Quella sera stessa mi preparai un borsone con l'intenzione di trascorrere qualche giorno a casa di Jess e soprattutto lontano da Harry. Certe volte ci resti così male che non hai neanche la forza di incazzarti, e io ora più che mai avevo l'impressione di essere in un limbo dove ripetevo le azioni automaticamente e rispondevo a monosillabi. Era passato solo un misero giorno e a me sembrava già un'eternità che avevo perso il buon umore.
-"Sum andiamo!" Jess mi faceva segno di seguirla in classe.
Geometria, perfetto.
Non so se odiavo di più il professore che era un cinquantenne, basso, grasso e noioso o la materia in se per se. All'inizio cercai di prestare attenzione, poi feci finta di ascoltare e alla fine mi persi a guardare le nuvole fuori dalla finestra.
Mi arrivò una gomitata da Jess e mi girai all'istante ritrovandomi gli occhi del professore addosso.
-"Allora signorina Styles?" sbattè impaziente il piede a terra.
-"Cosa?" uscii dal mio stato di trance.
-"A quanto pare non mi ha seguito" sospirò frustrato.
-"Per rendere a voi studenti la lezione più interessante ho chiesto di associare una figura geometrica a voi stessi. Mighton le faccia un esempio" indicò Jess al mio fianco.
-"Se fossi una figura geometrica sarei un triangolo isoscele alla ricerca del mio lato uguale" disse facendo sorridere soddisfatto il professore che ora si era voltato verso di me.
-"Lei?".
-"Una figura di merda alla ricerca del lato positivo" le parole mi uscirono di bocca senza esitazioni, anzi un sorriso beffardo mi incorniciò le labbra. L'intera classe mi fissò sbalordita parlando e ridendo silenziosamente, il professore dal suo canto mi guardava con occhi di fuoco.
-"Come si permette di usare un simile linguaggio in classe!" urlò zittendo i bisbigli.
-"Ho semplicemente risposto alla domanda" sbuffai.
-"Ora basta!" continuò rosso in volto.
-"Altrimenti?" sogghignai. Non mi ero mai comportata così ma mi piaceva, forse mi stavo solo sfogando e dopo me ne sarei pentita ma per il momento mi godevo la sua espressione sconvolta.
-"La mando in presidenza!" minacciò, ma io risi.
-"Non si scomodi faccio da sola" mi alzai di scatto facendo strisciare la sedia sotto lo sguardo divertito dei presenti e mi incamminai verso la porta lanciando al mio amato professore un'occhiata di menefreghismo.
La passeggiata in corridoio risultò rilassante; mi sentivo molto meglio dopo aver cacciato fuori quelle parole che in fin dei conti erano la pura verità. La mia vita era sprecata. Bussai alla porta in attesa che mi dessero il permesso di entrare; quando lo fecero richiusi la porta alle mie spalle e mi lasciai andare su una poltrona di pelle di fronte la grande scrivania. Il preside era abbastanza giovane e a dirla tutta era molto simpatico, era un uomo sulla trentina che si divertiva a prendere n giro gli studenti e a scherzare con loro.
-"Cosa la porta qui?" domandò sorridente.
-"A quanto pare il professore non condivide le mie idee e le mie morali, anzi, penso che non gli piaccia la mia prospettiva di vita" risposi a braccia incrociate.
-"E quale sarebbe?" domando più serio.
-"Penso che la vita porti con se solo dolore e ferite. Penso che sia inutile provare a migliorare le cose perché in un modo o nell'altro quando farai un passo avanti, quando crederai di avercela fatta, ti ritroverai tre metri sotto terra a dover lottare con tutte le tue forze per sopravvivere, e quando sarai di nuovo al punto di partenza pronto a ricominciare le cicatrici ti ricorderanno che sei destinato a fallire, perché sei solo contro tutti" parlai tutto d'un fiato non riuscendo più a trattenere quello che mi portavo dentro.
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Deep ~H.S.
FanfictionLa verità viene sempre a galla è una delle regole fondamentali del tempo. E quando viene a galla può renderti libero o annullare del tutto, quello per cui hai lottato. Un altro modo in cui la verità viene fuori è quando lo fa del tutto spontaneament...