33

10 3 0
                                    

Alzai gli occhi dalla lettera.

<<Mosi è morto?>>

Nonostante non lo avessi mai conosciuto, la notizia mi aveva distrutta. Pensai alla povera Teresa, a ciò che avrebbe provato non appena lo avesse saputo.

<<Perché non hai detto nulla? Dovevi denunciarla! Cristo santo, hai coperto un omicidio!>>

<<Alice è mia amica. Non potevo tradirla. E poi...>>

<<Temevi che i suoi si sarebbero ripresi i soldi?>>

Il suo viso si indurì. <<Li ho già investiti per sistemare la casa. Ci sono i tubi da rifare, la caldaia dà problemi e col mio lavoro di merda faccio fatica a estinguere il finanziamento dell'auto. Mi facevano comodo.>>

Era incredibile. Noemi non sembrava divorata dal rimorso. Le era capitata una manna dal cielo e non si era fatta alcun problema ad accettarla.

Lei parve indovinare il corso dei miei pensieri. <<Pensi che sia una stronza insensibile, vero?>> fece, in tono aggressivo. <<Ma io Mosi neanche lo conoscevo. Mi dispiace che sia morto come mi dispiace sentire al telegiornale che un tale ha ammazzato sua moglie, ma niente di più. Conosco Alice da sempre, siamo andate insieme all'asilo, alle elementari, alle medie, abbiamo scelto lo stesso liceo. Abbiamo condiviso tutto, mestruazioni, fidanzati, problemi familiari, lutti. Siamo come sorelle. Spero che si sia rifatta una bella vita, ovunque sia. E, prima che me lo chiedi, se dovesse contattarmi non lo direi a nessuno. Prenderei il primo volo per l'Australia se me lo chiedesse. Per le persone che amo farei qualsiasi cosa.>>

Di nuovo calò il silenzio. Di nuovo quell'insopportabile orologio a cucù mi fece venir voglia di lanciargli contro il divano.

Approfittando di un istante di distrazione di Noemi, che si stava riprendendo la lettera, interruppi la registrazione nel cellulare.

<<Posso andare in bagno?>>

Lei parve sorpresa della richiesta, del fatto che non commentassi le sue parole, ma rispose: <<Di sopra, la prima a destra.>>

Salii le scale, aprii la porta del bagno e poi la richiusi. Quindi, a passi felpati, entrai in quella che doveva essere la sua camera da letto. Mi pentii di non aver portato su borsetta e telefono per fare qualche ripresa e controllare meglio il filmato a casa.

Vidi solamente un letto a una piazza e mezza sfatto, biancheria sporca ovunque, una scrivania con sopra un portatile chiuso attaccato alla presa, una libreria piena di romanzi horror e polizieschi e un armadio a muro che aveva visto tempi migliori.

E poi foto. Tante foto, tutte della stessa persona. Ci misi qualche secondo, ma poi capii chi fosse. Sara, la rossa che aveva formato un trio alle superiori insieme a Noemi e Alice.

Stranamente, però, nessuna foto di Alice.

Drizzai le orecchie. Stavolta non c'era dubbi. Erano venuti a prenderla.

Tornai in bagno rapidamente, feci andare lo sciacquone e corsi giù dalle scale proprio mentre Noemi apriva la porta e porgeva i polsi alle manette.

Mistero in riva al lagoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora