Rimasi scioccata e mi venne un groppo in gola quando il ragazzo si girò a guardarmi ritrovandomi così due iridi verdi che mi fissavano confuse. I suoi ricci fuoriuscivano dal cappuccio dell'accappatoio e la sua altezza incombeva su di me, non sapevo dire se era infastidito dalla mia intrusione o se era scioccato quanto me. Il primo istinto fu quello di scappare, ma la parte matura di me esigeva delle spiegazioni. Di certo non era un malfattore, cioè quale ladro o assassino dopo aver commesso un crimine invece di fuggire si fermava a fare una doccia?
Mi ritrassi quando fece un passo verso di me.
-"Non sai che si bussa prima di entrare?" mi rimproverò cercando di sembrare infastidito ma il ghigno sul suo volto diceva il contrario, infatti sembrava divertito dalla situazione. Abbandonai l'idea di fuggire perché in fin dei conti era lui l'intruso in casa mia, che per giunta stava usando il mio bagno quando nel corridoio in bella mostra ne avevamo un altro anche più grande. Nonostante il suo atteggiamento mi desse fastidio dovevo raccogliere un po' di coraggio prima di parlare.
-"C-chi sei?" chiesi con voce tremolante -"che ci fai in casa mia?!" esclamai con troppa preoccupazione.
-"Non volevo spaventarti" disse per poi superarmi e uscire dalla stanza.
Ero ancora più confusa di prima, non aveva risposto anzi mi aveva del tutto evitata. Mi appoggiai all'armadio, presi un respiro cercando di riorganizzare i miei pensieri ma inutilmente, questa situazione mi rendeva nervosa.
Cioè come vi sentireste se vi ritrovaste in casa un perfetto estraneo?
Dopo pochi minuti ritornò e raccolse i suoi vestiti, ora indossava una maglia bianca e un jeans.
-"Non hai ancora risposto alle mie domande" gli ricordai con fare sicuro quando in realtà ero ancora spaventata; ovviamente mia madre non mi aveva resa partecipe dell'arrivo di questo ragazzo, era palese che era stato tutto programmato e non capivo perché ero sempre l'ultima a sapere le cose.
-"Ti basta sapere che per ora rimarrò qua" sbuffò annoiato. Decisi di non chiedere ancora, mia madre mi avrebbe dato tutte le spiegazioni necessarie, io gli sarei stata alla larga come è mio solito fare con le persone e con lui il compito sarebbe stato ancora più semplice. Lo vidi uscire dalla mia camera e sbattere la porta della sua; a quanto pare oltre che nelle conversazioni era burbero anche nei modi di fare, essendo ospite poteva almeno evitare di radere al suolo la casa comportandosi da persona civile. Ma io non ero da meno.
Cercai di ammazzare il tempo in quelle quattro mura; accesi il mio portatile e girovagai su Twitter alla ricerca di notizie interessanti, poi mi immersi nella lettura dell'ultimo romanzo che avevo affittato in biblioteca e infine mi buttai a capofitto sul letto osservando la parete che avevo deciso di personalizzare. Avevo appeso un grande collage che non era del tutto completo perché avevo la strana usanza di aggiungere una foto qualvolta passavo un momento felice. Guardai poi la mensola sopra la scrivania dove avevo la raccolta di libri che avevo letto durante le vacanze nei momenti di noia fino a quando notai che si erano fatte le otto ed era ora di cena. Scesi in cucina e misi una pizza nel microonde e non attesi molto che già era pronta; infilai un guanto da cucina estraendola dal microonde e per poco non la feci cadere perché distratta dall'arrivo del ragazzo di cui avevo dimenticato la presenza, almeno era un tipo taciturno. Cercai di riprendere a respirare dato lo spavento e poi mi voltai per non guardarlo; volevo continuare a ignorarlo come lui aveva fatto con me anche se sapevo benissimo che mi stava osservando. Se si aspettava di ricevere un invito a cena si sbagliava di grosso.
-"Smettila di fissarmi" ordinai non riuscendo a mangiare con i suoi occhi puntati addosso.
-"Lo sai che è maleducazione guardare in quel modo la gente?" gli feci notare.
-"Lo è anche mangiare e non condividere" ribatté premendo le labbra. Okay aveva ragione, ma lui era davvero antipatico e facendomelo notare si guadagnava solo delle occhiatacce. Alla fine gli passai il cartone contenente l'altra metà di pizza che accettò con un ghigno stampato sul viso. Non volevo essere gentile ma mi sarei sentita in soggezione a mangiare ancora con lui davanti e poi avrebbe potuto fare battutine squallide sul mio peso.
-"Potresti almeno ringraziare" lo rimproverai stanca della sua indifferenza.
-"E sentiamo come vorresti essere ringraziata?" domandò facendo un passo avanti e sorridendo in modo inquietante. Ingoiai a fatica.
-"Lascia perdere te l'ho lasciata solo perché non volevo buttarla via" mentii.
-"Non voglio le simpatie di nessuno" disse tornando acido.
-"Sparisci" non poteva ordinarmi questo, lui non era nessuno.
-"Questa è casa mia!" gli ricordai facendo un passo aventi ma fui costretta ad indietreggiare quando fu lui ad avanzare verso di me. Rise amaramente e si avvicinò a me, ma questa volta non indietreggiai, volevo mantenere la mia posizione e fargli capire di non avere paura quando in realtà volevo solo allontanarmi da lui, nonostante questo non riuscii a reggere il confronto con i suoi occhi. Stavo andando nel panico per la troppa vicinanza e a stento riuscivo a trattenermi dall'urlare.
-"Da ora è anche casa mia" sussurrò nel mio orecchio. Se stava cercando di spaventarmi ci stava riuscendo alla grande. Forse avrei potuto dormire da Jess per qualche giorno finché non fosse andato via. Fui sollevata quando sentii l'auto di mia madre parcheggiare e la distanza tra me e il ragazzo aumentare; pochi istanti dopo vidi entrare mia madre con alcune buste fra le braccia che le impedivano la visuale. Non notai neanche che il ragazzo che fino a poco fa mi era appiccicato era tornato a mangiare la pizza come se niente fosse e senza degnare di uno sguardo mia madre che quando finalmente posò le buste e portò la sua attenzione su di lui rimase a bocca aperta, era scioccata e confusa proprio come me quando me lo ritrovai davanti. Decisi di rompere il silenzio imbarazzante.
-"Mamma non mi avevi informata che avremmo avuto ospiti!" dissi euforica , come se l'idea mi rendesse felice. Io volevo solo che quell'essere sparisse.
-"Cara mi spiace, doveva arrivare fra due settimane.." si giustificò con aria colpevole. L'individuo del quale stavamo trascurando la presenza tirò un finto sorriso.
-"Avrei dovuto avvisare" disse incurante. Dopo che mia madre gli aveva spiegato alcune cose e dopo avergli chiesto se aveva bisogno d'aiuto si ritirò in camera e io ne approfittai per fare, le mie, di domande.
Mi rivolsi sarcasticamente a mia madre.
-"Simpatico il ragazzo. Ora per favore mi spieghi chi è?" domandai stufa di essere all'oscuro di tutto.
-"Lui è un tuo cugino e resterà da noi per un po'" divagò sulle informazioni dicendomi il minimo indispensabile e lasciandomi priva di soddisfazione. Dopo un quarto grado sapevo solo che il mio presunto cugino sarebbe rimasto a vivere da noi finché non avesse trovato un luogo in cui stare; ciò voleva dire che ero costretta sotto l'ordine di mia madre, per quando ci riuscissi, a essere gentile.
STAI LEGGENDO
Deep ~H.S.
FanfictionLa verità viene sempre a galla è una delle regole fondamentali del tempo. E quando viene a galla può renderti libero o annullare del tutto, quello per cui hai lottato. Un altro modo in cui la verità viene fuori è quando lo fa del tutto spontaneament...