MERCOLEDI' 4 AGOSTO
La sponda del lago dove avevo soggiornato insieme a Martina e conosciuto Staff apparteneva al paese di Calceranica. La cittadina dalla parte opposta si chiamava invece San Cristoforo. La chiesetta, e la parrocchia ad essa annessa, sorgevano al termine di una breve scalinata ed erano precedute da un largo piazzale, in quel momento deserto. Si stava concludendo la messa delle sei e, mentre mi inerpicavo sui gradini imbiancati dal sole tardivo, sentii i rintocchi della campana che annunciava le sette di sera.
Mi misi in disparte a osservare i fedeli sciamare fuori dalle porte massicce della chiesa e fermarsi a chiacchierare ad alta voce sul sagrato. La parrocchia aprì le porte e subito un gruppo di persone, perlopiù di colore ma anche qualcuno dei "nostri", come avrebbero detto i miei nonni paterni, andò ad accaparrarsi un posto a tavola. La mensa dei poveri aveva aperto i battenti.
Osservai quella fila di derelitti, alcuni più disperati e a terra degli altri, che lentamente, un passo dopo l'altro, si avvicinava e scompariva nella parrocchia. Un forte profumo di pomodoro mi colpì le narici, facendomi venire l'acquolina in bocca.
Per un po' non accadde nulla. Poi arrivarono i motorini.
Ragazzi senza casco, tutti in età da liceo, arrivarono sgommando sul piazzale, provocando un gran frastuono. Un paio mirò la fila che attendeva di entrare nella parrocchia. I disperati si sparpagliarono, evitando la collisione per un soffio, e poi tornarono a premere per entrare nella mensa, spingendo chi stava loro davanti. Si levarono urla, pianti di bambini e imprecazioni.
Io rimasi ferma, cercando di controllare la rabbia che mi soffocava. Dov'erano le forze dell'ordine?
In quel momento uscì il parroco e si mise a fissare i ragazzi che giravano in tondo sollevando la polvere e ridendo sguaiati. Alcuni erano scesi, avevano abbandonato le moto in disparte e stavano raccogliendo sassi da terra.
Il parroco andò deciso verso uno di loro, ignorando i motorini che gli sfrecciavano intorno, cercando di spaventarlo. Si piazzò di fronte a tre ragazzi con le mani piene di ciottoli e parlò velocemente, la fronte tempestosa.
I ragazzi parvero esitare, e si guardarono a vicenda. Poi uno fece spallucce e tirò un sasso contro i pochi disperati che non erano ancora riusciti a entrare nella mensa.
Il prete tirò subito fuori un cellulare e compose un numero, allontanandosi. Sperai che stesse chiamando rinforzi.
Io assistei impotente alla sassaiola. Ai tre ragazzi si era unito un altro gruppo. Altri spintonarono i poveri in fila ed entrarono nella mensa, dalla quale si levarono subito grida indignate.
Non potevo più restare a guardare e stavo già muovendo un passo verso quegli idioti coi sassi in mano quando sentii le sirene della polizia.
L'effetto fu immediato. Le mani si aprirono, i sassi caddero a terra, dalla mensa uscirono a precipizio i delinquenti più sfrenati, i motorini furono inforcati e il gruppo si disperse, tra bestemmie e imprecazioni colorite, in cui "sporchi negri!" e "camere a gas per tutti!" erano solo le meno fantasiose.
Io non persi tempo. Corsi verso l'auto e mi misi a seguire il gruppo a distanza. Riuscii a non perderli di vista: i motorini si fermarono un paio di chilometri dopo, accanto a un parco giochi deserto. Parcheggiai a distanza e li osservai. Sembravano allegri e orgogliosi di quello che avevano fatto. Mi trovai a chiedermi se le loro madri sapessero cosa combinavano i loro "bravi ragazzi" prima di sedersi a tavola per la cena.
Cercai di rilassare i pugni che avevo serrato per la collera e mi diressi verso di loro che, scesi dai motorini, si stavano avviando verso il parco. Li seguivo a una decina di metri di distanza quando finsi di raccogliere qualcosa da terra.

STAI LEGGENDO
Mistero in riva al lago
Mystère / ThrillerUna scrittrice senza ispirazione. Una coppia scomparsa. Un mistero che tutti sembrano voler lasciare irrisolto. Micol è in vacanza al lago di Caldonazzo quando scopre che, solo due mesi prima, una coppia di fidanzati è scomparsa nel nulla insieme al...