Era una ragazza deliziosa. Strinse la mano a tutti con un sorriso pieno di fossette. Fu amichevole persino con me, nonostante mi squadrasse confusa e con un enorme punto interrogativo stampato in faccia. Iniziò a cicalare del traffico, si scusò perché ci aveva messo tanto ad arrivare, incantò gli agenti dicendo che aveva sempre ammirato gli uomini che mettevano a rischio la propria incolumità per servire e proteggere il nostro paese, chiese a Elena di portare un po' di gelato, perché fuori faceva un caldo infernale e non le funzionava l'aria condizionata in auto, aprì il portafoglio e mostrò la patente di guida ai poliziotti perché potessero accertare la sua identità e infine sedette composta, con le gambe accavallate, e tacque.
Sembrava un'artista soddisfatta della propria performance.
Nessuno disse nulla. Sentivo gli occhi di tutti puntati addosso, e non mi piaceva.
Infine aprii bocca: <<Tu non sei Alice.>>
Lei sollevò le sopracciglia curate, guardandomi stupita, mentre Davide Paccagnella gettava in aria le braccia con fare esasperato. <<Siamo alla follia! Di quali altri prove ha bisogno per convincersi che sta inseguendo un fantasma?>>
<<Noi non ci siamo mai viste prima>> mi fece notare la ragazza - che mi rifiutavo di chiamare Alice. <<Come potresti riconoscermi?>>
Tirai fuori la foto della sfilata di Miss Trentino. <<Non assomigli a lei.>>
<<Avevo diciotto anni in quella foto>> sorrise lei, dopo averla brevemente osservata. <<Sono cambiata.>>
Cambiata così tanto da avere il naso più piccolo, il seno più grande e le labbra più carnose?
<<E ho deciso di dare manforte a Madre Natura con qualche ritocchino>> ammise, quasi leggendomi nel pensiero e sfiorandosi le labbra alla Angelina Jolie in un movimento involontariamente - o volontariamente - sensuale.
<<Allora raccontami cos'è successo due mesi fa. Un testimone ti ha vista priva di sensi in braccio al tuo ragazzo. Io stessa ho visto il pedalò col tuo sangue sopra.>>
<<Lo ha fatto analizzare?>> scattò Davide. <<Ha il DNA di mia figlia? Come può essere così sicura che quel sangue sia suo?>>
<<Calma, papino>> fece la ragazza, senza perdere la compostezza. <<C'è una spiegazione assolutamente banale e innocente per questo. Mentre eravamo sul pedalò, sono scivolata e ho battuto la testa. Devo aver perso un po' di sangue. Mosi è sbarcato, mi ha presa in braccio e siamo corsi in ospedale. È risultato che non mi ero fatta nulla di grave, solo un taglietto.>>
Strinsi gli occhi. <<Posso vedere la ferita?>>
<<È nascosta dai capelli e sono passati mesi.>>
Non mi arresi. <<Ad ogni modo, da quel giorno tu e Mosi siete scomparsi senza lasciare traccia, hai detto alla tua migliore amica che non volevi più vederla senza alcun motivo...>>
<<Un motivo ce l'avevo>> puntualizzò lei, sollevando un indice smaltato di rosa. <<Non andava d'accordo con Mosi. Voleva che lo lasciassi. Lo volevano anche i miei, ma poi si sono convinti che è proprio un bravo ragazzo e mi hanno dato la loro benedizione.>> Guardò il padre con amore.
<<E Teresa?>> chiesi.
<<Chi?>>
<<Dovresti sapere chi.>>
Lei fece spallucce. <<Il nome non mi dice nulla.>>
Ma guarda un po'. <<La vicina di casa di Mosi. Non lo ha più visto dalla vostra gita al lago. Non si è più fatto vivo. È preoccupata. Perché non la chiama?>>

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Mistero in riva al lago
Mystery / ThrillerUna scrittrice senza ispirazione. Una coppia scomparsa. Un mistero che tutti sembrano voler lasciare irrisolto. Micol è in vacanza al lago di Caldonazzo quando scopre che, solo due mesi prima, una coppia di fidanzati è scomparsa nel nulla insieme al...