Nei successivi due giorni mantenni una certa distanza di sicurezza da Harry. Mi concentrai sullo studio per la fine del quadrimestre, a breve avrei anche ricevuto la pagella.
Non ero mai stata una cima a scuola, non perché non fossi capace, ma - come capita a tanti - mi rifiutavo di impegnarmi. Tuttavia, in quell'ultimo periodo, la disperazione di avere un coinquilino non gradito in casa mi aveva spinta a rifugiarmi nello studio. L'unico modo per distrarmi, visto che detestavo gli sport e la mia vita sociale non era alle stelle poiché la mia migliore amica usciva continuamente con Zayn Malik, era proprio concentrarmi sulla scuola.
Sperai che dopo la festa in casa le cose con Liam potessero cambiare, invece - nonostante ci fossimo scambiati i numeri di telefono - non ricevetti più sue notizie.
Quel mercoledì mattina mi svegliai di soprassalto, così come capitava spesso ultimamente, e mi portai una mano sulla fronte sudata. I sintomi c'erano tutti: agitazione, calore, brividi lungo la schiena. Avevo forse sognato Harry un'altra volta?
Non lo ricordavo, ma sperai vivamente non fosse così.
Ero stanca di quei sogni, o meglio, incubi. Mi alzai dal letto e, ancora con il pigiama addosso, uscii dalla mia stanza per andare in bagno ma lo trovai già occupato.
Feci una smorfia; la giornata era cominciata male.
"Harry, aprimi" ordinai, battendo un pugno sulla porta con ben poca delicatezza.
"Vuoi vedermi pisciare?" sentii rispondere dall'altra parte della porta.
Ma magari. Scrollai il capo all'istante, maledicendomi mentalmente per quei pensieri.
"Voglio semplicemente che tu esca, devo fare pipì anch'io" brontolai, scocciata.
Pochi secondi dopo vidi la porta aprirsi, ed Harry vi spuntò fuori già vestito e pronto per andare a scuola.
"Ecco fatto, se lo avessi chiesto subito con gentilezza ti avrei accontentato" sorrise.
Roteai gli occhi al cielo.
Il riccio ridacchiò sotto i baffi e soffermò la sua attenzione sulle mie occhiaie ben marcate.
"Dormito poco ieri?" domandò divertito.
"Fottiti."
Lui rise di nuovo, ed io entrai in bagno chiudendo con violenza la porta alle mie spalle.Quando scesi di sotto, scoprii che Harry non mi aveva aspettata per andare a scuola insieme, come facevamo sempre.
Sebbene non impazzissi all'idea, mi erano utili i suoi passaggi in auto. Iniziai ad imprecare, a ripetere quanto lo odiassi, finché mio padre uscì dalla cucina sogghignando.
"Che succede?"
"Harry è andato via, e adesso come ci vado a scuola, eh?! E' tardi per il pullman!" sbraitai.
"Tesoro non è colpa sua, è passato un suo amico a prenderlo e tu eri ancora in bagno."
"Ma la smetti di giustificarlo sempre?" sbottai, alzando le braccia in aria.
Mio padre mi guardò male, alzando un sopracciglio.
"Che ti prende, Meg? Pensavo cominciaste ad andare d'accordo" mormorò, mortificato.
"Non è così, invece!" confessai senza preoccuparmi di abbassare il tono di voce, "ci abbiamo provato ma è praticamente impossibile. I nostri caratteri sono incompatibili, e la colpa è ovviamente sua."
"Calmati, prendi la borsa e ti accompagno io a scuola" sussurrò, avvicinandosi.
Sbuffai e afferrai lo zaino da terra, portandomelo alle spalle.
"Ci sarebbe un'altra cosa che dovrei dirti" aggiunse, temendo una mia brusca reazione.
"Cosa?" misi le braccia conserte.
"Sabato 1 Febbraio è il suo compleanno, e.."
"Di Harry?" lo interruppi, sbarrando gli occhi.
Lui annuì, "e mi chiedevo se sarebbe opportuno organizzargli una festa. Così, per farlo sentire il benvenuto qui da noi, che ne pensi?"
Scossi immediatamente la testa, "no, papà. Lui si sente già il benvenuto, credimi, non ha bisogno di una festa d'accoglienza."
"Perché dici così?" aggrottò la fronte, perplesso.
"Perché in due settimane si è inserito a scuola meglio di me che la frequento da anni."
"E' un ragazzo socievole, che c'è di male?" alzò le spalle.
"Tu non lo conosci neanche" borbottai, "i suoi amici sono già venuti a casa e la festa non si è conclusa nel migliore dei modi, quindi.."
"Suvvia, non fare l'egoista" portò una mano sulla mia spalla, ignorando completamente le mie critiche, "ti divertirai, puoi invitare delle amiche anche tu."
"Ma papà!" provai a controbattere, ma lui si limitò a sorridermi.
"Ah, e comincia a pensare ad un bel regalo. Io non ho idee."Ovviamente la prima cosa che feci quando arrivai a scuola fu raccontare tutto a Vicki durante la lezione.
"James adora Harry, a quanto pare" commentò la mia amica, prendendomi in giro con una fastidiosa risatina.
"Sì, mio padre lo venera senza neanche sapere che razza di stronzo lui sia."
"Eddai Meg, non esagerare, è solo una festa di compleanno" tentò inutilmente di tranquillizzarmi, "non pensare al fatto che sia per lui, vedila soltanto come un'altra opportunità per divertirti e magari per parlare ancora con Liam."
"Non gli interesso minimamente, è evidente" feci una smorfia, mettendo le braccia conserte.
"E di Harry che mi dici?" chiese, "avete parlato del bacio?"
Quasi mi strozzai da sola nel sentirla ricordare quel fatto. Annuii.
"Ho provato a chiedergli il motivo del suo gesto" alzai le spalle, "ma lui ha incominciato a dire stronzate, come per esempio che l'ha fatto perché sapeva che anch'io lo volevo."
Vicki ridacchiò, "è una scusa. Non vuole ammettere che gli piaci."
"Io non gli piaccio" borbottai, "così come lui non piace a me. Fine della storia."
La professoressa di biologia ci fulminò con lo sguardo, per zittirci.
Prestare attenzione alla lezione era particolarmente difficile, ultimamente.HARRY'S POV:
"Credi che abbia qualche opportunità con Meghan?" mi chiese Liam quella mattina, durante la ricreazione. Vagavamo per il cortile della scuola in cerca di qualche sigaretta da prendere in prestito, e l'ultima cosa che volevo era stare ad ascoltare Liam e i suoi piani sul come conquistare la ragazza con la quale abitavo e che volevo portarmi a letto.
"Forse, chi lo sa" mentii. Meghan mi aveva minacciato e obbligato di non dire nulla a Liam della sua storica cotta per lui, dunque non stavo facendo niente di male.
"Okay, ho capito. Gli piace un altro, ecco perché non mi ha mai scritto" sospirò lui, ma io non prestai molta attenzione alle sue parole. Pensai che fosse uno stupido, questo sì, perché era chiaro che Meg aspettasse la sua prima mossa.
Ma Liam non ci arrivava.
Mi avvicinai ad una ragazza del secondo anno e riuscii ad ottenere una sigaretta senza troppe difficoltà.
La salutai e tornai da Liam, tirando fuori un accendino dalla tasca.
Non fumavo spesso, era più che altro un passatempo per rilassarmi. Funzionava davvero.
"Come diavolo fai?" ridacchiò lui, "le ragazze crollano tutte ai tuoi piedi, amico."
"Non direi" pensai a Meghan, mentre cacciavo nuvole di fumo dalla bocca. Lei continuava a detestarmi, a respingermi, e questo mi mandava fuori di testa.
Tranne durante quel bacio, lì si era lasciata andare per un attimo e non riuscivo a smettere di pensarci.
"Pensi che dovrei scriverle?" continuò lui, cercando di estrapolarmi qualche consiglio.
"Non lo so, lei a te piace?"
"Abbastanza, è carina. Ma tu la conosci meglio di me, comunque. Che tipo è?" domandò.
"E' una scassapalle, credimi.. meglio starne alla larga" borbottai, tenendo tra le dita la sigaretta.
Mi sentii un gran pezzo di merda ed egoista nel dire quelle cose per scoraggiarlo, sapendo che Meg era cotta di lui e a quanto pare lui sembrava ricambiare l'interesse.
Ma la situazione mi infastidiva. Non volevo che Liam si mettesse con lei; il solo pensiero mi fece venire il mal di stomaco.
Sputai a terra e spensi la sigaretta, calpestandola nervosamente col piede.... continuo
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Un amabile disastro sei tu.
FanfictionLei Meghan, lui Harry. Lei é stata adottata quindi non é proprio la cugina di sangue di Harry, figlio biologico della sorella di James, padre di Meg. Sono come degli sconosciuti, ma, sono troppo tutti uniti. Perché la famiglia é la famiglia. *"Ma è...