Vedere Harry scendere le scale con la valigia, le sue borse e il resto della sua roba in mano diede il colpo di grazia al mio povero cuore già frantumato. Se ne stava davvero andando di casa, da quella casa che ormai era diventata anche un po' sua negli ultimi mesi, e che non sarebbe stata più la stessa senza di lui. Non avrei mai potuto guardare alla vecchia stanza degli ospiti con gli stessi occhi. No, per me quella sarebbe sempre rimasta la camera di Harry. Avevo così tanti ricordi.
Sapevo che quel momento sarebbe arrivato prima o poi, e che Harry non poteva restare a vivere con me e mio padre in eterno, ma lo avevo sempre immaginato come il più lontano possibile.
E invece ora era arrivato, quel fatidico momento. Harry salutò mio padre e lo ringraziò ancora una volta per tutto quanto, prima di uscire e varcare la porta d'ingresso per raggiungere la sua auto.
Intanto io trattenevo le lacrime, mentre lo accompagnavo al parcheggio nel viale, continuando con i miei disperati tentativi di convincerlo a restare, pur sapendo che avesse già preso la sua decisione.
Ero consapevole del fatto che non avrebbe potuto stare da Zayn in eterno, e anche lui lo era, ma ero un po' spaventata all'idea di cosa sarebbe successo dopo. Ero così ossessionata e spaventata dall'idea di perderlo. Mi venne l'ansia anche quando mio padre mi comunicò dell'arrivo di Anne e Robin per il prossimo weekend, e cioè tra un paio di giorni. Sapevo cosa sarebbe successo durante la loro permanenza, così come conoscevo il motivo per cui papà li aveva invitati, ed avevo paura.
Non quanta ne avessi prima, ovviamente. Dopo aver confessato tutto a mio padre, sebbene ci avesse prima scoperti in condizioni non proprio opportune, mi ero sentita incredibilmente leggera e libera da quel peso che avevo tenuto nascosto dentro di me per troppo tempo. Adesso che la verità stava per essere svelata al cento per cento, mi sentivo ovviamente timorosa, ma anche entusiasta.
Temevo che Anne e Robin potessero arrabbiarsi, ma di certo nulla poteva esser peggio di quello che era accaduto con mio padre che aveva trovato me ed Harry nudi sul divano. Decisamente nulla.
Quando il grande giorno arrivò, io e il mio ragazzo tornammo a casa insieme da scuola - ed era la prima volta che Harry vi tornava dopo essersene andato. Aprii la porta, di cui lui non aveva più neanche la copia delle chiavi, e quando varcammo la soglia dell'ingresso trovammo già i genitori di Harry. Anne e Robin erano in cucina, a chiacchierare con mio padre che apparecchiava la tavola.
Deglutii a quello spettacolo e lanciai un'occhiata titubante ad Harry, che in cambio mi sorrise.
"Sta' tranquilla. Andrà tutto bene." Mi sussurrò all'orecchio, per poi stamparmi un bacio rapido e furtivo dopo essersi accertato che loro non ci stessero guardando. Rabbrividii, un po' per la sua dolcezza e un po' per la consapevolezza che quello era l'ultimo bacio che eravamo costretti a darci in segreto. Non c'era sensazione più bella di quella: l'unica che mi spingeva ad andare avanti.
L'idea di una vita felice insieme al ragazzo di cui ero innamorata, era uno dei miei sogni fatto realtà.
Così ci avvicinammo entrambi verso la cucina e quando loro se ne accorsero, corsero a salutarci.
"Eccoli qua! I giovani di casa!" esclamò Robin, alzando le braccia in aria, mentre Anne era corsa ad abbracciare il figlio. Non riuscii a nascondere un sorriso a quella dolce visione, e neanche papà.
"James è stato così carino ad invitarci di nuovo" fece la donna, per poi salutare anche me, "come stanno andando le cose qui? Come procede la scuola?" chiese, voltandosi ancora verso Harry.
"Abbastanza bene, direi" rispose, grattandosi la nuca, "ormai siamo alla fine."
Deglutii al suono di quelle parole. Era vero; mancava circa un mese al diploma e poi sarebbe finito tutto quanto. Il liceo, i cinque anni trascorsi tra quelle mura, i compiti e anche le pazzie con gli amici. Mi resi conto soltanto ora di quanto spaventoso sembrasse il college, e il futuro in generale.
"C'è tempo per parlare di questo, Anne, non fare la rompiscatole" la rimproverò Robin, scherzoso.
La madre di Harry roteò gli occhi al cielo, "mi assicuro semplicemente che vada bene!"
Fortunatamente mio padre sviò il discorso e ci chiamò tutti a tavola per il pranzo, dove parlammo del più e del meno. Anne e Robin informarono mio padre sui lenti progressi della loro situazione economica, del lavoro che andava leggermente meglio, e che stavano rimettendo insieme i pezzi della loro vita precedentemente distrutta a causa della crisi. Rivolsi un sorriso d'incoraggiamento ad Harry, seduto al mio fianco, perché sapevo quanto fosse stato preoccupato per la sua famiglia.
Ora sembrava sereno, sollevato dalla notizia che le cose stavano migliorando, sebbene era ancora piuttosto teso - proprio come me - perché il momento della verità si avvicinava sempre di più.
Sapevamo entrambi che il motivo della loro visita non era casuale, e che mio padre li aveva invitati affinché potessimo confessare loro la nostra relazione, e ciò ci rendeva ansiosi ma comunque felici.
Al termine del pranzo, mentre aiutavamo tutti quanti a sparecchiare la tavola malgrado mio padre avesse insistito con gli ospiti affinché si risparmiassero dal lavorare anche lì, suonò il campanello.
Guardai mio padre con aria sorpresa, ma la sua espressione - così come quella di Anne e Robin - non sembrava altrettanto stupita. Andai alla porta d'ingresso per aprire, e quando lo feci mi cadde il mondo addosso. Rimasi letteralmente di sasso quando trovai Gemma Styles di fronte a me.
Anche lei non restò indifferente quando mi vide, ma era palese che si sforzasse comunque di apparire tranquilla. Io, a differenza sua, non ero brava a nascondere le emozioni e feci una smorfia.
"Ciao, Meghan" disse semplicemente, come fosse una perfetta estranea. Come se niente di tutto quello che era accaduto in passato contasse più, come se non avesse costretto Harry a lasciarmi.
"Cosa ci fai qui?" replicai, in toni decisamente più freddi e meno pacati dei suoi. Fu più forte di me.
"Sono stata invitata, da tuo padre." Ribatté, ancora immobile di fronte a me, ed io sbarrai gli occhi.
"Gemma! Tesoro, sei arrivata!" sentii esclamare Anne all'improvviso, che arrivò e abbracciò la figlia. Con il fatto che quest'ultima frequentasse il college in Irlanda, non si vedevano quasi mai.
"Oh, mamma! che bello vederti!" Gemma sorrise e ricambiò l'abbraccio, così io mi feci da parte e tornai in cucina. Mentre tutti erano di là a salutare la biondina, io continuai a lavare i piatti in silenzio. Non era difficile capire che non fossi affatto contenta di questa inaspettata visita, così come non ero felice del fatto che quella viscida stronzetta avrebbe assistito al momento della nostra verità. Mentre ero ancora lì da sola, sentii dei passi alle mie spalle e mi voltai di scatto per paura fosse lei. Ma non lo era, fortunatamente era il mio ragazzo; "stai bene?"
"No. Non sapevo sarebbe venuta anche tua sorella." Ammisi, senza troppi giri di parole.
Harry si passò una mano tra i ricci, si voltò velocemente per accertarsi che fossimo ancora soli in cucina, poi mi rispose: "nemmeno io lo sapevo. Ma non ha importanza, la sua presenza non conta."
"E invece conta! Mi da fastidio che sia qui, non ce la voglio. E' più forte di me." Sospirai, esausta.
"Piccola, ascoltami. Concentrati soltanto su di me, su di noi, e sul fatto che saremo finalmente liberi da ogni segreto. Tutti sapranno che ci amiamo, perciò cosa te ne importa se anche Gemma sarà presente al momento in cui lo diremo ai miei?" sussurrò, cercando di farmi aprire gli occhi.
E ci riuscì. Infatti, guardando i suoi occhi verdi e ipnotici, riuscii a rilassarmi e a perdere un po' di tutta quella tensione accumulata negli ultimi minuti; "hai ragione. Però sai quanto ho sofferto a causa di quello che ha fatto Gemma e.."
"No, hai sofferto a causa di quello che ho fatto io. Sono stato io lo stupido, a darle retta. Sono io il coglione che ti ha fatto stare male, e anche se ti ho già chiesto scusa un'infinità di volte per questo, credo non riuscirò mai a togliermi questo enorme peso dalla coscienza." Replicò, stupendomi.
"Devi riuscirci, perché io ti ho già perdonato. E' storia vecchia, siamo insieme adesso." Mormorai.
"Allora considera storia vecchia anche quello che ha fatto Gemma. Non darle tutto questo potere su di te, non lo merita. E' sempre stata un po' ficcanaso, le piace curiosare anche dove non ha diritto di farlo, ma io e te non le daremo la soddisfazione di vederci crollare. Perciò fregatene, sii te stessa."
Queste sue parole mi diedero la giusta forza e la grinta di cui avevo bisogno in quel momento.
Era incredibile come Harry riuscisse sempre a farmi sentire meglio in qualunque situazione mi trovassi. Perciò, senza neanche preoccuparmi troppo di controllare se gli altri fossero lontani o meno, mi sporsi in avanti e lo baciai. Posai le mani sulle sue guance e premetti le labbra sulle sue, abbastanza a lungo da perdere il respiro. Lo vidi sorridere nel bacio, per poi accarezzarmi i capelli.
"Emh, scusate?" un colpo di tosse ci fece dividere. Ovviamente era Gemma, alla porta della cucina.
"Sì?" fece Harry, piuttosto distaccato. Naturalmente i suoi rapporti con la sorella erano ancora tesi.
"Volevo soltanto salutare il mio fratellino. Sei l'unico che non l'ha fatto." Disse, e sembrava delusa.
Aveva una bella faccia tosta a restare sorpresa del fatto che Harry non volesse neanche salutarla.
"Ci sarà un motivo, non credi?" ribatté lui, ancora al mio fianco. Io misi le braccia conserte.
"Così come ci sarà un motivo per cui mamma e papà sono stati invitati qui, oggi." Disse lei.
Aggrottai la fronte, cercando di capire a cosa stesse alludendo; "che vorresti dire?"
"Dico solo che mi sembra strano che lo zio James abbia invitato mamma e papà senza il minimo preavviso, con così tanta urgenza. Forse ha bisogno di dirgli qualcosa di importante." Alzò le spalle.
Era palese che avesse capito tutto, e il fatto che me lo stesse dicendo con questo tono di sfida mise nuovamente a rischio la mia pazienza. Ma seguii il consiglio di Harry, perciò mi limitai ad alzare gli occhi al cielo e fare una semplice smorfia; "wow, Gemma. Sei parecchio perspicace, complimenti."
Dopo questa frase, Harry mi guardò stupito - e anche divertito. Lo conoscevo, gli piaceva questo mio lato, probabilmente lo eccitava anche. Sua sorella chiuse la porta alle sue spalle, e ci si avvicinò. Rimasi un po' sorpresa e spiazzata da questo gesto, non capendo le sue intenzioni.
"Fareste uno sbaglio a dire loro della vostra storia adesso" disse, ed era l'ultima frase che mi aspettavo da lei, "dopotutto pensa a tuo padre, Meghan. Non credo abbia reagito bene!"
Notai che anche Harry aveva aggrottato la fronte a questa inaspettata affermazione.
"Mio padre non ha reagito bene per il modo in cui l'ha scoperto, non perché io e lui stiamo insieme. Non ha nulla contro di noi come coppia, è solo rimasto deluso per il fatto che gli abbiamo tenuta nascosta la verità per mesi interi." Spiegai. Il mio ragazzo annuì, appoggiando la mia risposta.
"Un momento, ci stai consigliando di non dirglielo?" aggiunse lui, incerto di aver capito bene la proposta di sua sorella. In effetti, era assurdo.
Gemma ci aveva minacciati di dire tutta la verità se non ci fossimo lasciati.
"Secondo me non avrebbe senso. In questo modo non fareste altro che crearvi problemi inutili."
"E allora perché tu stessa ci hai ricattati di dire tutta la verità alla famiglia?" replicai, spazientita.
"Perché, in quel momento, sembrava giusto." Rispose, ma il tutto non aveva assolutamente senso.
"No, te lo dico io il perché" sbottai, andandole incontro, "tu hai scoperto della relazione tra me ed Harry. La cosa non ti andava bene, un po' perché sei gelosa di tuo fratello e un po' perché probabilmente io non ti piacevo molto. Come se non bastasse, avevi paura che questa storia ti avrebbe causato problemi in qualche modo, e così hai cercato di convincerci che avremmo rovinato la pace in famiglia, causando problemi tra mio padre e tua madre che si erano da poco riavvicinati. Ci hai accusati di incesto, hai cercato di convincerci che l'amore tra due cugini sia sbagliato quando sapevi benissimo che tra me ed Harry non c'è alcun vero legame di sangue per via della mia adozione, e malgrado tutto hai continuato a farci credere che i nostri sentimenti fossero sbagliati, immorali, peccaminosi. Ma poi, dopo essere riuscita nel tuo intento e a dividerci per un po', hai realizzato che non saremmo stati in grado di restare lontani a lungo per molto. E infatti, quando io ed Harry siamo tornati insieme fregandocene della possibilità che tu potessi decidere di smascherarci, non hai fatto nulla. Perché tu non hai mai voluto che la nostra relazione uscisse fuori, è questa la realtà. Ci hai fatto credere che l'avresti detto a tutti solo per farci lasciare, perché è sempre stato questo il tuo unico intento!"
Gemma, così come Harry, erano ammutoliti di fronte a questa mia improvvisa esplosione.
Mi resi conto di aver alzato un po' troppo la voce soltanto quando la porta della stanza si aprì, e i nostri genitori ci osservarono allarmati; "si può sapere cosa sta succedendo qui dentro?!"
Tremai, voltandomi verso Harry, che a sua volta portò gli occhi su di me poi ancora su di loro.
"Succede che io e Meghan dobbiamo dirvi una cosa. Importante." Disse semplicemente.
Si radunarono tutti attorno a noi, palesemente spaesati, e intanto io guardavo mio padre.
Il suo sguardo non comunicava molto, piuttosto sembrava preoccupato, timoroso che questa notizia potesse fargli perdere sua sorella.
Anne ci guardava con aria interrogativa, così come Robin.
Gemma abbassò lo sguardo e rimase in disparte, e intanto brividi si impossessavano del mio corpo.
Poi Harry lo fece, strinse la mia mano davanti a tutti, "io mi sono innamorato di questa ragazza."
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Un amabile disastro sei tu.
FanfictionLei Meghan, lui Harry. Lei é stata adottata quindi non é proprio la cugina di sangue di Harry, figlio biologico della sorella di James, padre di Meg. Sono come degli sconosciuti, ma, sono troppo tutti uniti. Perché la famiglia é la famiglia. *"Ma è...