Era un alto edificio a tre piani in muratura arancione dal quale sventolavano le bandiere italiana ed europea. Una volta entrata nel liceo chiesi a una bidella di passaggio di indicarmi l'ufficio del preside. La donna, grassottella, dal seno pesante e con un forte accento meridionale, mi condusse fino a una porta in vetro satinato, oltre il quale vedevo muoversi a scatti una sagoma alta e spilungona. La targhetta in ottone appesa alla porta recitava: "Preside Daniela Veronese".
La bidella bussò tre volte, poi entrò ad annunciarmi. Varcai a mia volta la soglia, ringraziandola, e trovai subito la mano tesa della preside pronta a incontrarmi.
<<Salve, solo Daniela Veronese, preside di questo istituto.>> Era una donna di mezza età con un ordinato caschetto di capelli argentati, occhi sottolineati dall'eyeliner e rossetto scuro in tinta con lo smalto alle unghie. Gli occhiali dalla montatura nera riflettevano il colore delle sue iridi. Mi squadrò da capo a piedi. <<Mi sembra un po' giovane per essere un genitore, e non è certamente una nostra ex studentessa.>>
<<Ha una memoria così affidabile?>> le chiesi, accomodandomi.
<<Uno dei miei pochi talenti. Non dimentico mai un volto.>>
<<Meraviglioso! Allora ricorderà senz'altro una sua ex allieva, Alice Paccagnella.>>
<<La ricordo bene. Una ragazza molto intelligente e sveglia. Gli insegnanti erano tutti pazzi di lei. Si è diplomata qualche anno fa con risultati eccellenti.>>
Prima che mi domandasse cosa desideravo, le raccontai la storia che avevo imbastito mentre guidavo. <<Io sono una giornalista freelance, sto scrivendo un articolo sulle giovani vincitrici di concorsi di bellezza nel nostro Paese, e so che Alice Paccagnella ha vinto il titolo di Miss Trentino Alto-Adige quando aveva solo diciotto anni.>>
I lineamenti austeri della preside si rilassarono in un sorriso. <<Sì, è stato un momento di grande orgoglio per il nostro istituto. Come dico sempre ai miei studenti, bisogna valorizzare la mente più dell'aspetto fisico, lavorare più sulle proprie doti intellettuali che non sulla bellezza del corpo, ma il fascino di Alice nulla toglieva alla sua cultura. Era una studentessa molto giudiziosa, sveglia, con tante idee. E aveva una gran parlantina. Ha tenuto lei il discorso di fine anno prima della maturità, nel quale ringraziava il corpo docenti per la meravigliosa esperienza di quei cinque anni di liceo. Era scritto in maniera commovente. E avevamo un motivo ben preciso di commuoverci in quell'occasione.>>
<<Come mai?>>
Sospirò. <<Una delle nostre migliori allieve è venuta a mancare in maniera tragica qualche giorno prima.>>
Mi tornò in mente l'articolo su quella ragazza dai capelli rossi. <<Mi dispiace.>>
<<È stato davvero tremendo. Se fosse accaduto durante l'anno scolastico avremmo organizzato degli incontri con gli studenti, messo a disposizione un terapeuta per le menti più fragili... Invece eravamo tutti presi dalla frenesia degli esami orali e la povera Sara è scivolata in secondo piano. Abbiamo onorato la sua memoria a maturità conclusa. Alice, nel suo discorso, ha citato anche lei. Ecco perché ci siamo commossi tanto.>>
<<Alice era amica di Sara?>>
<<Penso di sì, stavano spesso insieme, ma ho sempre pensato che fosse per via di Noemi.>>
<<Noemi?>>
<<La migliore amica di Alice.>>
Cavolo, pensai, questa donna ha una memoria di ferro.
<<Sempre insieme dalla prima alla quinta superiore. Sara è arrivata solo all'ultimo anno. Il padre aveva cambiato lavoro e si era trasferito a Trento con la famiglia. Il cambio di città e di scuola dev'essere stato frastornante per la poverina, ma per fortuna ha trovato due brave ragazze come Noemi e Alice a farle da scudo contro il mondo. Purtroppo, come si è visto, non è bastato.>>
<<Qual è il cognome di Noemi? Vorrei intervistare anche a lei, dato che erano così vicine.>>
<<Mi faccia controllare.>>
La preside si diresse a un alto schedario, iniziò ad aprire cassetti e a far scorrere le dita tra i vari fascicoli, fino a quando non trovò quello che desiderava. Si riaccomodò alla scrivania ed estrasse una foto in formato A4 che ritraeva una ventina di studenti in piedi di fronte all'ingresso della scuola.
<<Eccoli qui. Maturità 2017.>>
L'indice laccato alla perfezione e fresco di manicure si posò accanto alla testa di una ragazza robusta e muscolosa, dai folti ricci scuri e i tratti mascolini.
<<Noemi Storti. E queste sono Alice e Sara.>>
Alice stazionava alla destra di Noemi, splendida nel suo vestito di marca, con gli stivaletti bassi e una cintura di cuoio che sottolineava la vita snella. Sara si era acconciata i capelli con due forcine e sorrideva timidamente alla telecamera.
<<È stata scattata l'ultimo giorno di scuola. Una settimana dopo sono cominciati gli esami. Due settimane dopo, Sara non c'era più.>>
<<Dev'essere stato difficile per le sue amiche.>>
<<Noemi è stata quella più colpita dalla tragedia. Erano vicine come sorelle.>> La preside si riscosse, accavallò le gambe e intrecciò le mani sul ginocchio che spuntava nudo dalla gonna a tubino. <<Ma stiamo divagando, lei vuole sapere di Alice.>>
<<Ha idea di cosa faccia ora? Nonostante sia una ragazza bella e popolare, non usa i social e non parla molto di sé. Non riesco a contattarla in alcun modo. Dopo aver vinto quel concorso di bellezza è come sparita dai riflettori.>>
<<E a parer mio ha fatto benissimo. La fama può essere un frutto amaro e non tutti lo sanno digerire. Mi dispiace, ma non posso esserle d'aiuto. Ho perso i contatti con Alice Paccagnella nell'istante in cui ha varcato per l'ultima volta la soglia di questo istituto, come accade con la maggior parte dei miei studenti. Non ho idea di come impieghi il suo tempo, ma potrebbe provare a parlare coi suoi genitori. Suo padre è il mio dentista di fiducia, le posso dare il suo biglietto da visita.>>
<<Ah, grazie, ma sono appena stata a casa loro.>> Il mondo doveva essere proprio piccolo se Davide Paccagnella era il dentista di fiducia di così tante persone che, in un modo o nell'altro, si erano ritrovate coinvolte nella mia indagine.
<<Temo di non avere altro da riferirle.>>
<<È stata davvero molto utile, la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.>>
<<Non c'è di che.>>
Mi alzai in piedi ma, prima di uscire dall'ufficio, scorsi una foto appesa al muro che ritraeva una ragazza dai capelli rossi. <<Quella è Sara?>>
La preside si mise al mio fianco, guardandola con tristezza. <<Esatto.>>
I miei occhi si spostarono sul ragazzo che condivideva insieme a lei quello spazio murario. Le foto erano appese vicine ma non avrebbero potuto essere più diverse. Lei, così dolce e tenera, con le forcine nei capelli e le lentiggini sul naso all'insù. Lui, invece, il classico playboy coi capelli biondi laccati e l'espressione da spaccone. <<E lui chi...>>
<<Un altro studente che abbiamo perso, un altro con enormi potenzialità. Si chiamava Marco Manicchi>>
<<Anche lui durante il liceo?>>
<<No, è accaduto l'anno scorso, a dire il vero. Un incidente in moto.>>
Non sapevo cosa dire, non ero mai stata brava a confortare le persone. <<È bello che onori i suoi studenti anche dopo che hanno lasciato il liceo.>>
<<Ho iniziato a costruire questo memoriale dopo la morte di Sara, e spero di non dover attaccare altre fotografie finché avrò vita. Auguro il meglio a ciascuno di questi ragazzi. Sono così giovani... non dovrebbero morire prima di noi vecchi. Indipendentemente dalle loro colpe.>>
La guardai stranita, ma la preside mi aprì la porta dell'ufficio augurandomi una buona giornata.

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Mistero in riva al lago
Misterio / SuspensoUna scrittrice senza ispirazione. Una coppia scomparsa. Un mistero che tutti sembrano voler lasciare irrisolto. Micol è in vacanza al lago di Caldonazzo quando scopre che, solo due mesi prima, una coppia di fidanzati è scomparsa nel nulla insieme al...