezzo nudo anche in pieno inverno. Questione di comodità.
"Quando sei pronto scendi di sotto, c'è una sorpresa" aggiunse lo zio James, gentile come sempre. Io annuii e gli feci cenno che sarei sceso in cucina tra poco, ma quando se ne andò e Meg provò a fare lo stesso la trattenni per un braccio.
"Aspetta" dissi, portandomi una mano tra i ricci.
A quell'affermazione lei si irrigidì e aggrottò la fronte, "che c'è?"
"Come stai?" chiesi, cercando con lo sguardo dei pantaloni.
"Da quando ti interessa?" ribatté, acida come suo solito.
Sbuffai, "stavo cercando di essere gentile, per una volta."
"Senti, se vuoi parlare ancora di quello che è successo l'altro giorno, preferirei evitare perché.." provò a dire, ma la interruppi immediatamente.
"No, non voglio parlare del nostro fantastico incrocio di lingue" la provocai, sogghignando, "volevo soltanto sapere come stavi. E' così difficile da credere?"
"Sto bene, grazie. Ci vediamo di sotto" disse poi, voltandosi e uscendo dalla stanza senza neppure darmi il tempo di replicare. La sua estenuante acidità mi innervosiva da un lato, ma dall'altro mi spingeva a stuzzicarla. Ero certo che, dietro quella maschera, si nascondeva una ragazza dolce e sensibile.
E non mi sarei arreso di fronte a nulla, pur di conoscerla.

MEGHAN'S POV:

Ero scappata in tutta fretta dalla stanza di Harry perché, a dir la verità, averlo visto in boxer mi aveva decisamente destabilizzata.Pregai mentalmente che non tornassi a fare quei perversi sogni su di lui e cercai di scacciare dalla mente la visione della sua erezione mattutina intrappolata nelle mutande.
Deglutii, cominciando a fare colazione con mio padre, finché non arrivò anche il sottoscritto - fortunatamente vestito - .
"Poco fa ha telefonato la tua mamma" fece mio padre, "voleva farti gli auguri, ma gli ho detto che dormivi ancora. E' questo il bello del sabato, niente scuola, giusto?"
"Giusto" concordò Harry, sedendosi accanto a me e cominciando a sgranocchiare.
"Meg, vuoi darglielo tu?" mi sussurrò poi mio padre, cercando inutilmente di non farsi ascoltare dal festeggiato.
Io scossi la testa, e lasciai a lui l'onore di dare il regalo al nostro adorato coinquilino.
"Okay, beh, caro Harry" farfugliò mio padre, alzandosi in piedi e afferrando una busta nascosta dietro l'angolo della cucina per poi porgerla al riccio, "questo è per te, da parte nostra. Una sciocchezza per dirti quanto siamo contenti di averti in famiglia."
Sì, molto contenti, pensai. Continuai a fare colazione senza mostrare troppe emozioni.
Harry cominciò a scartare il regalo, sorridente.
"E' fantastica" commentò, trovando un'orrenda t-shirt palesemente scelta da mio papà.
Non avevo avuto niente a che fare con il regalo, il fatto che gli stessimo organizzando una festa a sorpresa era già sufficiente per mettere a dura prova la mia pazienza.
Trascorsi il resto della giornata fuori casa, in giro per Londra con la mia migliore amica.
Avevo proprio bisogno di respirare un po' d'aria e parlare con qualcuno che non fosse Harry. Da quando era arrivato, l'attenzione ruotava continuamente attorno a lui e stavo cominciando a stancarmi davvero di tutto ciò.
Mio padre, in particolare, sembrava pendere dalle sue labbra.
Lo considerava quasi un figlio, il che non mi sorprese visto il modo in cui aveva accolto me tra le sue braccia fin da subito.
Vicki, invece, sembrava entusiasta all'idea di organizzare una festa a sorpresa per quella sera. Non vedeva l'ora.
"Hai già scelto cosa indosserai?" mi chiese, febbricitante dall'attesa.
"Non lo so, una cosa qualunque" borbottai, passeggiando per le strade al suo fianco.
"Una cosa qualunque?" ripeté minacciosa, "ti ricordo che ci sarà anche Liam."
Roteai gli occhi al cielo, "e io devo forse ricordarti che in una settimana non mi ha mai chiamata? E' evidente che non gli interesso, l'ho sempre saputo."
"Non dire così, magari è stato semplicemente impegnato" alzò le spalle, ma io la fulminai con lo sguardo per zittirla. Era chiaro che Liam non volesse saperne di me.
In caso contrario, avrebbe almento avuto la decenza di inviarmi un messaggio.
"Non siamo tutte così fortunate con i ragazzi" brontolai, lanciandole un'occhiataccia, "come te, ad esempio. Esci sempre con Zayn, ultimamente."
"Sì, sta andando bene per adesso, anche se non è una cosa seria" sospirò, "ieri sono stata a casa sua."
Sbarrai gli occhi, "a casa sua?" ripetei, sconvolta.
"Sì" arrossì, mordicchiandosi il labbro inferiore.
"Oh mio dio!" esclamai, "tu.. voi.. tu hai.. con lui?"
Vicki scosse la testa, "no, Meg, non abbiamo fatto sesso! Lui avrebbe voluto, era evidente. Ma io non mi sento pronta."
"Sono così fiera di te" ridacchiai, dandole una pacca sulla spalla.
"Ma non so fino a quando riuscirò a resistergli" brontolò, "è così bello e mi piace da morire. Però so anche com'è fatto, lo so che non vorrà mai nulla di serio per me."
Per qualche assurdo motivo mi balzò in mente Harry, in quell'istante.
"Un po' come te e il tuo finto cugino" scherzò, dandomi una gomitata.
Mi leggeva nel pensiero, non c'era altra spiegazione plausibile.
Alzai un sopracciglio e quasi mi strozzai da sola, "cosa hai detto?"
"Vi siete baciati, quindi è chiaro che siete attratti l'uno dall'altra."
"Il fatto che ci siamo baciati in un momento di debolezza non significa nulla, tantomeno che lui mi piaccia!" sbraitai, "assolutamente no!"
La mia amica sorrise, "calma. Non serve agitarsi tanto."
Respirai velocemente e alla fine mi tranquillizzai, "ma.. questa mattina l'ho visto in boxer."
Lei spalancò la bocca, restando in silenzio e incitandomi a proseguire il discorso.
"Era bellissimo, cazzo. E mi odio per quello che sto dicendo, ma non posso farci nulla. Sto uscendo pazza e non so neanch'io cosa provo per quel ragazzo, so soltanto che.. lo voglio."
Vicki era ancora a bocca aperta, "non ci credo. L'hai appena ammesso dopo averlo negato appena cinque secondi fa."
Mi coprii il viso con le mani dall'imbarazzo,"sono una sciocca. Dovrei essere disperata per il fatto che il ragazzo che mi piace da anni abbia il mio numero e non mi scriva, anziché pensare ad un puttaniere insopportabile e presuntuoso."
"Hai dimenticato affascinante" mi corresse.
"D'accordo, allora è insopportabile,presuntuoso e.. affascinante."
"Ti piacciono entrambi?" chiese, tornando seria.
Bella domanda.
"Non lo so, sono confusa al massimo" alzai le spalle.
"Questa sera avrai modo di schiarirti le idee" Vicki portò una mano sulla mia spalla e mi sorrise, cercando di confortarmi. Annuii.
"E se Harry ha già altri piani per stasera? La festa a sorpresa potrebbe fallire!" aggiunse poi.
"Non preoccuparti, mio padre ha già trovato una scusa per farlo restare a casa stasera" le dissi, "spero che Harry non rovini tutto anche stavolta."
Visto che - apparentemente - il riccio sarebbe dovuto rimanere in casa di sabato sera, ne aveva approfittato per uscire con gli amici nel pomeriggio.
Così io e Vicki riuscimmo ad avere del tempo per decorare la casa.
Palloncini e festoni ovunque, ovviamente comprati da mio padre che aveva pensato bene di uscire per lasciarci soli.
Dio solo sa cosa sarebbe successo se lui fosse stato presente alla festa.
Non volevo che vedesse diciottenni ubriachi in ogni angolo della casa. Dopo aver reso l'atmosfera in salotto più accogliente, io e la mia migliore amica ci precipitammo nella mia stanza per prepararci. Fui letteralmente obbligata ad indossare un vestito e - mio malgrado - anche dei tacchi.
Non ero il massimo della raffinatezza, solitamente ero tutt'altro che una ragazza aggraziata, ma quella sera decisi di seguire i consigli di Vicki.
Lei indossò un vestito piuttosto corto color giallo evidenziatore che si era portata direttamente da casa sua.
Trucco e capelli richiesero molto più tempo del previsto e, quando guardammo l'orologio per poi renderci conto che erano le sette e mezza di sera, precipitammo nel panico. Harry e i suoi amici sarebbero tornati a casa tra circa mezzora. Avevamo invitato altri ragazzi della scuola; era incredibile quanta gente Harry fosse riuscito a conoscere in poche settimane di permanenza a Londra.
Terminammo di preparare le ultime cose, di sistemarci, dopodiché scendemmo le scale e aprimmo la porta a tutti gli invitati segreti. Ero leggermente curiosa di vedere la faccia sorpresa di Harry, non appena sarebbe tornato. E la vidi, circa mezzora dopo.
Suonò il campanello, ed io sgattaiolai in punta di piedi a spegnere la luce. Feci segno a tutti di nascondersi e stare in silenzio, dopodiché aprii leggermente la porta d'ingresso e tornai al mio nascondiglio. Nascosta dietro il divano con Vicki e altri ragazzi, alzai leggermente la testa per vedere Harry aprire la porta e guardarsi intorno al buio con un'espressione perplessa decisamente impagabile. Quando saltammo tutti fuori urlando a coro un 'sorpresa!' lui alzò un braccio in aria e aprì la bocca. Scoppiò a ridere ed io, per la prima volta, provai un briciolo di tenerezza nei suoi confronti. Sentii di volergli bene.
"Voi siete completamente pazzi" disse, guardandosi intorno e lasciandosi abbracciare dagli amici.
Tutti corsero a salutarlo, io invece restai in disparte.
"E' stata un'idea di Meghan, però" specifico Zayn, indicandomi.
Tutti si voltarono e puntarono lo sguardo su di me, Harry compreso.
"Grazie" sussurrò quest'ultimo, rivolto a tutti, ma senza smettere di fissare me.

.. Continuo

Un amabile disastro sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora