Per tutto il resto della mattinata non feci altro che pensare al casino in cui mi ero messo, a come lo avrei detto a Meghan, e ciò che avrei fatto per non far capire la verità a Gemma.
Mia sorella era sempre stata piuttosto impicciona, è vero, ma non credevo sarebbe arrivata a certi livelli.
E non sapevo se Allie avesse fatto quel che aveva fatto per manipolarmi, oppure perché voleva davvero darmi una mano.
In ogni caso, era un problema che andava risolto.
Non potevo fingere che Allie fosse la mia ragazza, Meg sarebbe andata fuori di testa. Ma, a quanto pare, sembrava essere l'unico modo per non far capire a Gemma la verità su di noi.
Al termine delle lezioni uscii in cortile con Zayn, a cui non avevo tempo per raccontare tutti questi intrigati guai in cui mi ero cacciato, e telefonai a mia sorella.
Aveva il telefono staccato ma, quando agganciai, notai che mi aveva già inviato un messaggio in cui mi avvertiva che era con la sua amica, e sarebbe tornata a casa dello zio James a tarda serata. Feci un sospiro di sollievo, realizzando di avere qualche ora di tregua.
Potevo ancora gestire la cosa, e decidere come dire a Meghan ciò che era successo.
Salutai Zayn e corsi a cercarla, visto che dovevamo tornare a casa insieme. Quando vidi Vicki senza di lei mi insospettii e chiesi alla sua migliore amica; "dov'è Meghan?"
"E' sgattaiolata subito a casa, dopo l'ultima campanella. Ha già preso il pullman."
Questa risposta mi fece riflettere. Mi portai una mano tra i ricci e aggrottai la fronte.
"Perché? Dovevo riaccompagnarla io.." farfugliai, pensieroso. Vicki alzò le spalle.
"Ha detto che doveva sbrigarsi, solo questo." Aggiunse la sua amica.
Mi bagnai le labbra e pensai a quale diamine di motivo l'avesse spinta a non aspettarmi.
La peggiore delle ipotesi era che Allie Gilbert fosse andata da lei a dirle tutto riguardo quello che era successo con Gemma, e ora Meg era giustamente furiosa con me.
Scossi la testa, non volevo neanche pensarci. Dovevo essere io a dirglielo.
"Tutto bene, Harry?" mi chiesi Vicki, notando il mio sguardo preoccupato.
Annuii in fretta, e dopo averla salutata corsi verso il parcheggio dove montai in auto.
Misi in moto e premetti l'acceleratore nel giro di pochi secondi, per poi sfrecciare in strada a tutta velocità. Ero fottutamente agitato all'idea che Meg ce l'avesse con me.
Imprecai e insultai mentalmente mia sorella per aver già provocato tutti questi problemi.
Ma allo stesso tempo odiavo doverle nascondere la verità, doverla nascondere a tutti quanti, quando l'unica cosa che volevo davvero era gridare al mondo intero che amavo quella ragazza. Lei non era pronta, però, e intendevo rispettare la sua decisione.
Parcheggiai la macchina davanti casa Allen, come al solito, e aprii in fretta la porta con la copia delle chiavi che lo zio James mi aveva dato qualche tempo prima.
"Meghan?" la chiamai subito, per poi chiudere la porta con forza e guardarmi intorno.
Il salotto era vuoto, così come la cucina. Avevamo mangiato a scuola, ma non c'era traccia neppure dello zio. Poi, improvvisamente, mi ricordai che aveva il turno di pranzo a lavoro.
Salii le scale e controllai in camera sua, notando che anch'essa fosse interamente vuota.
Mi stavo chiedendo per quale motivo avesse mentito a Vicki, dicendole che era tornata a casa, e perché era sparita in quel modo quando notai che la porta della mia stanza era chiusa. E io, quella mattina, non l'avevo lasciata così.
Mi avvicinai e aprii leggermente la porta, sperando lei fosse lì dentro, e quando lo feci ebbi una fantastica sorpresa. Non soltanto Meghan era lì, ma era sdraiata sul mio letto con soltanto l'intimo addosso, ad aspettarmi.
Mi sorrise, non appena mi vide, e iniziò a toccarsi.
"Porca miseria." Spalancai la bocca, ancora immobile alla porta, fissandola.
Lei, sdraiata lì in quel modo, con le gambe lisce e comodamente stese sul mio letto; era tutto troppo eccitante e bello per essere vero. Ma lo era, stava succedendo sul serio.
"Bentornato, piccolo." Sussurrò, mordendosi il labbro con fare provocante.
"Cazzo" deglutii, vergognosamente eccitato, "chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia dolce e innocente ragazza?"
A quel punto lei scoppiò a ridere, per poi alzarsi in piedi.
"Questa ragazza ha semplicemente saputo che avrebbe avuto casa libera per ore, a sua completa disposizione" sussurrò, portando le braccia dietro il mio collo e tenendosi sulle punte per cercare di annientare la nostra differenza d'altezza.
Chiusi gli occhi per un secondo e cercai di non lasciarmi tentare dagli ormoni in subbuglio provocati da quel che avevo appena visto, perché dovevo parlare con Meg di una questione importante e non c'era tempo da perdere. Ma non ero sicuro che sarei riuscito a resisterle.
"Meghan.." farfugliai con voce roca, quando lei iniziò a baciarmi il collo.
Sapevo dove volesse arrivare, sapevo di cosa aveva voglia, ma c'erano altre priorità al momento. Tuttavia lei mi zittì, portando un dito davanti le mie labbra, per poi far scendere le sue piccole e delicate mani sul mio petto. Mi alzò la maglietta e si abbassò per poggiare le labbra sui miei addominali, cacciando la lingua e creando una scia bagnata sulla pelle.
"Merda" serrai la mascella, realizzando che ero più debole di quanto pensassi.
La mia debolezza era lei.
"Ho tanta voglia di te.." ammise, rialzandosi per guardarmi dritta negli occhi.
Era così bella, ed amavo il fatto che mi desiderasse così tanto, e in fondo anch'io avevo voglia di lei. In ogni momento, sempre e comunque. Dunque non sarebbe successo niente di male se avessi rimandato la verità a un'ora dopo.
Mi fiondai sulle sue labbra e la baciai con foga, all'improvviso, facendola sobbalzare.
Strinsi il suo viso tra le mie mani e la spinsi sul letto, dove non esitai a sdraiarmi sopra il suo corpo seminudo. Meg sorrise da questa mia reazione e mi accarezzò una guancia, mentre io scesi a baciarle il collo. Ero talmente rapido e scattoso da sembrare una furia, da sembrare affamato di lei. Portai una mano sulla sua coscia destra e la strinsi, per poi fare lo stesso con l'altra. Lasciai che lei mi sfilasse la maglietta e poi ripresi a baciarla.
Cercai di non pensare né a Gemma né ad Allie, e stava funzionando.
Ero concentrato soltanto sulla mia ragazza, concentrato a regalarle tutto il piacere possibile. Le sue dita si incastrarono tra i miei ricci mentre la baciavo, senza darle l'opportunità di riprendere fiato.
"Dovresti farmi più spesso sorprese di questo tipo." Gli dissi all'orecchio, facendola sorridere e arrossire. Mi baciò di nuovo, portando le mani sui pettorali e gli occhi sui miei.
"A giudicare da come eri teso poco fa, pensavo che non ti avesse fatto piacere.." ammise tra un bacio e l'altro, con un'adorabile ma delusa vocina. La accarezzai e scossi la testa.
"Non è questo" abbassai lo sguardo per un attimo, "va tutto bene. Mi ha fatto molto piacere, piccola, davvero."
"Davvero?" ripeté lei, perdendosi nei miei occhi verdi.
Annuii, "e ora te lo dimostrerò, preparati."
Iniziò a ridere rumorosamente quando le feci il solletico sulla pancia piatta, poi smise quando ebbi la splendida idea di portare la lingua sul suo ombelico, facendola impazzire.
Strinse le lenzuola con le mani e inarcò la schiena, ansimando già. E, mentre continuavo a fare quello che stavo facendo, tenni gli occhi su di lei per tutto il tempo. Tremava.
Scesi più in basso e portai le dita ai lati dei suoi slip, per poi scostarli lentamente in basso.
Portai la bocca anche lì, dandole il massimo del piacere, per poi aiutarmi con le dita.
Prima che potesse lasciarsi andare completamente, però, Meghan portò le mani sulle mie braccia per farmi smettere. Respirava a fatica e sembrava che interrompermi non fosse quello che realmente volesse; "stavolta tocca a me. Voglio farti sentire bene, Harry."
Aprii la bocca nel realizzare quello che ti intendesse, per poi vederla sfilare la cintura dei miei jeans. La gettò sul pavimento della mia stanza costantemente in disordine e mi sorrise, per poi liberarsi anche dei miei pantaloni. Mi fece sdraiare sotto di lei e arpionò le mani sulle mie gambe, reggendosi saldamente ad esse mentre con la bocca andava a toccare il tessuto dei miei boxer. Sbarrai gli occhi e rimasi a guardarla, in silenzio, mentre le sue labbra sfioravano quella che era la mia erezione ancora intrappolata nel tessuto.
"Porca puttana!" grugnii quando ne fece entrare una parte in bocca, sebbene preferissi il contatto pelle contro pelle. Era decisamente troppo per me da sopportare.
Il mio sogno erotico si stava per realizzare, i miei pensieri più perversi fatti su Meghan dal primo giorno in cui misi piede in quella casa stavano per divenire realtà.
Finalmente lei si decise ad abbassare le mutande fino alle ginocchia, per poi prendere in mano la mia lunghezza. In quel momento mi sentii un fottuto bastardo, per lasciarle fare certe cose quando in realtà avrei dovuto raccontarle una cosa seria e importante.
Ma non era colpa mia se non riuscivo a resisterle, lei aveva questo enorme potere su di me che nessun'altra aveva mai avuto prima d'ora. Nessuna.
"Lo vuoi davvero, piccola?" domandai con un filo di voce, respirando a fatica.
Lei annuì, continuando a scuotere la mano sempre più velocemente.
Mi diede il colpo di grazia quando, per la prima volta, portò le labbra proprio lì.
Nessun tessuto, nessuna barriera, aveva davvero infilato in bocca il mio membro.
"Oh mio Dio" gemetti, senza smettere di fissarla, per poi portare le mani sulla sua testa.
Il suo essere così inesperta la rendeva ancora più brava ai miei occhi, ma decisi di aiutarla dettando il ritmo. Era la sensazione migliore che avessi provato in vita mia, era il paradiso.
"Ah, la mia bambina.." sussurrai, osservandola mentre si sforzava tanto per me.
Sentire la sua bocca calda avvolgere buona parte di me era così appagante che raggiunsi il limite in pochi secondi, ma lei riuscì a spostarsi in tempo. Mi aiutò a ripulirmi e poi si stese sopra di me, lasciandomi un bacio a stampo mentre cercavo ancora di riprendermi.
"Giuro che sei meravigliosa, piccola. Ti amo così tanto." Dissi, prendendo fiato.
Meg arrossì, celando l'imbarazzo per ciò che aveva appena fatto, "era la prima volta che.."
"Lo so, piccola, lo so" risposi, baciandole la fronte, "sei stata fantastica. Davvero."
Le sue guance erano di un rosso molto marcato, il che la rendeva ancora più adorabile.
Ora non restava che l'atto finale; aprii il cassetto del mio comodino per cercare le precauzioni ma con mia enorme sorpresa non ne trovai più. Non potevano essere finite.
"Aspetta un secondo" le dissi, alzandomi in piedi per ricordare quale altro nascondiglio avessi usato per nascondere le prove dagli occhi curiosi dello zio James.
Finalmente trovai quello che cercavo nel ripiano più alto dell'armadio, ma quando mi voltai vidi che il mio cellulare sul comodino si era appena illuminato catturando l'attenzione di Meg. Non ci feci molto caso e tornai a letto con lei, mostrandole soddisfatto la bustina. Notai che Meghan stava ancora fissando lo schermo del mio iPhone e rabbrividii quando capii cos'era successo. Lei si voltò di scatto verso di me, pallida.
"Harry." Sibilò, chiudendo gli occhi come faceva sempre per controllarsi prima di una lite.
Guardai il telefono e notai che sullo schermo c'era un messaggio da parte di Allie in cui mi ricordava come fossi in debito con lei per ciò che aveva fatto per salvarmi da Gemma.
"Cazzo." Borbottai, portandomi una mano dietro la nuca.
"Mi vuoi spiegare perché Allie Gilbert ti scrive ancora?!" esclamò, allontanandosi da me.
"Odio quando ti allontani in quel modo, sembra quasi che non ti fidi." Sbottai.
Meghan scosse la testa, coprendosi il viso con le mani, "devi dirmi che sta succedendo. Subito!"
Sospirai e cercai di trovare le parole adatte per incominciare il discorso.
"Dio, non volevo che iniziassimo a parlarne così.." imprecai, lanciando il telefono altrove.
"Parlare di cosa?!"
"Stamattina ero con Gemma, a scuola" iniziai, bagnandomi le labbra, "lei non smetteva di farmi domande, voleva sapere ogni cosa riguardo la mia vita qui a Londra."
"Non capisco cosa c'entri questo con Allie" ribatté Meghan, con le braccia conserte.
"Lasciami finire" ripresi fiato e continuai: "a quanto pare mia madre ha detto a Gemma che c'è una ragazza che mi piace, qui. E si da il caso che le abbia fatto il nome di Allie."
Meghan sbarrò gli occhi, poi si coprì la bocca con una mano e chiuse gli occhi.
Si stava evidentemente controllando dal fare una scenata, era evidente.
"Ti prego dimmi che la cosa finisce qui, dimmi che non c'è altro." Mugolò, esausta.
"Piccola, sono mortificato, credimi.." farfugliai, cercando di prenderle una mano, ma lei la ritirò immediatamente.
"Parla!" gridò, rabbiosa.
Alzai gli occhi al cielo, "mia sorella ha visto che guardavo Allie e ha intuito che stessi nascondendo qualcosa. L'ha chiamata e, come se non bastasse, le ha chiesto se è davvero lei la mia ragazza. E.. Allie le ha detto di sì."
"Cosa?!" Meghan scattò in piedi, furiosa, "che vuol dire che le ha detto di sì? Come ha potuto fare una cosa del genere?"
"Allie dice che l'ha fatto per aiutarmi, per non far capire a Gemma che in realtà sto con te."
"E' assurdo, cazzo! Oh mio Dio, Meghan, calmati." Iniziò a sussurrare a sé stessa.
"Non è grave, piccola, lo risolverò" dissi subito, alzandomi in piedi senza curarmi del fatto che fossi ancora nudo, "penserò a tutto io. Parlerò con Allie e la farò stare zitta, per poi assicurarmi che mia sorella se ne torni presto da dove è venuta."
"Come si è permessa di dire che è la tua ragazza? Come?!" Meg non mi ascoltava.
"L'ha fatto per coprirmi, così che Gemma non si insospettisse."
"No, l'ha fatto perché prova ancora qualcosa per te, è evidente!" urlò, "e perché vuole farla pagare a me, è una viscida stronza e lo è sempre stata. Quando ci lascerà in pace, quando?!"
"Meg, devi calmarti, non è Allie il problema ma mia sorella." Le feci notare.
"Adesso ti metti anche a difenderla? Oh santo cielo."
"No, non la sto difendendo, ma cerca di ragionare" dissi, portando le mani sulle sue spalle, "se Allie le avesse detto che non è la mia ragazza, Gemma mi avrebbe chiesto perché ho mentito alla mamma e forse avrebbe addirittura capito quello che c'è tra me e te."
"Perché non me ne hai parlato subito?" sbottò, allontanandosi e recuperando i suoi vestiti.
"Piccola, ci ho provato, ma tu eri.. e conosci l'effetto che hai su di me.." Sbuffai.
"Sei un vero coglione, Harry Styles!" portò le mani sul mio petto e mi spinse via, "sei venuto a letto con me e mi hai fatto fare.. quella cosa, sapendo quanti casini stessero succedendo."
"Lo so, avrei dovuto parlartene subito e mi dispiace, ma non ho saputo resistere agli impulsi." Cercai inutilmente di discolparmi. Lei mi lanciò i boxer, così che me li sarei messi addosso una volta per tutte.
"Te ne avrei parlato subito dopo, lo giuro!" aggiunsi, sperando che capisse.
Meg si era appena rivestita, "cosa vuol dire che non sei riuscito a resistere ai tuoi impulsi?! Significa che appena vedi una ragazza mezza nuda perdi completamente i sensi? Come posso essere tranquilla sapendo questo? Potresti tradirmi con la prima che passa."
"Non dire cazzate, per favore. Sei tu l'unica a cui non riesco a resistere, e lo sai."
"No, Harry, non so più niente visto che mi tieni nascoste le cose!" gridò, ancora.
"Non farne una tragedia adesso, risolviamo la cosa insieme.." sospirai.
Ma lei scosse la testa e infilò anche le scarpe, pronta ad andarsene, "no. Tu hai voluto fare a modo tuo, ora io farò a modo mio."
"Dove stai andando?" chiesi, mentre mi infilavo boxer e jeans insieme.
"Da Allie Gilbert." Fu la sua risposta, per poi sparire nel corridoio e giù per le scale.
"Oh, merda" sospirai, "Meg, aspetta, dai!"
Ma pochi istanti dopo sentii la porta di casa sbattere. Era troppo tardi: nuovi guai in vista.MEGHAN'S POV:
Ero talmente fuori di me che ero già in direzione di casa Gilbert.
Sapevo dove abitasse quella stronza perché, avendo trascorso cinque anni di scuola superiore insieme, certe cose si vengono a sapere. E, per di più, non era lontana da casa mia. Non avevo paura di affrontarla, ero davvero stanca che si intromettesse nella mia relazione con Harry. Prima ancora che stessimo insieme andava a letto con lui, poi iniziò a mettere zizzania tra noi e infine gli fece quasi credere di essere rimasta incinta.
Adesso ero ufficialmente stanca, ero giunta a un livello di sopportazione troppo alto.
Ci vollero una quindicina di minuti per arrivare davanti la sua palazzina, e avevo anche il fiatone per aver camminato a passo svelto affinché Harry non potesse raggiungermi.
Ero arrabbiata con lui per una serie di motivi; prima di tutto perché non mi aveva detto subito cosa stava succedendo, poi per il fatto di aver permesso che ci divertissimo a letto pur sapendo già che mi sarei infuriata quando avrei saputo la verità.
Che l'avessi provocato eccessivamente era vero, ma non immaginavo che mi stesse nascondendo una bomba del genere. Suonai al campanello con scritto Gilbert, aspettando con impazienza che qualcuno rispondesse. Ero talmente arrabbiata che probabilmente non mi sarei fatta alcun problema a discutere con sua madre o chiunque altro avesse risposto.
Ma i secondi passavano e non ottenni nessuna risposta, il che mi fece infuriare ancora di più. Finché, cinque minuti dopo, vidi arrivare qualcuno dall'altro ciglio della strada.
Era proprio Allie, in compagnia della sua fedele amica Rebekah nonché vecchia fiamma di Harry. Roteai gli occhi al cielo e cercai in tutti i modi di trattenermi alla vista di due delle ragazze che più detestavo al mondo.
"Meghan?" Allie aggrottò la fronte quando mi vide sotto casa sua.
Come biasimarla, mi resi conto di quanto il tutto sembrasse inquietante, ma non mi importava. Così misi le braccia conserte e aspettai che mi si avvicinasse.
"Cercavi qualcuno?" continuò la bionda, alzando un sopracciglio.
"Sì" risposi, "proprio te, a dire il vero."
"Wow, tutto ciò mi lusinga molto. Deve trattarsi di qualcosa di molto importante, se ti ha spinta a venire fin qui." Ribatté lei, tra le risatine dell'amica.
Strinsi i denti e risposi: "non abitiamo poi così lontano, in fondo."
Allie sorrise, "dimmi pure, Meggy. Ti ascolto."
"Prima cosa, non chiamarmi in quel modo" precisai, "e seconda cosa, devo parlarne con te e basta. E' una questione privata, quindi, se alla tua servetta non dispiace.."
"Come mi hai chiamata?!" gridò subito Rebekah, come avevo previsto.
Fortunatamente ci pensò Allie a zittirla; "lascia perdere, Reb. Ci lasci sole?"
La ragazza mi lanciò un'occhiataccia furiosa e poi se ne andò senza aggiungere altro.
"Allora?" fece Allie, impaziente, non appena fummo rimaste sole.
"Credo che tu sappia perché sono qui." Replicai.
"Immagino che c'entri qualcosa l'sms che ho mandato poco fa ad Harold. Mi sbaglio?"
Feci una smorfia, "non sbagli. Sono venuta a dirti che devi starne fuori."
Allie mi guardò stupita, "fuori da cosa?"
"Fuori dalla mia vita, e soprattutto da quella di Harry. Lascialo in pace, non capisco perché tu sia così ossessionata da lui al punto da volerti fingere la sua ragazza. Non hai un briciolo di dignità?" borbottai.
Lei sgranò gli occhi, "Meghan, tesoro, te lo dirò nel modo più gentile possibile. Dovresti baciarmi i piedi per quello che sto facendo, anziché darmi contro. Ho salvato il culo a te e il tuo ragazzo assecondando la versione della sorella, perché non credo vi avrebbe fatto piacere se avessi detto la verità riguardo la vostra relazione incestuosa."
"Non c'è nessun incesto, smettila!" la sgridai, "e sì, forse hai ragione sul fatto che così facendo hai eliminato i sospetti di Gemma, ma non credo affatto che tu l'abbia fatto per aiutarci."
"Infatti l'ho fatto solo per Harry, non per te. Nonostante tutto quello che mi ha fatto dovrei avercela a morte con lui, con voi, ma ho voluto aiutarlo e tu hai anche il coraggio di presentarti a casa mia per insultarmi? Sei senza vergogna, Meghan."
"Oh, certo, quindi dovremmo anche ringraziarti? Non credo proprio." Borbottai.
"Adesso ne ho abbastanza, sai?" mi disse, avvicinandosi, "e non so fino a che punto ti conviene provocarmi e farmi arrabbiare. Posso sempre cambiare idea e correre dalla sorellina di Harry a spifferare tutta la verità."
Spalancai la bocca e rimasi in silenzio, mentre lei mi superava fino a sparire dietro la porta.Contiuno
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Un amabile disastro sei tu.
FanfictionLei Meghan, lui Harry. Lei é stata adottata quindi non é proprio la cugina di sangue di Harry, figlio biologico della sorella di James, padre di Meg. Sono come degli sconosciuti, ma, sono troppo tutti uniti. Perché la famiglia é la famiglia. *"Ma è...