"Ti accompagno" mi sussurrò Liam, senza mai staccare la mano dalla mia, e insieme ci incamminammo verso la cucina.
Avevo ancora in testa il pensiero di Harry e quella rossa che salivano le scale per chiudersi in camera sua, ed ebbi bisogno di molto autocontrollo per non lasciarmi divorare dalla rabbia.
Aprii il frigo e vidi, per mia sfortuna, la torta che papà aveva preparato in occasione del compleanno di Harry.
Tanti sforzi per niente.
Chiusi il frigo e scossi la testa, "credo proprio che il festeggiato sia troppo occupato per soffiare sulle candeline."
Liam aggrottò la fronte, "che vuoi dire?"
"L'ho visto salire le scale con una ragazza" alzai gli occhi al cielo, "è chiaro che sia impegnato e non voglia essere interrotto."
"Devi interromperlo, Meg" ribatté, "Harry capirà, ma hai organizzato questa festa per lui ed è giusto che sia presente. Non può comportarsi così da stronzo ogni volta."
Concordai annuendo e, ancora indecisa, mi mordicchiai il labbro inferiore.
"Vieni, andiamo di sopra, ti accompagno a parlargli" disse, stringendo nuovamente la mia mano. Sorrisi, rassenerata dal fatto che al mondo esistessero ancora bravi ragazzi come Liam Payne. Uscimmo dalla cucina e, prima di salire le scale, lanciai un'occhiata rapida al salotto per accettarmi che la festa proseguisse nel modo giusto. Così fu: c'era la musica, la gente ballava, chi beveva qualche drink e chi chiacchierava sul mio amato divano di pelle.
Salii le scale con Liam, timorosa di ciò che avrei visto pochi secondi dopo. Il ragazzo che tenevo per mano bussò più volte alla porta della stanza di Harry, per accertarsi che fosse lì dentro.
E, in effetti, era proprio lì.
"Chi è?" si sentì borbottare dall'altra parte.
La voce roca e profonda di Harry aveva tuonato per tutto il corridoio, facendomi rabbrividire.
"Sono io, Harold" intervenni, infastidita, "devo dirti una cosa."
Qualche istante di silenzio, dopodiché la porta si aprì e la prima cosa che vidi fu Harry barcollare. Temevo di trovarlo nudo ma, fortunatamente, aveva solo la cerniera dei jeans aperta.
Posai uno sguardo di disgusto sulla ragazza dai capelli rossi che era seduta comodamente sul suo letto, con un'aria non del tutto innocente. Harry, invece, non smetteva di lanciare occhiatacce a Liam che ancora stringeva la mia mano.
"Conosci il mio nome intero, sono sorpreso" ridacchiò, divertito.
Sospirai, mettendo le braccia conserte per non perdere subito la pazienza.
"Beh, che vuoi?" farfugliò il riccio, visibilmente scocciato e ubriaco.
"E' il tuo compleanno" iniziai, "e come ogni compleanno, c'è una torta. Quindi sarei contenta se ti degnassi di scendere di sotto, raggiungere tutti gli invitati che sono venuti per te, e onorarli della tua presenza. Grazie."
Harry borbottò qualcosa di incomprensibile e fece una smorfia d'intesa alla ragazza seduta dietro di lui.
Dopodiché riportò l'attenzione prima su Liam, poi su di me.
"Come puoi vedere, ho da fare adesso" sogghignò, facendo un occhiolino alla rossa.
Cominciai ad innervosirmi parecchio e Liam se ne accorse, per questo motivo intervenne.
"Ascolta, amico" sbuffò, "non fare l'idiota e scendi di sotto. Meg ha organizzato tutto questo per te e il minimo che tu possa fare per ripagarla è.."
"Tu chiudi la bocca" lo interruppe il riccio, guardandolo con disprezzo, "credi che non si sia capito il motivo per cui sei qui? Fai il cagnolino a Meghan solo perché vuoi disperatamente portartela a letto."
Sbarrai gli occhi e Liam fece lo stesso, scuotendo la testa.
"Non tutti cercano disperatamente qualcuno da portarsi a letto come fai tu" replicò, indicando la tipa che nel frattempo assisteva divertita alla scena.
"E' qui che ti sbagli, Payne" il riccio sorrise beffardo, "non sono io che cerco disperatamente qualcuno da portarmi a letto, sono le ragazze che vogliono farlo."
E quando spostò quegli occhi verdi sui miei, bagnandosi le labbra e alludendo al nostro bacio per provocarmi, non ci vidi più dalla rabbia e gli diedi uno spintone.
"Sei proprio uno stronzo!" sbottai, alzando la voce.
"Calma, Meg" mi rassicurò Liam, "è soltanto ubriaco. Torniamo di sotto."
Harry continuò a blaterare sotto voce e poi sbatté la porta della sua stanza.
Quando scesi al piano di sotto, tornando in sala, ero di pessimo umore.
"Mi dispiace tanto" sospirai.
"Per cosa?" mi chiese Liam, confuso, "non sei tu a doverti dispiacere."
"Lo so, ma ogni nostro incontro finisce male a causa di Harry."
"Sei come una sorella premurosa per lui, non è vero?" sorrise.
Pensai che sorella fosse il termine meno adatto per descrivere il mio rapporto con Harry, ma preferii che pensasse questo anziché scoprisse del mio bacio con lui.
"Più o meno" risposi, "è.. complicato."
"Credo che questo sia il momento adatto per chiederti di uscire" ridacchiò, "magari una sera potrei portarti in qualche locale, o al cinema, che te ne pare?"
Arrossii, incredula di ricevere quella domanda proprio da lui, "intendi io e te da soli? Come un vero appuntamento?"
Liam sfoderò un altro tenero sorrisetto ed annuì, "se ti va."
"Sì che mi va" annuii, entusiasta.
"Senza Harry tra i piedi" puntualizzò ed io concordai, trattenendo una risatina.Circa mezzora dopo, quando Liam tornò dai suoi amici, io mi guardai intorno chiedendomi dove fosse finita la mia migliore amica. Ero sicura che non fosse un caso se anche Zayn era sparito dalla circolazione. Poi la vidi, e non potei fare a meno di spalancare la bocca per la sorpresa.
Li trovai in un divanetto appartato, a baciarsi appassionatamente.
Mi sentii improvvisamente sola. Forse avrei dovuto tornare da Liam e godermi la serata con lui, come stava facendo Vicki, ma non ero dell'umore adatto. Tornai in cucina e presi la torta di Harry, pronta per sbarazzarmene, ma in quel momento il sottoscritto mi spuntò alle spalle facendomi sobbalzare dallo spavento.
"Ti spaventi facilmente, eh?" esclamò, "buono a sapersi."
"Che stai facendo qui?" lo fulminai con lo sguardo, irritata, "non eri impegnato nella tua stanza?" aggiunsi, imitando il suo tono di voce.
"Sai com'è, abbiamo fatto una cosa rapida" rispose compiaciuto, tenendo un'altra bottiglia di birra in mano.
"Sei disgustoso" commentai, lasciando che un brivido di rabbia mi rigasse la schiena.
"Sai come si dice, rossa di capelli, golosa di ucc.." recitò, ma lo interruppi subito con uno schiaffo sul braccio.
"Finiscila, non sei spiritoso" roteai gli occhi al cielo, "le tue sporche battutine non fanno altro che farmi infuriare ancora di più. Mio padre si è fatto in quattro per te e questa stupida festa, e tu lo ripaghi andando a letto con una tizia e ubriacandoti allo sfinimento."
Il rossore sul viso di Harry, la fronte limpida a causa del sudore e i folti ricci in evidente disordine mi lasciarono capire quanto effettivamente devastato fosse. Si reggeva a malapena in piedi e capii che le mie ramanzine gli entravano in un orecchio e uscivano dall'altro. Dunque la smisi di gridare e gli strappai di mano la bottiglia, sostituendola con un bicchiera d'acqua fresca. Presi un fazzoletto e gli asciugai la fronte, facendolo sedere su uno sgabello in cucina. Chiusi la porta cosicché gli altri non potessero entrare e misi le mani sui fianchi, osservando il ragazzo seduto di fronte a me mentre cercava di smaltire la sbronza. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, pensai.
La festa terminò intorno all'una di notte, quando diedi l'annuncio che il festeggiato non era in ottime condizione e che sarebbe stato meglio finirla così. Salutai tutti e presi gli ultimi regali per Harry che quest'ultimo si era dimenticato di prendere, e poi parlai con Liam.
Promise di chiamarmi presto e poi mi baciò sulla guancia da bravo gentiluomo. Salutai anche Vicki, costringendola a mandarmi un messaggio con tutti i pettegolezzi che mi ero persa sulla serata e soprattutto con i dettagli riguardanti la pomiciata con Zayn Malik.
Quando restai sola, osservai con orrore la situazione in salotto. Bicchieri di carta e mozziconi di sigarette ovunque.
Cuscini e briciole per terra, per non parlare del fatto che quando trovai un preservativo usato nel bagno di sotto per poco non persi i sensi. Cercai di dare una sistemata in tutta fretta, soprattutto perché mio padre mi avvisò per messaggio di star per tornare dalla sua solita serata con gli amici del Sabato.
Tornai in cucina, assicurandomi che Harry fosse ancora seduto e composto, ma la trovai vuota. Sbarrai gli occhi, chiedendomi dove si fosse cacciato.
Finalmente ebbi l'opportunità di sbarazzarmi delle mie scarpe col tacco e, scalza, salii le scale fino alla sua stanza.
Era sdraiato a letto, completamente vestito, con le mani sulla fronte e la bocca semiaperta.
"Stai proprio male, eh?" domandai, mettendo le braccia conserte.
Lui annuì, "immagino che ti faccia piacere vedermi ridotto così."
"Per niente" scossi la testa, "avrei voluto che andasse tutto diversamente. Pensavo fossi cambiato, o che almeno ti stessi impegnando per questo, invece hai rovinato tutto ancora una volta."
"Mi dispiace" sussurrò debolmente, chiudendo gli occhi.
"E' facile dire che ti dispiace" aggiunsi, sedendomi sul suo letto accanto a lui.
"Mi faccio schifo da solo, dico davvero" mormorò, facendo una smorfia, ancora con gli occhi chiusi. Lo guardai stupita per la sua affermazione. Poi mi resi conto che non aveva ancora smaltito tutto quell'alcool.
"Avrei voluto che passassimo una bella serata, che tu ti divertissi in modo sano con i tuoi amici e.. credimi, quella torta era deliziosa" alzai un sopracciglio in tono di sfida, "mio padre fa le migliori torte del vicinato, non hai idea di cosa ti sei perso."
"Spero di avere un'altra opportunità" balbettò, affondando la testa contro il cuscino.
"Questo è tutto da vedere" replicai, alzandomi in piedi. Afferrai le lenzuola e le tirai su, coprendolo come si fa ad un bambino.
"Adesso dormi, è tardi" sospirai, avvicinandomi alla porta, bloccandomi soltanto quando lo sentii parlare di nuovo.
"Grazie" riuscì a dire, "non merito tutto questo eppure tu sei così premurosa e.. così bella."
Il cuore mi balzò in gola quando lo sentii pronunciare quell'ultima parola.
Scossi la testa, credendo di aver capito male. Ma aveva effettivamente detto così.
"Stai blaterando, hai bisogno di riposare" feci una smorfia, aspettando che il battito del mio cuore tornasse regolare, "buonanotte Harry."
E così chiuse gli occhi, ed io andai a letto in camera mia, troppo stanca ed esausta per aspettare il ritorno di mio padre.Continuo:).
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Un amabile disastro sei tu.
FanfictionLei Meghan, lui Harry. Lei é stata adottata quindi non é proprio la cugina di sangue di Harry, figlio biologico della sorella di James, padre di Meg. Sono come degli sconosciuti, ma, sono troppo tutti uniti. Perché la famiglia é la famiglia. *"Ma è...