"I'm just afraid to love you as you have to .."

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E vabbè.. L'ultimo capitolo l'ho pubblicato l'8 settembre.. Diciamo che é passato un mesetto buono.. Perdonatemi, ma con la scuola, poi le idee che non mi venivano.. Perdonatemi, é colpa mia.



Era notte fonda ed ero ancora sveglia, dopo circa mezz'ora da quando ero scappata via dal falò di gruppo.
Per mia fortuna nessuno era venuto a cercarmi per richiamarmi all'ordine, per il fatto che dovessi necessariamente effettuare il cosiddetto obbligo o verità.
Mi chiedevo con quale coraggio avessero voglia di fare un gioco tanto stupido, dunque rintanarmi nella tenda tutta sola fu probabilmente la scelta migliore che potessi farmi.
Dopo pochi minuti da quando ero scappata udii la voce di Vicki chiamarmi fuori dalla tenda, ma io avevo finto di dormire. La verità era che mi ero innervosita, non avevo voglia di vedere né parlare con nessuno.
Odiavo Allie Gilbert e, per essere più precisi, odiavo tutti.
Ma il vero problema iniziò quando, circa un'ora dopo, andarono tutti a dormire ed Harry entrò nella nostra tenda. Io mi ero già cambiata, indossando la solita camicetta da notte che - sfortunatamente - il riccio conosceva già per il semplice fatto che la sua camera fosse di fronte alla mia, e poi mi ero rifugiata dentro il sacco a pelo fino alla testa nonostante facesse un gran caldo, cosicché Harry non riuscisse a intravedere una minima parte del mio corpo. Chiusi gli occhi e finsi di dormire nel momento in cui sentii la tenda aprirsi e il riccio rientrarvi, dopo aver confabulato a bassa voce con qualcuno. Ero tentata di schiudere gli occhi e vedere con chi stesse parlando, ma non volevo rischiare di essere scoperta.
Alla fine, però, la curiosità prevalse e notai - con orrore - che la misteriosa persona con cui Harry stava chiacchierando fuori dalla tenda prima di rientrare, era Rebekah.
Proprio lei, l'infantile ragazzina a cui Harry si era attaccato come una sanguisuga poco prima, durante il gioco della bottiglia.
Non riuscii a trattenere una smorfia e poi affondai nuovamente la faccia verso il cuscino, chiudendo gli occhi e fingendo di dormire.
Quando sentii Harry chiudere la tenda percepii un improvviso calore aumentare in ogni singola parte del mio corpo, e sapevo che non era dovuto solo alla temperatura eccessivamente bassa e al lenzuolo che mi copriva fino al collo.
Era lui, la sua presenza, a farmi quest'effetto.
Il solo pensiero di essere chiusa in quello spazio ristretto, in piena notte, con Harry Styles, mi provocò il batticuore e una forte sensazione d'ansia.
"Meg, tutto bene?" sentii dire ad un tratto e, solo quando realizzai che quelle parole provenivano dalla voce roca e calda del riccio, realizzai di aver fatto qualche movimento che gli avesse dato l'occasione di capire che ero sveglia.
Dunque aprii gli occhi di scatto.
"Stavo dormendo" protestai, fingendo di essere furiosa con lui per avermi svegliata.
"Scusa, non sembrava" ridacchiò, curiosando nel suo borsone alla ricerca di qualcosa, "il tuo petto si abbassava e alzava velocemente, e mi è sembrato di vedere le tue gambe fare.."
"Stavo facendo un incubo" mentii tutto d'un fiato, interrompendolo, "e tu mi hai svegliata. Congratulazioni."
Lui sbuffò, "mi dispiace. Torna a dormire allora, non ti disturberò."
Aggrottai la fronte, sospetta, "e ti aspetti che io creda a tutta questa gentilezza?"
Il riccio alzò gli occhi al cielo, "che motivo avrei di fingere? Sentiamo."
"Oh non saprei, forse stai organizzando qualche subdolo piano con la tua nuova amica" brontolai, affondando la testa contro il cuscino e posando gli occhi sui suoi.
Harry alzò un sopracciglio, "non capisco di chi stiamo parlando adesso."
"Rebekah. Questo nome non ti dice niente, Styles?" sospirai, esausta.
"Oh sì, beh, che c'è da dire?" alzò le spalle, "è un'ottima baciatrice."
Roteai gli occhi al cielo e mi girai dall'altra parte, tornando a dormire.
"Cos'ho detto di male, adesso?" protestò lui, dietro di me, continuando a frugare nel borsone. Lo ignorai ancora, ormai cosciente della sua incurabile stupidità.
"Ti offendi facilmente, devo dire" aggiunse, "e inoltre si può sapere perché prima sei scappata via a gambe levate, dopo la domanda di Allie?"
A quel punto non ci vidi più dalla furia e mi voltai di scatto verso di lui, ancora.
"Davvero non lo capisci?" sbottai, "quella stronza farebbe di tutto per umiliarmi, per mettermi in ridicolo. Non la sopporto."
"D'accordo, lo capisco, ma eri strana anche prima" mise le braccia conserte, tirando fuori dal borsone qualcosa che non ebbi il tempo di vedere, "avevi uno sguardo imbronciato per tutto il tempo in cui eravamo seduti intorno al fuoco."
Ripensai a cosa era successo e solo allora ricordai di quanto il bacio di Harry e Rebekah mi avesse infastidito. Tuttavia non lo avrei mai ammesso, tanto meno a lui.
"La presenza di Liam mi metteva in soggezione" mentii, "le sue occhiate erano troppo da sopportare, non ce l'ho fatta a reggere la pressione, sei contento adesso che lo sai?"
Harry sospirò, "mi dispiace che sia già finita, tra voi."
Alzai un sopracciglio, "sul serio? Dovrei crederti?"
Harry non sembrava convinto, infatti accennò un sorrisetto divertito, poi si limitò ad annuire: "sì, credimi."
Solo allora realizzai che teneva in mano il cambio per la notte, perché all'improvviso si sfilò la maglietta, mettendo in mostra il suo fisico palestrato. Deglutii, sentendo improvvisamente la mia gola divenire secca, e feci finta di guardare altrove per l'imbarazzo. Tuttavia Harry sembrava a suo agio e molto tranquillo, dunque ne approfittai per osservare - con la coda dell'occhio - l'immensità dei suoi tatuaggi.
Mi chiesi quale significato avessero, e non potei fare a meno di pensare a quanto quei simboli fossero belli.
A quanto lui fosse bello.
Finché non incrociai il suo sguardo e, improvvisamente, arrossii.
Dio, che figura. Mi voltai nuovamente dall'altra parte, allungando le braccia sotto il cuscino alla ricerca di una posizione più comoda. Ma stavo sudando per via di tutta quell'agitazione repressa, e non sapevo come calmarmi. Non capivo il motivo di questa mia reazione esagerata, dopotutto ero abituata alla presenza costante di Harry. Ma forse questa era la prima volta in cui passavamo davvero del tempo soli, a stretto contatto l'uno con l'altra, e in una situazione - fin troppo - intima.
A parte nei miei sogni, ovviamente.
"Meghan?" mi richiamò qualche minuto dopo quando, a giudicare dal rumore effettuato, si era infilato a sua volta nel sacco a pelo. Ed io morivo dalla voglia di voltarmi per guardarlo, sdraiato al mio fianco, ma non ne avevo il coraggio.
Sapevo che se lo avessi fatto, il mio sguardo si sarebbe rivelato e i miei occhi avrebbero mostrato il mio animo vulnerabile.
"Sì?"
"Sei sveglia, allora."
"Non per molto" farfugliai, fingendo uno sbadiglio.
Per quanto una parte di me avrebbe desiderato spendere quel tempo a parlare con lui in silenzio, da soli per la prima volta, e in una notte stellata e silenziosa come quella, l'altra parte mi diceva che non era una buona idea.
"Va bene, se sei stanca dormi pure" sussurrò e, a giudicare dal tono di voce, mi parve deluso. Come se lui avesse il mio stesso desiderio insoddisfatto.
"Buonanotte, Harry" mormorai, ancora senza mai voltarmi.
Era questa l'unica cosa da fare, dopotutto, impiegare quel tempo così intimo e prezioso dormendo.
Nessun contatto, nessun avvicinamento, niente di niente.
"Buonanotte, Meg."

Un amabile disastro sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora