"Because you are mine."

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HARRY'S POV:
Fingere che non m'importasse nulla del bacio tra Meghan e Liam, quando in realtà mi stava facendo impazzire, fu una delle cose più difficili che avessi mai dovuto fare.
Mi ero sforzato di ignorarlo perché - anche se mi era costato molto - l'ultima cosa che volevo era fare una scenata alla festa della ragazza di Zayn. Ero sempre stato impulsivo e istintivo, fregandomene di tutto e di tutti, ma aveva ragione Meg: con il tempo stavo cambiando, forse maturando. Dunque continuai a parlare con questa tizia bionda che sembrava non aver intenzione di chiudere quella dannata bocca neanche per un secondo, nonostante fosse palese che non la stessi neanche ascoltando. Era carina, sì, ma nella mia testa c'era sempre un'altra ragazza.
Una ragazza che, come un fottuto idiota, avevo lasciato andare e che ora stava voltando pagina con un altro. Eppure non mi pentivo totalmente di quello che avevo fatto, perché lo avevo fatto per lei.
Per il suo bene. Stare con me le avrebbe soltanto incasinato la vita, e non potevo essere tanto egoista da consentirlo soltanto perché la volevo ad ogni costo.
"Tutto bene, amico?" mi chiese Zayn circa un'ora dopo, quando mi vide seduto da solo in un angolo del salone con un bicchiere di vino in mano.
"No, credo che andrò via tra poco." Dissi, stringendo la presa della mano sul bicchiere mentre continuavo a guardare Meghan ballare con Liam. Non riuscivo più a sopportarlo, e prima che potessi frantumare il bicchiere di vetro in mille pezzi, Zayn me lo tolse dalla mano.
"Non puoi andartene ora, manca poco a mezzanotte" borbottò lui, facendo una smorfia.
"Cosa resto a fare? Per guardare la ragazza che amo mentre si diverte con un altro?"
"Amico, l'unico modo per superarlo è smetterla di pensarci. Alzati e trovati una bella tipa con cui divertirti anche tu, fai il suo stesso gioco. Sono sicuro che Meg lo stia facendo di proposito" commentò Zayn, portando un braccio attorno alla mia spalla.
Aggrottai la fronte, perplesso e anche un po' destabilizzato per tutto il vino bevuto; "cosa starebbe facendo di proposito?"
"Ballare con Liam, ovvio. Vuole farti ingelosire, ci scommetto le palle." Rise.
Mi bagnai le labbra e la guardai meglio, giù in fondo alla sala, mentre rideva con lui.
"Non lo so.. tu non hai visto come mi ha parlato prima in macchina. Era fredda come il ghiaccio."
"E' ovvio, le hai spezzato il cuore. E adesso vuole fartela pagare, dammi retta." Insistette, deciso.
Lo guardai in faccia e gli dissi; "come diamine fai a capire le donne così bene?"
Zayn ridacchiò ancora e alzò le spalle; "talento naturale. Alzati e vieni a sbronzarti con me, avanti."

MEGHAN'S POV:

La festa di Vicki non fu splendida come avrei voluto che fosse, ma la colpa di questo era soltanto mia e del mio pessimo umore facilmente condizionabile da Harry. Tuttavia alla fine riuscii a non pensare troppo a lui, nonostante i miei occhi lo cercassero spesso durante la serata.
Liam si comportò da buon amico, ed ero felice che le cose non fossero diventate strane dopo il bacio che gli avevo dato. Mi aveva capita, e non potevo che esserne riconoscente.
Semplicemente mi divertii con lui, con la mia migliore amica, cercando di passare una nottata spensierata. Era quello di cui avevo bisogno, dopotutto.
Al ritorno mi feci riaccompagnare da Liam, perché il solo pensiero di andare in macchina con Harry un'altra volta mi faceva rabbrividire. Specialmente dopo la discussione che avevamo avuto nel tragitto d'andata; no, non era decisamente il caso.
"Se hai bisogno di farlo ingelosire ancora, sappi che sono sempre disponibile." Scherzò Liam, dopo che fossi scesa dalla sua auto.
Mi avvicinai al suo sportello, dove aveva abbassato il finestrino, e gli sorrisi.
"Grazie ancora per non aver frainteso. Ti voglio bene, lo sai, vero?" gli dissi, tutto d'un tratto.
Lui annuì, con un braccio penzoloni fuori dal finestrino, e mi strizzò un occhio.
"Buonanotte, Meg." Sorrise anche lui.
"Buonanotte Liam" risposi a mia volta, per poi sgattaiolare verso il portone di casa.
Erano quasi le tre del mattino, e l'ultima cosa che volevo era svegliare mio padre.
Onestamente non avevo visto Harry andarsene, quindi non sapevo se fosse già tornato oppure no.
Lo scoprii al mio risveglio. Ero devastata dalla stanchezza, infatti mi alzai piuttosto tardi.
Dopo aver sbadigliato un po' ed esitato a lungo per alzarmi dal letto, realizzai che fosse già mezzogiorno. Con una mano tra i capelli e un aspetto decisamente poco presentabile per via del sonno accumulato, uscii dalla mia camera e nel corridoio vidi la porta della stanza di Harry aperta.
Oltretutto era intatta e vuota, il letto stranamente fatto come se nessuno ci avesse dormito, e un silenzio di tomba. Aggrottai la fronte perplessa, chiedendomi dove fossero tutti.
Non c'era scuola quel giorno, dunque il riccio non poteva essere lì. Scesi le scale e diedi un'occhiata in salone poi in cucina, dove trovai un biglietto da parte di mio padre con cui mi avvisava di essere a lavoro. Mi portai una mano in fronte e sospirai, realizzando che Harry fosse sparito nel nulla.
Mentre meditavo su dove potesse essersi cacciato, il telefono di casa cominciò a squillare.
Sbuffai e corsi a rispondere, per poi brontolare un assonnato "pronto?"
"Pronto, sono Gemma. Chi parla?" ribatté quella voce femminile che non sentivo da un po' di tempo e che mi fece immediatamente sgranare gli occhi.
Era davvero lei, dall'altra parte del telefono c'era Gemma. La sorella di Harry, nonché la causa della fine della mia relazione con lui. Deglutii e cercai di reprimere il mio profondo odio per lei.
"Sono Meghan." Sibilai, senza neanche sforzarmi di sembrare amichevole.
"Oh."
"Già, oh." Ripetei scocciata, incapace di trattenermi.
"Ciao Meghan! Ho chiamato per sentire tuo padre, per caso James è in casa o.."
"No, mio padre è a lavoro." Borbottai, interrompendola bruscamente.
"Ah, va bene. Allora vorrà dire che richiamerò più tardi." Farfugliò, cercando di sviare il discorso e far finta di nulla. Ma ora che avevo finalmente l'opportunità per affrontarla e smascherarla, non intendevo lasciarmi sfuggire l'occasione dalle mani.
"Cosa dovevi dire a mio padre?" chiesi, rigida.
La sentii sospirare dall'altra parte, come se stesse sbuffando; "James è stato così gentile ad ospitarmi, settimane fa, quindi volevo semplicemente parlare un po' con lui."
"Oh, certo. Quindi volevi dire al mio papà quanto ti fossi divertita a stare in casa nostra mentre in realtà non hai fatto altro che indagare su me e tuo fratello?!" sbottai, esasperata.
Gemma trattenne il fiato per un secondo; "non so di cosa tu stia parlando, Meghan."
"Piantala di fare la santarellina, quando in realtà sei la più stronza e falsa che abbia mai conosciuto!" esclamai, come se qualcun altro si fosse impossessato della mia bocca e stesse sputando quelle offese su di lei con tutta la rabbia e il dolore che avevo trattenuto nell'ultimo periodo.
"Come, scusa?" ribatté lei, chiaramente stupita. Di certo non si aspettava una reazione del genere da parte mia, dopo settimane di silenzio. Ma avevo sbagliato a stare zitta, dopo il ricatto che aveva fatto ad Harry sarei dovuta intervenire all'istante, anziché piagnucolare e dargliela vinta così.
"Sai bene di cosa parlo, sappiamo entrambe cosa hai fatto." Continuai, rabbiosa.
"Il modo in cui mi stai parlando dimostra soltanto che ho fatto bene a farlo." Replicò all'improvviso, confessando finalmente e rivelandosi per quella che era sul serio.
"Non mi conosci, non sai niente di me, non sai nulla del mio rapporto con Harry" strinsi i denti, "ti sei basata soltanto su un insignificante dettaglio per giudicarci e distruggerci."
"Il fatto che tu sia stata a letto con tuo cugino non è un insignificante dettaglio, Meghan" insistette, mettendo a dura prova la mia pazienza, "e sono sicura che non lo sarebbe neanche per mia padre o per James."
"Sai benissimo che non c'è alcun legame di sangue tra me e tuo fratello, quindi smettila di fare la paladina della giustizia!" mi ritrovai a gridare contro il telefono senza neanche accorgermene, "non fingere di averlo fatto per lui o per la tua famiglia, perché la realtà è che l'hai fatto per puro divertimento! Ma sai una cosa, chi ci rimette alla fine sei tu. Perché potrai anche averci divisi per ora, o aver fatto a pezzi quello che ci legava, ma anche se non staremo insieme non significa che smetteremo di amarci."
"Harry ha preso la sua decisione, ha dato ragione a me e capisco che ora tu ti senta ferita, ma prendertela con me non ti porterà da nessuna parte." Disse.
"Harry non ha dato ragione a te, mi ha lasciato andare per salvare la nostra famiglia. Per evitare che scoppiassero altri drammi" precisai, "ma è bene che tu sappia una cosa. Forse credi di aver vinto nell' averci separati, ma sappi che lui non ti perdonerà mai per quello che gli hai fatto. Forse io l'ho perso per ora, ma tu hai perso tuo fratello per sempre."
Detto ciò, agganciai la chiamata e misi il telefono a posto.
Era incredibile come averle finalmente detto quello che pensavo mi fece sentire meglio.
Ironia del destino, nel giro di qualche minuto sentii una chiave nella serratura della porta d'ingresso, ed Harry apparve subito dopo.
Il cuore mi balzò in gola quando lo vidi rientrare, con gli stessi vestiti della scorsa sera addosso, i capelli in disordine e gli occhi stanchi di chi aveva trascorso tutta la notte sveglio.
Quando mi vide si fermò anche lui, portando una mano dietro la nuca e abbassando lo sguardo a terra. Aveva l'aspetto di un ladro che era stato colto sul fatto.
"Ehi, emh, buongiorno." Farfugliò lui, incerto su cosa dire.
"Ehi." Ripetei, imbarazzata. Non volevo credere ai miei occhi.
"Zio James è già tornato?" chiese, ed io mi limitai a scuotere la testa.
"Hai dormito altrove, stanotte?" non riuscii a trattenermi dal fargli questa domanda.
Avevo troppo bisogno di saperlo, al diavolo il mio maledetto orgoglio.
"Sì, alla festa di Vicki mi sono lasciato andare con Zayn, ho esagerato un po' troppo con l'alcool e non mi sembrava il caso di tornare qui in quelle condizioni.." ammise, mordicchiandosi il labbro.
Deglutii e girai lo sguardo altrove.
"Capisco" mi sfregai nervosamente le mani, "hai dormito da qualche ragazza o..?"
Subito dopo essermi lasciata scappare questa domanda, vidi il suo immancabile sorrisetto strafottente tornare. E in quel momento mi maledii per averglielo chiesto, per essere stata tanto stupida da aver ceduto alla mia assurda curiosità. Ma il solo pensiero che si fosse ubriacato per poi andare a letto con qualche sconosciuta, come ai vecchi tempi, mi terrorizzava.
"Ti importerebbe, se fosse così?" mormorò persuasivo, avvicinandosi.
Sentii le mie gambe tremare, quando il suo viso si fece sempre più vicino al mio.
"No, certo che no." Scossi la testa, cercando di apparire credibile.
Ma lui sorrise ancora: "come pensavo."
"Bene." Misi le braccia conserte, offesa. Riusciva sempre a farmi spazientire.
"Ho dormito sul divano di Zayn, per non far preoccupare lo zio James." Ammise.
"Ho già detto che non mi importa, Harry." Roteai gli occhi al cielo.
"Giusto, dimenticavo che ora hai altro a cui pensare. Per esempio, Liam Payne."
"Ti importerebbe, se fosse così?" imitai il suo tono di voce per fargli la stessa domanda.
Ma lui, restando serio, rispose subito e sinceramente: "sì, mi importerebbe. Perché tu sei mia."

Un amabile disastro sei tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora