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Trovare Noemi Storti fu relativamente facile. C'erano solo tre donne con quel nome su Facebook. Una aveva come immagine profilo un bosco e la sua biografia indicava come anno di nascita il 1958; un'altra aveva utilizzato una di quelle app che ti trasforma il viso in un cartone animato ed era venuta fuori una specie di Rapunzel dai lunghi capelli biondi. La terza, invece, era la foto di una ragazza dai folti ricci castano scuro seduta a cavalcioni di un tronco, le cosce robuste avvolte in jeans strappati e gli stivali neri che dondolavano nel vuoto. Al polso portava un braccialetto di cuoio intrecciato con un pendaglio metallico.

Le chiesi l'amicizia e le mandai un messaggio, chiedendole se fosse lei l'amica di vecchia data di Alice Paccagnella, la ragazza sulla quale stavo scrivendo un articolo.

Mi rispose poco dopo, mentre mi gustavo un pranzo da regina all'hotel.

"Sì, sono io. BFF per tutto il liceo."

"Mi piacerebbe incontrarti per farti qualche domanda su Alice."

"Lavoro tutti i giorni tutto il giorno ma potresti fare un salto in negozio."

"Volentieri! Dove lavori?"

Mi diede un indirizzo, che cercai prontamente su Google.

Fu così che poche ore dopo mi trovai in uno dei punti più turistici del Trentino, le cascate Varone, a poca distanza dal borgo medievale di Mosi. Dopo aver parcheggiato l'auto vari chilometri più indietro, perché era impossibile trovare posto nelle vicinanze del sito, mi inerpicai sulla salita fino ad arrivare al negozio di souvenir dove lavorava Noemi. Mi misi in fila dietro a una sfilza di turisti italiani, tedeschi e cinesi, domandandomi perché fossero tutti così bagnati nonostante i quaranta gradi percepiti.

Quando fu il mio turno, mi feci largo tra la calca e andai dritta da Noemi, che presiedeva la cassa.

Dopo esserci strette la mano, mi disse sbrigativa: <<Come vedi non posso dedicarti la mia totale attenzione ma possiamo parlare tra un cliente e l'altro. Cosa vuoi sapere?>> Aveva una voce secca e roca, da fumatrice accanita.

<<Mi chiedevo se avessi sentito Alice di recente. Non sono riuscita a contattarla e non compare in nessun social.>>

<<Si è fatta più riservata di recente. Penso abbia a che fare coi problemi che aveva col suo ragazzo.>>

<<Mosi?>>

<<Sai di lui?>>

Mi tenni sul vago. <<I genitori mi hanno riferito le loro... preoccupazioni riguardanti quella relazione. Ma mi hanno anche detto che adesso vivono insieme.>>

Noemi strinse le labbra carnose ma spianò la fronte all'arrivo di un signore che desiderava acquistare una stampa della cascata su cartoncino traslucido. Mentre si occupava della transazione, Noemi spiegò: <<Non ero d'accordo quando Alice me l'ha riferito - vuole una borsa, signore? Le avevo fatto pressioni affinché lasciasse quel tipo - sono 9,99£. Era davvero lugubre, la trattava come un oggetto di sua proprietà. Se avesse potuto metterle un guinzaglio e un collare col suo nome sopra, penso lo avrebbe fatto - grazie e arrivederci!>>

<<Era un tipo geloso?>>

<<'Possessivo' rende meglio l'idea. Non la lasciava mai da sola. Quando doveva uscire con me, lui l'accompagnava sempre in auto. Se dovevamo vederci in un bar, spesso entrava anche lui, si sedeva a qualche tavolo di distanza e ci osservava. Era impossibile sentirci a nostro agio, non potevamo parlare di niente. O almeno non delle cose che avevano importanza. Così abbiamo iniziato a vederci a casa mia. Lì almeno potevo impedirgli di entrare. E pian piano la verità ha iniziato a venire fuori.>>

Mistero in riva al lagoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora