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Nonostante Staff avesse telefonato a sua madre per avvertirla del cambio di programma, le occhiate che ci accolsero quando varcammo la soglia della sua casa ed entrammo in sala da pranzo sprizzavano stupore da ogni poro.

Staff mi presentò subito suo padre Vincenzo, un omaccione grande e grosso col cranio liscio come una palla da bowling, seduto davanti alla tv con una birra in mano, e i vari zii e cugini e nonni presenti alla festa. L'ultima che venne ad accoglierci fu sua madre Nadia, una donna alta e ossuta dai capelli castani scalati all'altezza della mandibola che metteva in risalto i tratti affilati del volto. Era talmente abbronzata che la sua pelle sembrava cuoio invecchiato. Uscì dalla cucina asciugandosi velocemente le mani su uno strofinaccio.

<<Buon compleanno, Ricky!>> esclamò, subito seguita a coro dai parenti. Quindi mi osservò sorridendo. <<Io sono Nadia. Devo dire che Riccardo non mi ha parlato molto di te.>>

<<Ci siamo conosciuti di recente.>>

<<Ed è stato amore a prima vista?>> intervenne una signora anziana dallo sguardo acuto e la lingua tagliente.

Stavo per negare quando Staff mi mise un braccio intorno alle spalle. <<Indovinato, nonna>> affermò, ridendo. <<Come stai?>>

<<Male, ragazzino, molto male, e lo sapresti se ti degnassi di venirmi a trovare ogni tanto.>>

<<Scusa nonna, ma tra gli esami e il lavoro...>>

<<Sempre le solite scuse. Esami e lavoro possono aspettare, tua nonna no.>>

Il padre di Staff intervenne dal divano: <<Basta lamentarti, mamma, sei più in salute di me, anche se ti piace far finta di avere già un piede nella fossa.>>

<<Ci seppellirà tutti, signora>> commentò Nadia, prima di tornare in cucina a spignattare.

<<E per chi sto risparmiando tutti questi soldi, allora?>> borbottò la vecchia.

<<Siediti vicino a me, nonna, così parliamo un po'.>> Staff la pilotò verso una sedia, sulla quale l'anziana signora si sistemò con grande scioltezza.

<<Adesso fai il lecchino, dato che ho tirato fuori la questione "testamento".>>

Staff rise e anche a me venne da sorridere. Era una famiglia di pazzi, e mi piaceva la complicità che vi regnava.

Staff mi indicò un'altra sedia. <<Puoi sederti qui.>>

<<Mi sento davvero di troppo>> bisbigliai, obbedendo e sperando che si sedesse vicino a me. Almeno non sarei stata circondata da troppi estranei curiosi.

<<Non devi, ti integrerai perfettamente.>>

<<Perché hai fatto credere a tua nonna che stiamo insieme?>>

<<Non capirebbe il fatto che siamo solo amici. Non porto mai a casa ragazze.>>

<<Sei talmente incuriosito dal nostro piccolo mistero da violare le tue stesse regole?>>

Lui mi guardò, gli occhi brillanti. <<Diciamo che è uno dei motivi.>>

Gli diedi un buffetto sulla mano, facendo una smorfia. <<Lascerò correre solo perché il tuo compleanno.>>

<<Il regalo quando me lo dai?>> chiese, malizioso.

Non riuscii a impedirmi di sorridere. <<Forse più tardi.>>

Soddisfatto dalla risposta, Staff raggiunse i parenti che volevano fargli gli auguri. Una vecchia zia gli tirò lungamente le orecchie, e dopo Staff passò almeno cinque minuti a massaggiarsi i lobi arrossati. Io venni raggiunta da una cugina giovane e carina, che avrà avuto all'incirca sedici anni, di nome Marta. Timidamente mi disse di essere una mia fan, di avere letto entrambi i miei romanzi, di seguirmi costantemente sui social e di sapere anche che stavo facendo il Book Tour. Sapeva che avevo fatto una presentazione a Trento ma non aveva potuto esserci perché sua madre aveva detto che era troppo lontano per arrivarci in macchina, e sperava che ne avrei organizzata una più vicina a Caldonazzo.

Mistero in riva al lagoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora