"i can't stay here, sorry..."

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La mia amica arrivò un'ora dopo, mentre Harry era in camera sua. Portai Vicki nella mia stanza e non sprecai neanche un secondo prima di raccontarle ciò che era successo in sua assenza.
"Non ci posso credere." Aveva risposto alla fine di tutto, chiaramente trattenendosi dal ridere.
"Non azzardarti a sfottermi! E' successo tutto per colpa tua!" le dissi, sbuffando.
Lei mi fulminò con lo sguardo; "mia? Mia?! Cosa c'entro io?!"
"Non sarei caduta se non avessi sentito il bisogno di chiamarti per dirti di venire prima." Spiegai.
"No, la realtà è che non saresti caduta se non fossi stata tanto cretina da dimenticare il telefono in bagno. Oppure tanto idiota da non aspettare che Harry uscisse dal bagno. O tanto imbranata da scivolare come un sacco di patate di fronte al tuo ex fidanzato nudo." Rise.
Feci una smorfia, ma alla fine non potei non lasciarmi andare con lei in una rumorosa risata per l'esilarante casino che ero riuscita a combinare.
Il resto del pomeriggio trascorse così, con me e lei chiuse in camera, a spettegolare e guardare la televisione con l'unico scopo di distrarmi da Harry e quello che era successo.
La situazione, però, degenerò quando - come ero stata avvertita - arrivò anche Zayn.
Suonò il campanello, ed io e Vicki ci guardammo perplesse.
"Chi è?" mi chiese lei, restando comunque immobile e comodamente seduta sul mio letto.
"Harry ha detto che avrebbe invitato degli amici" alzai le spalle, con disinteresse.
Quando vidi la sua espressione stupita, capii cosa avesse in mente. Voleva sapere se tra loro ci fosse anche il suo ragazzo e, ovviamente, Harry non poteva non aver invitato il suo migliore amico.
Scendemmo di sotto e feci una smorfia quando mi accorsi che Harry aveva invitato solo Zayn.
Lo aveva fatto chiaramente di proposito, in modo tale che quei due stessero insieme ed io mi ritrovassi da sola. Sempre il solito vecchio Harry, stronzo e fastidioso.
"Vik, andiamo?" chiesi alla mia amica, invitandola chiaramente a tornare in camera mia.
"Umh, sì, un secondo" mi trattenne, mentre continuava a restare tra le braccia del suo ragazzo.
Zayn mi salutò con un sorrisetto e un cenno di mano, ma io ero troppo concentrata a riservare occhiatacce ad Harry. Quest'ultimo mi sorrise, per poi avvicinar misi.
"Perché quel muso lungo?" sussurrò contro il mio orecchio, ed io sbuffai.
"Finiscila, l'hai fatto apposta."
Harry rise, facendo comparire quelle fossette che lo rendevano adorabile anche in un momento come questo. Misi le braccia conserte e mi tenni a distanza da lui.
"Come sta il ginocchio?" mi chiese poco dopo, con tono di voce più serio e pacato.
"Sta bene, ha smesso di sanguinare." Risposi.
"Dai, fammi dare un'occhiata per controllare.." provò ad insistere, ma lo interruppi.
"No. Finiscila di fingere che te ne importi qualcosa e torna dal tuo amichetto." Sbottai.
Detto questo gli voltai le spalle e salii in camera mia, senza neanche aspettare Vicki.

"Pronto?" ne approfittai per stendermi a letto e telefonare a mio padre.
"Meg, tesoro! Che è successo, qualcosa non va?!" chiese subito, preoccupandosi come al solito.
Un sorriso mi si stampò in viso, "va tutto bene papà, rilassati. Volevo soltanto sapere come procede il viaggio, se sei già arrivato e.."
"Sono arrivato all'aeroporto di Parigi proprio in questo momento, ora sto andando a recuperare i bagagli. Sei sicura che vada tutto bene, lì?" insistette, premuroso.
Annuii, nonostante fossi consapevole che non potesse vedermi: "tutto alla grande, papà."
Ovviamente dovetti mentirgli per non farlo preoccupare, ma in realtà andava tutt'altro che bene.
Volevo soltanto trascorrere una giornata con la mia amica senza dover pensare al mio ex ogni secondo, e puntualmente lui aveva pensato bene di mettermi i bastoni tra le ruote, ancora.
"Che fate, tu ed Harry?" domandò dall'altra parte, dove si sentiva un gran rumore.
"Nulla di entusiasmante, abbiamo invitato anche Zayn e Vicki per stare un po' con loro. Serata tranquilla, non preoccuparti. Probabilmente ordineremo una pizza." Spiegai.
"Va bene, mi raccomando fate i bravi e non distruggete casa" rise, "ti chiamo più tardi."
"Okay" sospirai, "a dopo. Ti voglio bene, papà."
"Ti voglio bene anch'io."
E la chiamata si concluse così. Bloccai lo schermo del telefono e mi voltai a letto, sprofondando il viso contro il cuscino. Chiusi gli occhi per qualche istante, sentendo le voci e le risate provenienti dal piano di sotto. A quanto pare si stavano divertendo tutti, senza di me.
Sospirai e riportai lo sguardo in alto, verso il soffitto. Mi portai le mani tra i capelli e rimasi sdraiata ancora a lungo, finché - all'incirca mezz'ora dopo - sentii qualcuno bussare alla mia porta.
"Oh, ce l'hai fatta." Commentai quando vidi Vicki entrare con uno sguardo colpevole stampato in faccia. Lei si mordicchiò nervosamente il labbro e venne a sedersi accanto a me.
"Mi dispiace, mi sono fatta distrarre da Zayn" ribatté, "ma non dovresti prendertela tanto. Anzi, credo che la cosa migliore che tu possa fare sia scendere di sotto e divertirti con me, fregandotene completamente della presenza di Harry. Ignoralo, invece di scappare da lui ogni volta."
"Non è molto facile ignorare Harry Styles, sai?" replicai, roteando gli occhi al cielo.
Vicki ridacchiò, "allora affrontalo. Qualsiasi cosa, tranne questa. Insomma, è chiaro che abbia invitato Zayn per farti un dispetto e mettere a seria prova la mia concentrazione, ma non ti lascio da sola. Non più, almeno. Potremmo scendere di sotto e stare tutti quanti insieme, così che tu possa dimostrargli che sei forte tanto quanto lui."
"Ma non lo sono, è questo il problema" sbottai, alzandomi finalmente dal letto, "ci provo ma non ci riesco. Non so quale sia il suo trucco, so solo che ogni volta che lo guardo negli occhi io mi sento morire. Perché mi manca, Vik! Mi manca stringerlo, baciarlo, averlo con me.. lo amavo davvero."
"Amavi?" mi fece notare lei, ripetendo il mio tono al passato. Storsi il naso e sospirai.
"Lo amo ancora, è ovvio." Precisai.
"Ed è ovvio che anche lui ama ancora te" ribatté Vicki, "è semplicemente più bravo a nasconderlo."
"Ma non c'è via d'uscita, perché ha scelto lui di porre fine a tutto! E' stato lui a lasciarmi!" esclamai, "e le cose non cambieranno né ora né mai. Ha scelto di darla vinta a sua sorella, quindi dovrò farmene una ragione e l'unico modo che ho per andare avanti è togliermelo dalla testa."
La mia amica si alzò in piedi a sua volta e mi si avvicinò comprensiva, senza aggiungere altro.
"Il punto è che non ci riesco" abbassai lo sguardo, affranta, "è impossibile togliersi qualcuno dalla testa se sei costretta a viverci sotto lo stesso tetto, a vederlo ventiquattro ore su ventiquattro. Capisci? E' una vera e propria tortura!"
"Forse l'unica via d'uscita sarebbe cominciare a frequentare qualcun altro. Non sto dicendo che devi farlo adesso, subito, ma quando sarai pronta" mi consigliò, "il mondo è pieno di bravi ragazzi, sono sicura che ti innamorerai ancora e sarà splendido come lo è stato la prima volta."
Rimasi in silenzio, scuotendo la testa esasperata. Non volevo saperne di frequentare altri ragazzi.
"Liam, ad esempio, è così dolce e carino con te. Tu sei sempre stata cotta di lui, questo sarebbe il momento adatto per far nascere qualcosa tra voi e magari conoscervi meglio." Aggiunse.
"Liam è un ragazzo fantastico, siamo amici e gli voglio bene, ma c'è un problema."
"E cioè?" mi chiese, perplessa.
"Lui non è Harry." Balbettai col cuore in gola, e gli occhi lucidi.
Prima che potessi scoppiare ancora, Vicki mi abbracciò forte. E fu più confortante di mille parole.

Un amabile disastro sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora