Per quanto scontata potesse sembrare dovetti accettarla come unica idea elaborata dal mio cervello. Quella di copiare le sue mosse fu tutto ciò che riuscii ad escogitare così su due piedi. Mi sentivo abbastanza impacciata ad assumere un tale atteggiamento ma ero curiosa di scoprire cosa sarei riuscita ad ottenere.
Mi recai nel bagno grande e mi rilassai sotto il getto bollente della doccia. Uscii dal box e avvolsi il mio corpo in un asciugamano; tamponai i miei capelli quel tanto che bastava per non farli sgocciolare troppo e li spostai su una spalla. Mi guardai allo specchio e cercai di assumere una posizione o un comportamento seducente, ma tutto ciò che ottenni era una faccia da gallina, mi stavo mettendo solo in ridicolo. Mi diedi della stupida per la mia genialata, sicuramente c'erano altri mille modi per fargli cambiare idea e questo era in assoluto il peggiore. Uscii silenziosamente dal bagno trovandomi in corridoio, raggiunsi la porta della mia camera e sobbalzai quando due mani si poggiarono sui miei fianchi.
"H-Harry" dissi balbettando quando sentii il suo respiro caldo sul collo.
-"Lo sai che non dovresti girare così per la casa?" domandò pacato.
-"N-non pensavo fossi qui" ammisi, ero sicura di aver controllato il corridoio prima di uscire dal bagno e fino a dieci secondi fa di lui non c'era traccia.
-"Ma ora ci sono" iniziò a lasciare dei baci umidi sul collo facendomi avvampare.
-"Basta" dissi incapace di formulare una frase che mi permettesse di assumere il controllo della situazione o almeno di me stessa. Invece di darmi ascolto lasciò vagare il suo sguardo sul mio corpo e di conseguenza strinsi di più l'asciugamano in modo che coprisse una maggiore porzione di pelle scoperta. Sogghignò ai miei gesti istintivi e posò una mano sul mio ventre salendo lentamente sempre più in alto.
-"No Harry" bloccai i suoi movimenti incrociando le braccia sotto il seno.
-"Mi piace quando dici il mio nome" fece sfiorare le nostre labbra. Deglutii rumorosamente quado sentii il piccolo rigonfiamento crescere nei suoi pantaloni. Guardai i suoi occhi e sembrò quasi supplicarmi con lo sguardo. Mettendo in stan-by il mio cervello portai la mano sul cavallo dei suoi jeans e la strinsi leggermente facendolo respirare pesantemente. Lentamente arrivai all'elastico dei suoi boxer e incerta sul da farsi provai a muoverla. Sogghignò alla mia esperienza inesistente e gentilmente prese la mia mano e l'avvolse sulla sua lunghezza facendomi strabuzzare gli occhi. Senza rimuginarci troppo l'accarezzai ed iniziai ad andare su e giù velocemente provocando da parte sua gemiti gutturali che mi diedero la giusta scarica di adrenalina per continuare. Pompai più velocemente quando fu vicino e poi passai il pollice sulla punta facendolo venire. Rimasi imbambolata di fronte a tale bellezza, la schiena inarcata, gli occhi socchiusi e le labbra semi aperte lo rendevano uno spettacolo da togliere il fiato. Mi beai di quella visione per qualche secondo prima di essere divorata dai sensi di colpa. Avevo semplicemente fatto qualcosa di irreparabile. Prima che potesse riprendersi aprii la porta alle mie spalle e mi chiusi in camera.
Come avrei fatto a guardarlo d'ora in poi?
Quando sentii allontanarsi ed entrare in quello che presumevo fosse il bagno mi staccai dalla porta e mi vestii. Mi asciugai i capelli e dopo averli raccolti in una crocchia disordinata paragonabile a un nido di uccelli mi gettai a peso morto sul letto. Pensai se esistesse un modo per evitare che quel ragazzo mi fottesse del tutto il cervello, com'era possibile che avesse tanto controllo su di me? Neanche con Louis ero andata oltre il bacio eppure eravamo una coppia da due anni. Harry invece lo conoscevo sì e no da tre settimane ed oltre ad avermi incasinato la vita sentivo una forza attrattiva condurmi a lui, un campo elettrico che mi spingeva a volerlo sentire sempre più vicino. Era tanto sbagliato pensare questo di un proprio parente? La mia mente continuava a proiettarmi le immagine dei nostri genitori, famigliari e amici sconvolti e inorriditi se mai fossero venuti a sapere di questo. Però non riuscivo a togliermi di dosso il suo profumo alla menta e la sensazione di calore che provavo ogni qualvolta mi era vicino. Ma nonostante lo desiderassi dovevo mettere un punto a tutto questo e la cosa migliore da fare era parlarci senza giri di parole.
-"Summer?" la montagna di pensieri fu bloccata dal suono della sua voce.
Rimasi in silenzio e ammutolii anche i miei pensieri per paura creassero rumore.
-"So che sei lì" disse ovvio.
Senza che gli avessi dato il permesso aprì la porta, mi raggiunse sedendosi ai piedi del letto e anche se non lo guardavo sentivo il suo sguardo su di me. Promemoria 'chiudere a chiave la porta a chiave'.
-"Che vuoi?" domandai fingendomi indifferente e disinteressata.
-"Prima cosa sei stata bravissima, la sega migliore della mia vita" sogghignò. Dovevo immaginarlo. Arrossii violentemente e nascosi ancor di più il viso nel cuscino.
'''Ora'''
Cosa?
'''Parlagli ora" suggerì la mia coscienza.
Giusto, ora o mai più.
-"Harry ascoltami" -mi guardò-" quello che è successo non si può cambiare, ma sappi che non si ripeterà più, è stato un momento di debolezza e non ho intenzione di assecondarti in questo gioco malato, è sbagliato" dissi con aria afflitta sperando prendesse seriamente in considerazione le mie parole.
-"Dovevo immaginarlo che eri una santarellina" mi derise.
-"No, non lo sono" -mi accigliai, non poteva giudicarmi in base alla mia scelta -"continui a sbagliarti" sbuffai.
-"No Summer quello che dici tu è sbagliato" scattò.
-"Come scusa?" domandai confusa.
-"Tu continui a vivere seguendo le regole, non esci mai dalla tua routine e se qualcosa va storto anche se provi a nasconderlo cadi nel panico". "Senti il bisogno di avere tutto sotto controllo e di decidere cosa sia giusto e cosa sbagliato, ma ora te lo dico io cos'è sbagliato" -lo guardai atterrita- " se giochi sempre rispettando le regole non proverai mai il brivido del gioco, non vivrai mai davvero Sum" .
La sua espressione seria ma provocatoria mi congelò.
Quindi era questo che pensava?
Che ero incapace di..osare?
Ripensai velocemente alla mia vita negli ultimi anni passata a seguire consigli, aiuti e opinioni altrui. Aveva ragione, ma ora ero desiderosa di fare di testa mia proprio come ai vecchi tempi, volevo tornare a vivere cogliendo l'attimo, avevo dimenticato come si vivesse appieno la vita perché senza accorgermene mi ero rinchiusa in una bolla di vetro che non ero capace di esplodere. Lo guardai negli occhi e prima che potessi cambiare idea risposi e misi da parte la paura facendolo sorridere compiaciuto, delle conseguenze e delle responsabilità avrei fatto peso un'altra volta.
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So che il capitolo è breve ma è abbastanza importante per il continuo perché da qui inizia la vera storia!
Grazie a chi è ancora qui e scusatemi per eventuali errori e se ciò che scrivo non è di vostro gradimento o se non vi piace come si evolve la storia vi prego di dirmelo perché ci tengo a farvi leggere qualcosa di decente.Pia x.X
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Deep ~H.S.
FanfictionLa verità viene sempre a galla è una delle regole fondamentali del tempo. E quando viene a galla può renderti libero o annullare del tutto, quello per cui hai lottato. Un altro modo in cui la verità viene fuori è quando lo fa del tutto spontaneament...