"When I loved you .. I loved you too."

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"Mai sottovalutare una donna ferita e la sua vendetta" fu la risposta di Zayn dopo che gli raccontai tutto, il pomeriggio del giorno dopo. Più ci pensavo e più ero furioso.
"Non hai ancora detto niente a Meghan?" chiese lui, sorpreso.
"Che avrei dovuto dirle?" brontolai, "Allie Gilbert, la tipa che mi sono scopato un paio di settimane fa, si è rivelata una pazza ossessiva che vuole rovinarmi la vita?"
Zayn sogghignò, divertito.
"Non c'è niente da ridere" lo rimproverai, infilando una mano in tasca per poi tirarvi fuori una sigaretta, "non so che fare. Dammi uno dei tuoi fottutissimi consigli."
"E' semplice, dovresti dire a Meg che è stata Allie a parlare con Liam, e non tu" rispose, come se fosse la cosa più facile del mondo.
Feci una smorfia, concentrato sull'accendino che tenevo tra le dita. Stava per piovere ma io e Zayn eravamo ancora nel campo da calcio infangato e deserto del quartiere.
"Non penso che mi crederebbe" alzai gli occhi al cielo, mettendo le braccia conserte, "è convinta della mia colpevolezza e non sembra che voglia perdonarmi molto presto."
Il mio amico sospirò e accese a sua volta una sigaretta, "ti importa davvero molto, eh."
Gli lanciai un'occhiataccia, "e adesso dove vuoi arrivare? Non ricominciare."
"Dico solo che ultimamente non fai altro che parlare di lei e di questa storia" alzò le spalle, "per essere una ragazza di cui non ti importa niente, ti impegni molto per dimostrarle la verità."
Serrai la mascella e cacciai cerchi di fumo dalla bocca, "lo faccio solo perché sono costretto a viverci sotto lo stesso tetto. E non è bello vedere una musona che gira la faccia dall'altra parte ogni volta che siamo a tavola insieme."
Zayn accennò un sorrisetto, "sicuro che sia solo questo il motivo?"
Gli diedi un leggero spintone, "sì, amico, solo questo. Finiscila di farti strane idee."
Lui però continuò a sogghignare soddisfatto per la mia scarsa credibilità.
"Dovresti dire ad Allie di parlare lei stessa con Meghan" continuò poco dopo, "solo così ti crederebbe."
"Peccato che la cara Allie non lo farebbe mai. Mi odia e ha ottenuto quel che voleva."
"Allora dovrai giocare sporco come lei" gli occhi di Zayn si fecero più cupi, "scendi al suo livello e battila con le stesse armi."

Un giovedì mattina, a scuola, andai in palestra per iscrivermi al club di football.
Zayn ne faceva parte, e anche Liam.
Si da il caso che Allie Gilbert fosse una delle cheerleader della nostra squadra, e non sembrò molto entusiasta della notizia.
Il coach, invece, sembrava molto contento mi fossi unito al team.
Disse che aveva sentito tanto parlare di me, il ragazzo nuovo e allergico alle regole.
Tuttavia quando vidi l'uniforme delle cheerleader non potei far altro che domandarmi come avessi potuto non iscrivermi prima.
Un top aderente e una gonnellina corta che fasciava il culo di quelle ragazze in maniera a dir poco paradisiaca.
Purtroppo la mia mente fece un passo in avanti e cominciò ad immaginarla addosso a Meghan.
Allie aveva un seno enorme, questo sì, ma per tutto il resto aveva molto da invidiare al corpo e alle curve di Meg.
Cercai di scacciare i miei perversi pensieri e mi concentrai sul piano ideato per vendetta.
Alla fine dell'ora di educazione fisica, che per mia fortuna era anche l'ultima delle lezioni del giorno, mi avvicinai allo spogliatoio femminile alla ricerca di Allie.
Aspettai fuori dalla porta, vedendo molte delle mie compagne uscire una dopo l'altra, ma ancora nessuna traccia di Allie. Soltanto un quarto d'ora dopo finalmente la vidi uscire dallo spogliatoio e sbarrare gli occhi nel trovarmi lì, appoggiato al muro e con le braccia incrociate. Non c'era anima viva, e questo non sembrava tranquillizzarla molto.
"Styles" farfugliò, colta alla sprovvista, "che ci fai qui?"
"Volevo vederti" risposi disinvolto, "immaginavo volessi farmi le congratulazioni per essere entrato in squadra. Ti fa piacere, non è vero?"
"Molto" replicò, alzando un sopracciglio quando mi vide avvicinarmi, "e tu avrai l'occasione per stringere più amicizia con Liam ora che, grazie a me, non dovete più contendervi la stessa ragazza."
A quel punto mi risultò difficile trattenermi e continuare a fingere tranquillità, ma dovetti farlo per seguire il piano alla perfezione. Ero più che deciso a smascherarla.
"Hai ragione, chissà, magari io e lui diventeremo ottimi amici" risposi infine.
"Che cosa vuoi, si può sapere?" brontolò poco dopo, guardandosi intorno spazientita. Sembrava una mestruata.
Mi passai una mano tra i ricci e finsi agitazione, "volevo dirti che mi dispiace. Mi dispiace per come ti ho trattata e come sono sparito dopo averti portata a letto, io.. ho sbagliato alla grande con te e non lo meritavi."
Allie aggrottò la fronte, scrutando il mio viso con attenzione per cercare di capire se stessi mentendo.
Per mia fortuna avevo ottime capacità teatrali.
"Lo dici solo per farmi dire la verità a Meghan" sbuffò, abbassando lo sguardo.
Scossi la testa, "lo dico perché è quel che penso. Sei stata più furba di me nel raccontare tutto a Liam, ti avevo decisamente sottovalutata. E adesso che so quanto i nostri caratteri siano simili, mi piacerebbe conoscerti meglio."
Fu strano dire quelle parole, specialmente perché sapevo quanto fossero false, ma sapevo anche di farlo per una buona causa. Adesso non mi restava che sperare che lei abboccasse.
La vidi in difficoltà, stava quasi per cedere, lo capivo dal modo in cui non riusciva a guardarmi negli occhi perché troppo imbarazzata e orgogliosa.
"Senti, Harry, ne riparliamo" borbottò indecisa, "ho un pullman da prendere."
Mi avvicinai ancora di più e sfruttai l'occasione per accarezzarle il viso, sperando di addolcirla.
"Non mi importa nulla del pullman" sorrisi provocatorio, "io non ho fretta. E non m'importa nulla neppure di Meghan, se proprio vuoi saperlo. Non voglio lei, è una patetica viziata dal suo paparino che gioca a fare la dura. Io cerco altro.. cerco una come te."
Allie aprì leggermente la bocca, e percepii la sua corazza abbassarsi. Il suo scudo di difesa era ufficialmente crollato, ed io ero vicino alla vittoria. Presi il suo viso tra le mani e la baciai senza darle tempo di replicare, sperando che cadesse nella trappola.
A dire il vero, per un breve istante, mi sentii un verme nel prendere in giro una ragazza in questo modo. Poi mi ricordai quel che lei mi aveva fatto e i sensi di colpa svanirono.
La baciai sul collo, sulla scollatura della canottiera, per poi tornare alle labbra. Le infilai la lingua in bocca e, quando sentii finalmente le sue braccia circondarmi la schiena, capii di avercela fatta. Avevo vinto, il piano stava andando a buon fine.
"Che stai facendo? Tutto questo non deve.." balbettò lei ad un tratto, confusa, ma la interruppi. La guardai e le sorrisi, "lasciati andare, so che mi vuoi."
Allie cercava di essere stronza, ma non le riusciva bene esserlo. Non con me, almeno.
La presi per mano e la trascinai nello spogliatoio ormai vuoto. Se fossimo stati beccati, avremmo certamente ricevuto come minimo altre ore in detenzione, se non l'espulsione dalla scuola. Ma ero troppo concentrato sul portare a termine quel fottuto piano.
Dopo aver chiuso a chiave la porta ed essermi accertato che fossimo soli, la spinsi contro un armadietto e ripresi a baciarla con passione. Con una mano le palpai il seno da sopra la divisa, con l'altra cominciai a spogliarla. Le succhiai la pelle del collo, marcando il territorio, e mentre lei gemeva ad occhi chiusi infilai una mano in tasca per accendere il registratore.
"Dovrei essere incazzato con te, per aver cercato di fregarmi" le dissi ridendo, "ma non ci riesco. Sei così sexy."
Allie, non essendosi accorta di nulla, sorrise e continuò ad ansimare sotto il mio tocco invadente e violento; "non l'ho fatto solo per me, per vendicarmi. Ero un po' gelosa, a dire il vero, perché credo tu possa avere di meglio che quella sgualdrina di Meghan Allen."
Una sensazione mista tra il fastidio e la rabbia nel sentirla chiamare Meg in quel modo mi invase, ma dovetti seppellirla anche questa volta. Continuai a baciarla soddisfatto, poi le abbassai la gonnellina e gli slip una volta per tutte.
"Sei proprio una stronza, mi piace" le sussurrai all'orecchio, per poi morderle il lobo.
"Mi ecciti quando seì così rude" ridacchiò lei, "e dovevi vedere la faccia di Liam quando gliel'ho detto, sembrava un pinguino per quanto era pallido."
Cercai di sbrigarmi perché, nonostante l'eccitazione del momento, non volevo avere più niente a che fare con quella ragazza e quel che stavo facendo serviva solo a scopi personali.
Nulla di più, stavo registrando la conversazione per avere delle prove e poterla ricattare.
Un gesto viscido e da perfetto bastardo, ma lei aveva fatto lo stesso. Parità.
Continuai a dirle parole sporche e lei si lasciò andare, come previsto. Mi abbassai i pantaloni e i boxer insieme, assicurandomi che il telefono nella tasca stesse ancora registrando tutto quanto. Lei era spalmata contro l'armadietto e teneva gli occhi chiusi; per essere una tipa furba e astuta, non si accorse di nulla.
Tirai fuori un preservativo e diedi inizio allo spettacolo, beandomi delle sue urla e della mia spietata vendetta.

Tornai a casa per pranzo piuttosto tardi, per ovvi motivi.
Cercai di ricompormi il più possibile e coprire i residui del sesso selvaggio con Allie. I succhiotti sul collo e i capelli in disordine, però, non aiutavano molto.
Entrai in casa e trovai Meghan e lo zio James già a tavola. Quest'ultimo mi accolse diversamente dal solito.
"Harry" disse soltanto, "ti abbiamo chiamato più volte, dov'eri finito?"
Incrociai lo sguardo di Meghan, ma i suoi occhi erano posati sul piatto, non aveva smesso di mangiare e guardare a terra per tutto il tempo da quando avevo messo piede in cucina.
"Mi hanno trattenuto per un'altra ora di punizione, una seccatura" mentii, sedendomi accanto a lei. Un silenzio imbarazzante calò nella stanza.
Lo zio mi porse un piatto e si alzò dal suo posto per cominciare a lavare i patti, "poi dovrai spiegarmi a cosa sono dovute tutte queste ore in detenzione. Va tutto bene a scuola, Harry?"
Sbuffai, "i professori mi danno addosso perché sono nuovo e non mi conoscono. Spero gli passi presto e la finiscano con questo accanimento."
A quell'affermazione vidi Meghan fare una smorfia, mentre continuava a mangiare con gli occhi rivolti verso l'alto pur di non incrociare i miei.
"Vuoi che intervenga o faccia qualcosa per aiutarti?" aggiunse mio zio, "ho sentito Anne questa mattina, e anche lei era preoccupata per il tuo inserimento a scuola."
"Mia madre tende sempre a esagerare" ridacchiai, masticando un boccone dopo l'altro, "sto benone. I prof non mi spaventano, per il resto a scuola mi trovo bene."
"Oh sì, lo vedo" sbottò ad un tratto la ragazza seduto al mio fianco, "si nota che ti trovi bene, visto che torni da lì con deliziosi segni di rossetto sul collo."
Lo zio James sbarrò gli occhi e sorrise, "è vero, non l'avevo notato! Sto proprio diventando cieco, ah la vecchiaia."
Lanciai un'occhiataccia a Meghan la quale era rossa e visibilmente infastidita.
"Che posso farci se sono una calamita per le ragazze?" alzai le spalle, facendo ridere lo zio.
"E' un vizio di famiglia, anche tuo nonno aveva un certo fascino e faceva sempre colpo su tutte le compagne di scuola. Poi ha incontrato la nonna e da lì ha messo la testa a posto, visto che siamo nati io e tua madre" raccontò James, con occhi sognanti e immersi nei ricordi.
"Chissà, magari capiterà anche a me, un giorno" commentai, sorridente.
Lo zio annuì, "capita a tutti prima o poi, di trovare la propria anima gemella."
A quell'affermazione notai gli occhi vispi e luminosi di Meghan posati su di me, ma non appena me ne accorsi e li incrociai, lei girò la faccia per l'ennesima volta.
"Non è sempre semplice, ma vale la pena lottare per trovarla" continuò lui, "non c'è niente più bello di amare qualcuno ed essere amati."
Dopo il pranzo e le sagge lezioni di vita dello zio James, salii le scale e arrivai in camera mia. Cercai di nascondere quelle macchie rossastre sul mio collo e tirai fuori dalla tasca il cellulare, riascoltando ciò che avevo registrato qualche ora prima.
Avevo Allie in pugno, letteralmente; si poteva sentire perfettamente la sua voce e le sue parole che confessavano ciò che aveva fatto.
Si era permessa di raccontare a Liam fatti privati, per poi mettermi contro la ragazza con cui abitavo, e tutto solo per un capriccio personale. Sapevo che, non appena Allie avesse scoperto il mio subdolo piano di vendetta, avrei dovuto affrontare le conseguenze. Ma non mi sarei certamente lasciato intimorire da una ragazzina, ciò che volevo era che la verità uscisse fuori e che Meghan capisse di avermi incolpato troppo in fretta.
Uscii dalla mia camera, quindi, e bussai alla sua porta.
"Harry" balbettò intimidita, quando mi trovò nel corridoio, di fronte alla sua stanza.
"Posso parlarti un attimo?" chiesi, "c'è qualcosa che credo dovresti sapere."
"Cosa non ti è chiaro del fatto che io non voglia più vederti?" sospirò, esasperata.
"E' un po' difficile che il tuo desiderio venga esaudito, visto che abitiamo sotto lo stesso tetto" sorrisi sfacciatamente, superandola ed entrando con prepotenza nella sua cameretta.
Meghan fece una smorfia, chiudendo la porta e fulminandomi con lo sguardo.
"Ti do cinque minuti di tempo, poi ti voglio fuori di qui" mise le braccia conserte.
"Sei ancora convinta della mia colpevolezza, sul serio?" replicai, alzando un sopracciglio.
"Certo" annuì, mettendo le mani sui fianchi, "ma credo ti farà piacere sapere che il tuo tentativo di distruggermi la vita e separarmi da Liam non è andato a buon fine."
Aggrottai la fronte, "che intendi?"
"Liam mi ha mandato un messaggio, poco fa" sussurrò impacciata, "dice che ha pensato molto in questi giorni e vorrebbe vedermi per parlare e prendere una decisione definitiva."
Mi bagnai le labbra, "fantastico. Sono contento per te."
E pensare che stavo per tirar fuori dalla tasca il registratore per spiegarle tutto e fare in modo che non ce l'avesse più con me. Ma l'unica cosa che le interessava sul serio era che Liam la perdonasse, e a quanto pare era già successo senza il bisogno che io intervenissi personalmente. Dunque lasciai il cellulare in tasca e scossi la testa.
"Quindi, cos'è che volevi dirmi?" brontolò, "cosa dovrei sapere di tanto urgente?"
"Niente" infilai le mani nelle tasche dei pantaloni, "buona fortuna con Liam."
Lei fece una smorfia e rimase a guardarmi confusa mentre uscivo dalla sua stanza a passo svelto.

Continuo:).

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