Ci sono tanti modi per iniziare al meglio la giornata, uno di questi sicuramente non è svegliarsi a causa del sole negli occhi. Mi alzai dal letto di malavoglia, era anche abbastanza presto e di solito quando non andavo a scuola dormivo fino a mezzogiorno, ma a quanto pare oggi era un'eccezione. Mi lavai i denti e mi guardai allo specchio, avevo di nuovo le occhiaie visto che la notte scorsa avevo avuto la brillante idea di leggere fino a tardi, infatti sul letto c'era ancora il libro sul quale sicuramente mi ero addormentata date le varie pieghe e grinze sulla copertina. Applicai uno strato di correttore e poi mi vestii velocemente indossando uno dei miei maglioncini preferiti. Presi il telefono e chiamai Jess per chiederle di uscire, era una bella giornata ed era sprecata per restare a casa.
-"Pronto?" a quanto pare stava ancora dormendo ed io da buona amica che sono dovevo buttarla giù dal letto molto dolcemente.
-"SVEGLIAA!!" strillai per poi ridere quando la sentii imprecare sotto voce.
-"Primo smettila di urlare che mi hai rotto un timpano e secondo...sei impazzita?! Ti sembra questo l'orario!?" si lamentò. Iniziai a pregarla e a convincerla di alzarsi e ad andare in centro per le dieci. Quando ci riuscii scesi a fare colazione ma mi fermai nel corridoio incuriosita dai rumori nella porta accanto. Sì lo so, era sbagliato origliare ma io ero capitata lì per caso e per caso mi trovavo ad ascoltare.
-"Lo sai che avresti dovuto avvisarmi" sentii sussurrare a mia madre; forse teneva il tono della voce basso perché pensava che io dormissi e quindi non voleva svegliarmi, ma questo a mio cugino non interessava visto che sembrava quasi urlare.
-"Non devo dare nessuna spiegazione, Anne" pronunciò il suo nome con troppa enfasi e con tono freddo e distaccato.
-"Harry smettila" mia madre sembrava sforzarsi per restare calma.
Ora che ci penso avevo sentito per la prima volta il suo nome e sinceramente mi piaceva da morire, aveva un suo fascino. Quando sentii qualcuno avvicinarsi decisi di fare la mia entrata per non essere colta in flagrante; spalancai la porta e diedi il buongiorno con troppa enfasi e con un sorriso ebete stampato in faccia. Entrambi si zittirono facendo finta di nulla, mi sentivo un po' imbarazzata ma cercai di nasconderlo divorando due toast con la Nutella e un bicchiere di succo d'arancia.
-"Io esco con Jess" dissi aspettando che mia madre annuisse. Dopo presi la borsa e salutai facendo un cenno anche ad Harry che dal canto suo rimase indifferente a contemplare la sua tazza di thè, poi uscii lasciandoli di nuovo da soli.
Presi il pullman e una volta in centro aspettai Jess davanti il nostro bar preferito. Iniziai seriamente a pensare che invece di alzarsi fosse caduta in un coma profondo dimenticandosi di me, ma poi la vidi arrivare con un taxi. La salutai e mi spiegò che aveva perso il bus e di conseguenza aveva fatto tardi. Prima di dedicarci allo shopping mi pregò di accompagnarla a prendere un cornetto perché non aveva avuto modo di fare colazione e ne approfittai per prendermi un cappuccino. Poco dopo ci avviammo vero l'immenso centro commerciale soffermandoci su varie vetrine che a dirla tutta non erano molto interessanti; mi ero quasi arresa all'idea di non trovare nulla fin quando la mia attenzione non fu attirata da un vestito bianco panna esposto su un manchino nero che lo faceva risaltare in mezzo a tutti gli altri. Non ne avevo mai visto uno così fantastico: aveva le maniche e il petto in pizzo, dietro lasciava la spalla scoperta e scendeva fino a metà coscia a modi tubino. Quando Jess si accorse che lo fissavo imbambolata mi spinse subito nel negozio.
-"Che stai facendo?! Non lo comprerò!" urlai sottovoce per non farmi sentire dalle altre ragazze che come noi vagano esauste alla ricerca di un capo d'abbigliamento decente, ma lei non mi diede retta e richiamò l'attenzione di una commessa chiedendole di portarmi la taglia più piccola di quel vestito; lei ci informò che era un capo unico e che quindi a disposizione c'era solo quello esposto, in pratica era un modello della nuova collezione primaverile arrivato proprio stamattina. Mi dovevo ritenere fortunata ad essere la prima a indossarlo?
-"Ti starà divinamente!" esclamò entusiasta la mia amica. Io non mi vedevo neanche fra mille anni con qualcosa di simile addosso, i miei vestiti erano tutti ben coperti e quello sicuramente non era il mio genere. Jess mi guardò avvilita e prima che potesse rimproverarmi per la mia scarsa autostima le tolsi il vestito dalle mani ed entrai nel camerino sotto il suo sguardo compiaciuto. A mio malgrado iniziai a sfilarmi i vestiti, mi sentivo a disagio visto che non provavo mai nulla, tutto ciò che compravo lo prendevo sempre una taglia più grande così da andare sempre sul sicuro e coprirmi anche meglio.
-"Che ne dici di organizzare un pigiama party da te la prossima settimana?" Jess mi distolse dai miei pensieri.
-"Mi piacerebbe ma non penso sia il caso.." avrei accettato ma c'era un piccolo problema.
-"Perché?" chiese con un velo di delusione.
-"Ospiterò per un po' mio cugino" spiegai sospirando.
-"Quello bruttino che l'ultima volta vomitò sulle mie scarpe?" domando disgustata dal ricordo. No n riuscii a fare a meno di ridere ripensando a quando Michel si ubriacò ad una festa e noi lo aiutammo a tornare a casa, però prima di arrivarci lasciò un bel ricordo della serata sulle scarpe di Jess che subito iniziò ad urlargli contro cercando di sfilarsele senza sporcarsi.
-"No... è un cugino di cui ieri ho scoperto l'esistenza, a quanto pare abitava lontano e ora è qui per trovare un posto fisso".
-"Almeno è carino?" la sua domanda mi sorprese leggermente. Mormorai qualcosa di incomprensibile prima che lei ripetesse la domanda.
-"Diciamo... niente di speciale" mentii. Non potevo negare a me stessa che non avevo mai visto un ragazzo così bello e accattivante, solo a guardarlo perdevi la lucidità. Già, bello ma stronzo.
-"Fammelo conoscere e poi ti faccio sapere" ah dimenticavo che lei ama socializzare con nuova gente e se la trova degna di nota non se la lasciava scappare.
-"Sempre la solita!" la rimproverai ridendo. Dopo aver finalmente infilato il vestito facendo attenzione a non rovinarlo, uscii ancora ridendo dal camerino ma il sorriso sparì quando vidi l'espressione estasiata di Jess che mi fissava. Mi voltai e guardai la mia immagine riflessa nello specchio; il vestito aderiva perfettamente e metteva in risalto curve del mio corpo che neanche sapevo di avere, non avrei mai girato con quello indosso, ero ridicola. Stavo ribattendo ai complimenti di Jess che arrivò la commessa di prima.
-"Allora, le piace?" domando guardandomi come fossi un'aliena.
-"Certo, lo prendiamo!" esordì Jess. Volevo protestare ma a quanto pare non avevo voce in capitolo; la mia amica era già alla cassa con la sua carta di credito e quando mi avvicinai mi fulminò con lo sguardo. Okay lo avrei comprato ma non poteva costringermi a indossarlo.
Ormai erano passate tre ore da quando avevamo iniziato a girovagare per i negozi e la stanchezza si faceva sentire; invitai Jess a pranzo ma declinò l'invito perché doveva studiare, però mi promise di raggiungermi a casa nel pomeriggio. La salutai poi presi il pullman per tornare a casa, e per le mie gambe fu un sollievo stendersi su uno dei sedili liberi. Mentre guardavo fuori dal finestrino persa nei miei pensieri mi vibrò il cellulare, ma prima che potessi vedere chi era si spense fra le mie mani.
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Deep ~H.S.
FanfictionLa verità viene sempre a galla è una delle regole fondamentali del tempo. E quando viene a galla può renderti libero o annullare del tutto, quello per cui hai lottato. Un altro modo in cui la verità viene fuori è quando lo fa del tutto spontaneament...