"I hope you understand .. I love you."

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I restanti giorni alla partenza volarono, letteralmente.
"Sicura di aver preso tutto?" insistette mio padre, temerario come sempre.
Io sospirai, indicandogli la valigia enorme che reggevo con una mano mentre scendevo le scale, e a quel punto intervenne Harry: "ti sei portata dietro mezzo armadio, per forza che c'è tutto."
"Tu pensa per te" brontolai, roteando gli occhi al cielo. Il solo pensiero di dover passare due notti in tenda con lui mi faceva rabbrividire, in tutti i sensi.
"A che ora è la partenza?" continuò papà, scrutandoci entrambi con attenzione.
"Tra mezz'ora, mi pare" rispose distrattamente il riccio, alzando le spalle, e non potei fare a meno di notare che lui - a differenza mia - aveva preparato solo un piccolo borsone da portare con sé.
"Siamo in ritardo!" esclamai in preda al panico, scendendo anche gli ultimi due gradini di scale per poi controllare di aver preso tutto.
"La colpa è solo tua" mi fece notare Harry, "se ti fossi svegliata prima.."
"Prima di così? Sono già le sei di mattina, scusa tanto se vorrei riposare un po' di notte anziché fare baldoria" sbuffai, facendolo ridere di gusto.
"Meg, ha ragione lui" intervenne mio padre, facendo comparire un insopportabile sorrisetto compiaciuto sul viso di Harry, "sei sempre la solita ritardataria."
Feci una smorfia, "inutile perdere altro tempo allora, andiamo in macchina."
L'appuntamento con la professoressa di biologia e gli altri studenti era davanti la scuola, alle sei e mezza.
Dovevamo partire piuttosto presto perché, sebbene la zona sul lago fosse abbastanza vicina, la prof aveva in mente di iniziare con l'orientamento per i boschi già in prima mattinata.
Per un momento considerai l'idea di restare a casa e poltrire, anziché partecipare a quella che - sicuramente - si sarebbe rivelata solo una stressante gita in campeggio.
Poi il buonsenso prevalse e salii in auto con Harry e mio padre.
"Mi raccomando, fate i bravi" esclamò quest'ultimo non appena ebbe parcheggiato l'auto di fronte la scuola e chiuso gli sportelli affinché non potessimo uscire prima di aver attentamente ascoltato le sue raccomandazioni; "e già che ci siete.. divertitevi."
Harry sorrise, fingendo che questa ramanzina non lo scocciasse affatto, "senz'altro, zio James. Grazie ancora per aver firmato per me al posto di mia madre."
Stupido leccaculo, pensai. Misi le braccia conserte e rimasi con le braccia conserte in silenzio, nel sedile posteriore mentre Harry era davanti, accanto a mio padre.
"Ma figurati Harry, te l'ho già detto, non devi ringraziarmi di niente."
"Papà, credo che dovremmo andare, sono arrivati i pullman" gli feci notare, indicando fuori dal finestrino.
Lui annuì e aprì gli sportelli, ma prima di farmi sgattaiolare via, mi trattenne per stamparmi un - eccessivo - e premuroso bacio sulla guancia.
"Stai attenta, non farmi preoccupare" sussurrò, improvvisamente titubante.
Harry era già fuori, dunque ne approfittai per abbracciarlo un'altra volta.
Sapevo che, dopo la morte della mamma, la sua paura di perdere persone care era notevolmente aumentate. Ed io, dopotutto, ero tutto ciò che gli restava.
Continuai a salutarlo con cenni di mano, fino a quando arrivai all'ingresso della scuola dove la professoressa e gli altri compagni ci stavano già aspettando.
"Bene, adesso che siamo finalmente tutti, possiamo fare l'appello!"

Nel bus mi accomodai tra le ultime file accanto a Vicki, mentre Harry, Zayn e il loro gruppo di maschilisti idioti se ne stavano a far confusione negli ultimi sedili.
La professoressa non perse altre occasioni per annoiarci con il programma stabilito per il viaggio d'istruzione - più comunemente chiamata gita da noi studenti - e tante altre spiegazioni inutili a cui né io né nessun altro prestò particolare attenzione.
Dopo circa venti minuti di tragitto, la mia migliore amica sputò il rospo su quello che evidentemente non vedeva l'ora di sapere già da tempo: "allora, come ti senti? Agitata?"
"Per cosa dovrei essere agitata?" domandai, fingendomi confusa, ma a dir la verità sapevo bene a cosa si riferisse. In ogni modo, se le avessi risposto subito in maniera positiva avrei dimostrato che sì, ero agitata all'idea di dormire con Harry in una tenda striminzita.
"Lo sai" bisbigliò, attenta a non farsi sentire dagli altri compagni seduti dietro e avanti a noi, "la notte in tenda.. con tu sai chi."
"Passerò la notte in tenda con Lord Voldemort?" scherzai, prendendola in giro.
In risposta, lei mi rifilò un'occhiataccia degna di un serial killer.
Alzai le spalle, gettando la spugna: "non mi definirei agitata. Piuttosto.. scocciata."
Vicki sbuffò ancora, "scocciata?! Io, al tuo posto, pagherei oro per dormire in tenda con Zayn. Non è giusto, perché le fortune capitano sempre agli altri?"
La guardai con occhi sbarrati, "fortune? Forse non ti rendi conto di chi stiamo parlando. Io non ho lo stesso rapporto con Harry di quello che hai tu con Zayn, capito?"
"Però tutte le ragazze dovranno dormire separate dai ragazzi, poi arrivi tu con l'eccezione alla regola" brontolò la mia amica, visibilmente invidiosa, "dovresti ritenerti fortunata."
"Soltanto perché non c'erano altri posti liberi, e la prof ha scoperto che io e Harry siamo imparentati, anche se non è vero" sbuffai, "e ripeto, non sono fortunata. Tu lo sei."
"Oh, certo, povera piccola Meg" creò una vocina stridula con la quale fingere di compatirmi, "dovrà solo dormire con suo cugino stra-figo per il quale ha una cotta segreta. Sì, mi fai proprio pena."
La fulminai con lo sguardo e mi voltai di scatto per accertarmi che nessuno avesse ascoltato la sua ultima frase, "vedi di tapparti quella bocca e non farmi fare figuracce."
Vicki si guardò intorno e poi sfoderò un sorrisetto innocente, "credo di aver alzato un po' troppo la voce, in effetti. Ma quello che ho detto lo penso davvero."
La zittii di nuovo e tirai fuori dalla tasca delle cuffiette per ascoltare la musica, mostrandogliele come chiara proposta di continuare a tacere, "che dici? Facciamo un po' di silenzio?"
La situazione con Liam, invece, era più imbarazzante del previsto.
Dopo che mi aveva letteralmente piantata in asso, addirittura evitava i miei sguardi.
Cercai di non farci troppo caso, anche se sapere di aver sprecato l'occasione di una vita col ragazzo che mi piaceva dai tempi delle medie, mi rattristava parecchio.
"Chi è che aveva detto che faceva freddo al lago?" esclamò Allie Gilbert ad alta voce, una volta scesa dal pullman.
Eravamo appena arrivati, e lei già si lamentava del caldo.
Ogni studente recuperò il proprio zaino o, come nel mio caso, la valigia.
La professoressa ci radunò con attenzione per poi fare un appello per l'ennesima volta.
"Bene, ragazzi! Le tende sono già state montate, grazie all'aiuto dell'agenzia di campeggi della zona, perciò andate pure a sistemare le vostre cose dopodiché inizieremo con l'esplorare la zona" annunciò la prof, lasciandoci - fortunatamente - liberi per qualche minuto. Mi incamminai sola alla ricerca della mia tenda, visto che all'ingresso di ognuna erano affissi dei cartellini con il nome della coppia di studenti a cui era stata assegnati.
"Eccola, questa è la nostra!" sentii esclamare la mia migliore amica, che aveva la fortuna di condividere la tenda con una delle nostre compagne di classe.
Così come tutte le altre, avrebbero passato una divertente notte di scherzi e pettegolezzi notturni, mentre io ero costretta a dormire in un sacco a pelo con accanto quello che la professoressa ormai considerava come mio cugino. Non potevo essere più sfortunata, sebbene Vicki fosse convinta del contrario. In ogni modo, stavo già pensando a varie soluzioni per la nottata con Harry: fingere di dormire dopo cinque minuti, così da non instaurare alcun tipo di dialogo, oppure semplicemente infilarmi le cuffiette per la musica nelle orecchie e ignorarlo fino a quando non si sarebbe addormentato. Ma sapevo che lui era insistente e, soprattutto fastidioso, quindi non ero assolutamente certa che i miei piani avrebbero funzionato.
"Non sembra molto spaziosa" commentò una voce rauca e maschile alle mie spalle, interrompendo i miei pensieri. Ironia del destino, era proprio Harry, che aveva finalmente ritrovato la nostra tenda. La aprì e, dopo essersi leggermente abbassato, riuscì ad entrarci.
Io, invece, che ero - leggermente - più bassa, vi passai attraverso tranquillamente.
Rimasi stupita da quanto piccola e stretta fosse quella maledetta tenda. Deglutii, immaginando già come sarebbe stato dormire lì con lui. Harry ridacchiò, osservando la mia espressione sconvolta e probabilmente capì al volo i miei pensieri.
"Non preoccuparti, farò il bravo" rispose, facendomi un occhiolino che però mi fece dubitare delle sue reali intenzioni.
Incominciai a sospettare che avesse in mente chissà quale scherzo, o che stesse tramando qualcosa con gli altri maschi della classe per umiliarmi e magari scattarmi foto imbarazzanti mentre dormivo.
O forse stavo semplicemente diventando paranoica.
"Giuro che se ti azzardi a.." sibilai minacciosa, puntandogli un dito contro il petto.
Harry sfoderò un sorrisetto innocente, insieme alle sue fossette, e alzò le braccia in aria: "Meg, te lo giuro. Farò il buono, puoi starne certa."
Alzai un sopracciglio, indecisa se credergli o meno, ma nel dubbio lo spinsi indietro.
Lui mi tirò con sé e, non so come, ci ritrovammo a terra sdraiati l'uno sopra l'altro.
Deglutii quando realizzai di essere distesa sopra il suo corpo, e feci una smorfia.
"Salti tu, salto io, giusto?" recitò, prendendomi in giro.
"Non sei divertente, Harold!" brontolai, osservando quando effettivamente ristretto fosse lo spazio lì intorno. Il tessuto di appoggio della tenda era particolarmente umido per via del contatto con l'erba ed io iniziavo già ad essermi pentita di aver partecipato a questa gita.
"Oh, vedo che vi siete ambientati bene voi due!" commentò la nostra professoressa, affacciandosi all'entrata della tenda che - da veri sbadati - avevamo dimenticato di chiudere.
"Non direi.." balbettai, alzandomi in fretta da Harry. Sfortunatamente il tono di voce che avevo usato era troppo basso e così la prof. ascoltò solamente la risposta del riccio:
"sì, solite discussioni tra cugini" ridacchiò, facendo lo spiritoso. Lurido idiota.
Lo fulminai con lo sguardo e, dopo che la nostra insegnante ridacchiò e poi filò via, chiusi attentamente l'apertura della tenda e mi rivolsi nuovamente a lui con aria furiosa.
"Solite discussioni tra cugini?! Sul serio, Harry?" alzai gli occhi al cielo.
Lui scoppiò a ridere divertito e si buttò nuovamente a terra, sdraiandosi con le braccia dietro la nuca e fissandomi in attesa che facessi lo stesso, "smettila di fare la guastafeste e pensa a divertirti ogni tanto."
"Non riesco a divertirmi con te" borbottai, "in un modo o nell'altro finisci sempre per farmi innervosire."
"E' un dono" rispose lui, continuando a ridacchiare sotto i baffi.
Sbuffai e cercai di non rispondere alle sue continue provocazioni, occupandomi piuttosto di sistemare la mia valigia e il resto delle mie cose. Posizionai anche i due sacchi a pelo, il più lontano possibile l'uno dall'altro, per quanto lo spazio limitato lo permettesse.
"Dio, questa tenda è così piccola che chi soffre di claustrofobie morirebbe all'istante! E poi fa caldo, nonostante siamo a Marzo, è assurdo!" iniziai a sbottare, "per non parlare di questi insetti che ci ronzano intorno, come farò a dormire, eh? E dove faremo le docce?!"
Harry mi guardò a bocca aperta e rise, tanto per cambiare: "piantala di fare l'isterica."
"Non sono isterica, cazzo!" gridai, in preda all'esaurimento più totale.
"Calmati."
"Non sai che dire ad una donna di calmarsi mentre è agitata è la cosa più sbagliata al mondo?!" lo rimproverai, esasperata.
Harry si coprì il viso con le mani, "scusa tanto dolcezza, non ho ancora acquistato un manuale di comportamento da applicare in presenza di vostro onore Meghan Allen."
Feci una smorfia e, malgrado tentassi di restare seria, quella frase mi fece ridere.
"Non ci credo, sua maestà ha sorriso! Miracolo!" esclamò soddisfatto, balzando in piedi e ballando come un cretino dentro la tenda che, ovviamente, iniziò a tremolare.
Continuai a ridere per un po', per lo meno finché non sentii le voci di alcuni amici di Harry provenire da fuori: "ehi Styles, sei appena arrivato e già la tenda inizia a tremare? Vacci piano con le spinte amico, così la sfondi!"
Sbarrai gli occhi, furiosa, e lanciai un'occhiata minacciosa ad Harry il quale, in sua difesa, affermò di non essere coinvolto in queste esclamazioni poco decorose dei suoi amici.
"Chi era? Zayn, vero?" esclamai, furiosa e allo stesso tempo rossa di vergogna.
Scosse la testa, "no, Zayn non direbbe mai una cosa del genere. Ma sta' tranquilla, stavano solo scherzando.."
Tese una mano verso di me per cercare di addolcirmi come era successo poco prima, ma io lo respinsi e feci una smorfia, indietreggiando.
"Dobbiamo andare ad esplorare la zona, o faremo tardi."

Un amabile disastro sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora