"when I say I love you, I love you."

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Harry non perse tempo e cominciò a rilassarsi.
Accesi la musica e diedi inizio alla festa, lasciando tutti quanti a divertirsi per poi sgattaiolare in cucina.
Telefonai a mio padre per dirgli che il piano era andato a buon fine, e che la sorpresa era riuscita senza complicazioni.
Quando agganciai la chiamata, però, nel voltarmi trovai qualcuno che non mi aspettai di vedere. Liam era alla porta della cucina, con le mani nelle tasche e lo sguardo esitante.
Deglutii per l'agitazione.
"Hey, Meg" disse senza giri di parole, chiudendosi la porta alle spalle per evitare che il frastuono della festa giungesse anche lì. Eravamo soli, e adesso anche piuttosto vicini.
"Liam" mormorai, ancora scombussolata dal fatto che fosse a pochi centimetri da me.
"E' stato un bel gesto, il tuo" accennò un leggero sorriso, guardandomi negli occhi.
"In realtà l'idea è stata di mio padre" confessai, "ma è stato divertente. Organizzare la festa per Harry, intendo."
"Certo, immagino" annuì, "e lui ne sembra contento. Sei stata dolce."
Non capivo dove volesse arrivare con questo discorso, ma restai in silenzio.
"Posso farti una domanda, se non sono invadente?" chiese, ad un tratto.
Rabbrividii a quell'affermazione e, alla fine, annuii.
"Che rapporto hai con Harry?" chiese, "voglio dire, visto che non siete realmente cugini e vivete sotto lo stesso tetto."
"Perché questa domanda?" aggrottai la fronte, perplessa. Incominciai a pensare che Harry gli avesse raccontato del nostro bacio e, se fosse vero, lo avrei ucciso il giorno stesso del suo compleanno. Liam alzò le spalle, accennando un sorriso per rassicurarmi.
"Così, per sapere. Andate d'accordo?" era evidente si fosse accorto della mia agitazione.
"A dire il vero no" dissi d'impulso, scuotendo la testa. Quel bacio doveva restare segreto.
"Oh, allora si spiega tutto" ridacchiò, massaggiandosi la nuca. Io mi limitai a fissarlo con aria interrogativa.
"Beh, innanzitutto volevo chiederti scusa per non essermi fatto sentire in questi giorni" disse subito, "avrei voluto farlo, ma mi sono lasciato condizionare da alcuni pareri esterni che forse avrei dovuto evitare."
"Quali pareri esterni?" cominciai a fare i conti e capire ogni cosa, "Harry ti ha parlato di me?"
Liam si morse il labbro inferiore, "sì, è capitato. E mi ha anche spiegato quanto tu sia strana e insopportabile. Tuttavia questo non mi giustifica, la colpa è mia, non avrei dovuto ascoltare gli altri ma venire da te, perché.."
"Aspetta, aspetta" lo interruppi, tremolante per il fastidio, "Harry ti ha detto questo?"
"Diamine, forse non avrei dovuto dirlo" brontolò Liam, "mi dispiace, Meg."
"Non devi dispiacerti di nulla" replicai, cercando di calmarmi, "in ogni caso sarei contenta se potessimo ricominciare da capo, adesso."
"Mi piacerebbe" sorrise, bagnandosi le labbra e avvicinandosi ancora di più.
Deglutii, sentendo il cuore battermi forte in petto, e feci un passo indietro andando a sbattere contro il frigorifero. Sussultai e alzai il braccio in aria, "mi scuseresti un secondo?"
Liam mi osservò confuso ed annuì, mentre io mi dirigevo a passo svelto verso il salotto.
Cercai il riccio con lo sguardo ma la prima cosa che vidi fu Zayn flirtare con Vicki.
Accennai un sorriso, contenta che almeno per lei le cose andassero bene, e poi continuai a vagare per la casa come un'indemoniata alla ricerca di Harry. Lo trovai davanti le scale, mentre chiacchierava allegramente con un paio di ragazze della nostra scuola.
"Scusate, scusate" mi rivolsi a loro facendomi spazio tra la gente e afferrando Harry per un braccio, "vi rubo il festeggiato per qualche minuto."
Harry alzò un sopracciglio e mi rivolse un sorrisetto malizioso mentre lo trascinavo al piano di sopra.
Aprii la porta della mia camera e lo spinsi violentemente dentro.
"Piccola, se hai voglia di una sveltina puoi anche chiederlo educatamente" scherzò.
"Finiscila, sono seria" misi le braccia conserte e mi appoggiai contro il muro, fissandolo con aria torva. Harry smise di ridacchiare e mi si posizionò di fronte, in silenzio.
"Beh, allora ne approfitto per ringraziarti" sussurrò, "è stato carino da parte tua, organizzarmi una festa a sorpresa. Non me l'aspettavo."
"Lo scopo era quello" puntualizzai, acida. Lui sorrise.
"E non illuderti, l'idea è stata di mio padre."
"Mitico zio James" commentò lui, sorridente.
Le fossette sempre ben in vista.
"Passiamo al dunque" lo zittii con uno schiocco di dita, "hai parlato di me con Liam?"
A quella domanda mi parve di vederlo impallidire.
Harry si passò la lingua tra le labbra poi aprì bocca: "perché?"
"Rispondi!" insistetti, alterata, "hai parlato con lui sì o no?"
"Mi ha chiesto un consiglio ed io gliel'ho dato, tutto qui" alzò le spalle.
"Gli hai detto che sono fuori di testa e che è meglio stare alla larga da me, ti rendi conto?" sbraitai, "perché lo hai fatto?!"
"Preferivi che gli dicessi che hai una cotta per lui fin dalla terza media e che ne hai scritto sul tuo vecchio diario segreto?" rise beffardamente e, a quel punto, gli diedi uno spintone.
"Sei proprio un bastardo" dissi, "credevo che stessimo finalmente cominciare ad avere un rapporto normale e invece tu ti stai vendicando in un modo così subdolo."
Harry roteò gli occhi al cielo, "non mi sto vendicando di niente, Meg. Non so perché ho detto quelle cose a Liam, forse perché volevo si svegliasse e capisse da solo di piacerti."
"Adesso non fingere di averlo fatto per me!" alzai la voce, "l'hai fatto per farmi un dispetto, come fai sempre. Ti diverte infastidire la gente e ti riesce anche molto bene. Mi hai baciato per avere un modo per ricattarmi tenendomi in pugno, e adesso usi tutto questo per rendermi la vita un'inferno."
"Ma che cazzo stai dicendo?" sbottò a sua volta, "il tuo discorso non ha senso, sai come son fatto e non avrei motivo di farti un dispetto, se a te piace Liam e lui piace a te a me non interessa."
"Bene, stanne fuori allora" replicai, "goditi pure la festa che io, come una stupida, ho aiutato ad organizzare."
E detto questo uscii dalla stanza sbattendo violentemente la porta. Una forte emozione allo stomaco, un misto tra rabbia e delusione, mi spinse ad andare in bagno per calmarmi.
Ero furiosa e allo stesso tempo delusa, non perché il comportamento egoista di Harry mi avesse sorpresa, ma perché per un breve istante avevo davvero creduto di poter ignorare quella confusa attrazione che provavo verso di lui e poter diventare i cugini che saremmo dovuti essere. Scesi le scale dopo cinque minuti, trovando Liam fuori dalla cucina ad aspettarmi.
"Cos'è successo?" mi chiese, alzando il tono di voce, visto il gran rumore che la musica stava provocando. Vicki aveva anche comprato delle luci colorate; la mia casa era stata ufficialmente trasformata in una discoteca.
"Umh.." farfugliai, e in quell'istante mi arrivò un messaggio da mio padre che mi ricordava di tirar fuori la torta per Harry dal frigo. Tempismo perfetto.
Feci una smorfia e riportai lo sguardo su Liam, il quale sembrava sempre più confuso.
"Niente, non preoccuparti" scossi la testa, "ti va di ballare?"
Lui annuì, ancora sospettoso, e si lasciò trascinare in mezzo alla sala già affollata di sconosciuti. Chiusi gli occhi e cominciai a fare qualche imbarazzante movimento davanti a lui.
Quando, ad un tratto, sentii le sue mani posarsi sui miei fianchi un brivido mi travolse all'istante. Mi avvicinò al suo corpo e cominciò a ballare anche lui, in mezzo alla gente.
Chiacchierammo, per quanto fosse possibile con quel rumore, e mi dimenticai di Harry per qualche secondo.
Finché riaprii gli occhi e lo vidi, in lontananza, mentre sorseggiava da una bottiglia di birra. Deglutii e riportai l'attenzione su Liam che, nel frattempo, era sempre più vicino.

HARRY'S POV:

Avevo bevuto un po', considerando che non fossero neanche le undici. Era presto ma io ero già semi devastato, e il motivo era sempre quello. Meghan.
Cercavo di divertirmi e svagarmi con i miei amici, ma quando la vidi strusciare quel suo piccolo e sodo fondoschiena contro il cavallo dei jeans di Liam persi completamente la lucidità.
"Ma che cazzo" borbottai e, nonostante la musica assordante, Zayn riuscì a sentirmi.
"Che ti prende, amico?" chiese, mentre ballava con la migliore amica di Meghan, "stai bene?"
"Sì, sto bene" risposi, continuando a fissare quella che doveva essere una semplice e antipatica cugina. Peccato che stesse diventando molto di più.
Liam adesso le era decisamente troppo vicino e, nonostante stessimo diventando amici, in quel momento fui invaso dalla voglia di correre da lui e spaccargli la faccia.
Probabilmente non avrei fatto questi strani e violenti pensieri se non fossi stato ubriaco, o forse sì. Il fatto era che provavo questa ossessione e istinto di protezione verso quella ragazza che non riuscivo a spiegarmi. La volevo solo per me. Frustrato e nervoso, brillo e con la testa fra le nuvole, mi posizionai al centro della sala proprio dietro ad una rossa che non smetteva di lanciarmi occhiolini e altre mosse provocatorie. Le misi una mano sul ventre e lei si lasciò andare al mio tocco, dopodiché con l'altra mano raggiunsi il suo sedere e lo palpai con ben poca delicatezza.
A quel gesto la ragazza, che non avevo mai visto prima, si morse il labbro e mi afferrò dal colletto della camicia.
"Mi chiamo Jane" sussurrò, mentre mi accarezzava delicatamente il collo.
"Non importa" la zittii, noncurante, stringendola forte e baciandola come un lupo affamato addenta la sua preda. La rossa, ovviamente, sembrò piacevolmente sorpresa dalla mia iniziativa e, dopo essersi agganciata alle mie spalle, mi si spalmò contro.
Eppure, mentre le infilavo la lingua in bocca, il mio pensiero restava sempre lì. Nella mia testa c'era sempre lei: Meghan.

MEGHAN'S POV:

Per puro caso, mentre ballavo con Liam, incrociai lo sguardo di Harry. Era avvinghiato alle labbra di una tipa e, per qualche motivo assurdo, teneva gli occhi aperti e ben saldi su di me. Quando si accorse che lo stavo fissando, però, li chiuse e aprì maggiormente la bocca per approfondire quel bacio.
Feci una smorfia di disgusto, e abbassai lo sguardo a terra.
"Stai bene?" mi gridò Liam nell'orecchio, cercando di farsi sentire per via della musica.
Annuii, sforzando un sorriso, "credo sia ora della torta. Mio padre mi ucciderà se non la prendo, l'ha fatta con le sue stesse mani."
Liam annuì comprensivo ma, quando mi voltai per andare in cucina, notai con orrore che Harry stava salendo le scale tenendo per mano la rossa di prima. Spalancai la bocca, incredula, e scossi la testa. Non volevo crederci, sperai di aver avuto una visione. Non volevo credere che Harry stesse facendo lo stesso errore per la seconda volta, che portasse una ragazza in camera a fare chissà cosa proprio la sera del suo compleanno. Con tutti i suoi amici presenti. Con me presente, che avevo speso l'intero pomeriggio a decorare la casa per lui. Non potevo accettarlo.
Fui tentata di rincorrerlo, fargli una scenata e riportarlo in salotto con la forza, ma non lo feci. Non feci nulla, capii che non valeva la pena sprecare tante energie per un ragazzo del genere.
Harry non sarebbe mai cambiato, non meritava i miei sforzi e tanto meno me.

Continuo:).

Un amabile disastro sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora