Ronald Caster non era un gran bevitore ma amava gustarsi, da solo o in compagnia di qualche amico o collega, qualche specialità: dal cognac al rum, senza disdegnare liquori italiani o sudamericani più o meno famosi. Da ragazzo aveva coltivato una passione per le birre, che col passare degli anni aveva abbandonato a favore di alcolici a gradazione più elevata: come amava dire sorridendo, aveva preferito la qualità alla quantità. Si versò un secondo bicchiere di Courvoisier, il primo lo aveva praticamente tracannato senza accorgersene in quei pochi minuti di riflessione. La fase B, alla sua richiesta di chiarimenti Tevray rispose in modo chiaro, conciso, con il tono di voce musicale che Caster aveva apprezzato da subito: " La fase B è in realtà composta da due operazioni parallele ma ben distinte: la prima, Ronald, posso chiamarla Ronald?" Caster annuì come un ebete " Ebbene, Ronald, la prima ci riguarda direttamente. Come già accennato nella documentazione che abbiamo recapitato al tuo PC, tra circa nove anni, nell'arco di due giorni, le strutture che riterremo idonee e che prepareremo per l'occasione, dovranno ricevere circa 22000 persone, ossia il 98% della loro capacità massima. Al grande Ronald Caster l'onore e l'onere di preparare, organizzare e rendere sicure le strutture per quel momento, e di mantenere gli ospiti di questa speciale catena di alberghi felici, tranquilli e, ripeto, al sicuro, per poco più di 18 mesi." Lo sguardo di Caster era fisso su Tevray sia per il magnetismo che questi esercitava su tutti i presenti, sia perché aveva realmente bisogno di capire. Dopo una breve pausa, durante la quale per la prima volta staccò lo sguardo da lui per fare una piccola panoramica sugli altri presenti, che seguivano con attenzione le sue parole, Tevray tornò a piantare i suoi occhi scuri in quelli di Caster. La sua espressione era decisamente più fredda e seria, la capacità espressiva dell'uomo era frutto di parole, espressioni e gesti orchestrati con maestria. " La seconda operazione è ben diversa, e richiede alcune premesse. Prima di tutto è bene sottolineare che il pianeta versa in condizioni pessime, dal punto di vista ambientale e di disponibilità delle risorse. Purtroppo a questo tipo di problematiche non ci sono soluzioni concrete, soluzioni che possano invertire questo trend. Ovviamente la possibilità di allungare in modo significativo l'aspettativa di vita, parliamo di un aumento del 1000%, si scontra con la penuria di risorse ed in generale di prospettive per il nostro pianeta. Questo ci ha portato, dopo aver valutato tutte le altre ipotesi, a decidere per una soluzione radicale. Le modalità di realizzazione sono ancora in fase di studio, ma l'obiettivo è selezionare persone in modo oculato e lungimirante, metterle in salvo nei rifugi di cui abbiamo parlato poc'anzi e fare in modo che un agente patogeno mirato esegua una selezione naturale che definirei accelerata abbassando la popolazione mondiale al di sotto di un millesimo di quella attuale." A questo punto Tevray si fermò e attese che Ronald Caster assimilasse quanto aveva appena sentito. Così facendo ebbe modo di vedere il volto di Caster impallidire e rapidamente riprendere colore fino a diventare quasi paonazzo; nella mente dell'uomo vigeva il caos: sentiva e risentiva le parole di Tevray in modo disordinato e capiva solo parzialmente la gravità di quel discorso, anche se percepiva un enorme disagio causato dal suo subconscio che invece aveva capito e stava reagendo. Era paralizzato e al contempo non poteva controllare il suo corpo che da rigido si era quasi afflosciato sulla sedia. "Al di sotto di un millesimo di quella attuale..." Caster sentì sé stesso ripetere quell'ultima frase come per assimilarla e per chiedere conferma a Tevray di aver capito bene. Tevray riprese il filo del discorso con voce più bassa, parlando più lentamente come potrebbe fare una mamma che vuole calmare il suo piccolo. "Abbiamo preso in considerazione veramente tutte le altre ipotesi, ma l'unica realmente efficace è risultata questa, la più radicale. Per una semplice valutazione di vantaggi e svantaggi, ripartire da zero, o quasi, apre prospettive importanti, ma queste sono tematiche che avremo tempo di affrontare con calma in un altro momento. Ora direi che abbiamo messo in luce alcuni punti fondamentali sui quali vorremmo che lei riflettesse; l'agente Migat la riaccompagnerà al suo ufficio, immagino che per oggi abbiamo già rubato abbastanza del suo prezioso tempo, non è vero?" Pronunciando queste parole Teray porse la mano a Caster che farfugliò qualcosa di incomprensibile stringendogliela, e facendo un cenno di saluto agli altri presenti si congedò seguendo Migat fuori da quell'improvvisata sala riunioni. Ora, nel suo ufficio, era riuscito a riordinare la confusione che quell'incontro aveva provocato nella sua mente, ma non a spazzare via quella terribile sensazione di sconforto e paura: avrebbe voluto fare molte più domande e insieme non aver sentito nulla di tutta quella storia.
La mattina successiva arrivò a lavoro come sempre con largo anticipo e sulla sua scrivania trovò un piccolo portatile grigio, chiuso. Il disagio che lo accompagnava dal giorno precedente venne rinfocolato da quella sorpresa, decise quindi di prendersela con calma; rispettò la sua routine con religiosa meticolosità: una tazza di caffè al ginseng, sorseggiata seduto sul divanetto in pelle nel suo ufficio, leggendo The New Yorker. Era un'abitudine, quella di leggere il sofisticato settimanale, nata dopo aver ricevuto in regalo dalla sua segretaria l'abbonamento annuale alcuni anni prima. A differenza del solito però non riuscì ad immergersi appieno nella lettura, in particolare un articolo sui generali Grant e Lee, perché la sua attenzione era attratta da quel laptop poggiato sulla sua scrivania. La propensione all'alcol del generale Grant era ben meno interessante di quello che poteva rappresentare quel piccolo oggetto che, Caster ne era sicuro, loro gli avevano recapitato. Finì il capoverso, chiuse il magazine e lo ripose sul tavolino dove l'aveva preso, finì la mezza tazza di caffè al ginseng che ora era alla temperatura ideale per essere bevuto a grandi sorsate, si alzò e dopo pochi secondi era già seduto alla scrivania con quel portatile sotto il naso. Ne constatò la qualità e notò che era completamente privo di marchi o numeri di serie o di matricola, era leggero ma sicuramente la struttura esterna non era in plastica; quando lo aprì rimase ancor più colpito nel constatare che era composto de due schermi, uno laddove se lo sarebbe aspettato, l'altro al posto della tastiera. L'unico tasto, se così si poteva definire un piccolo avvallamento delimitato da un fine bordo rialzato, era collocato in alto a sinistra dello schermo-tartiera. Appena Caster sfiorò con l'indice sinistro l'oggetto, che effettivamente non era un normale laptop, si accese e dopo pochi secondi apparvero alcune icone di cartelle numerate da 1 a 22, altre quattro o cinque icone con lettere o sigle non comprensibili e, in mezzo allo schermo, un file chiamato "Aprimi". Caster, non avendo un mouse né una tastiera per selezionare il file provò a toccare, come aveva fatto per accendere quell'oggetto, direttamente il file in questione: era un videonessaggio, Tevray sorridente iniziò a parlare a Caster.
"Buongiorno Ronald, come va? Vedo che hai trovato ed imparato ad utilizzare il nostro piccolo giocattolino... oltre ad essere un computer portatile questo da oggi sarà l'unico strumento che useremo per metterci in contatto. Ha una particolare connessione satellitare, una telecamera che ora sta facendo una scansione del tuo viso, della tua retina e non appena inizierai ad utilizzarlo, anche delle tue impronte digitali, e sarai tu l'unica persona che potrà utilizzarlo. Tramite questo gioiellino potrai gestire il tuo lavoro, ottenere informazioni da tutte le banche dati a nostra disposizione, passare il tempo... diciamo che diventerà il tuo assistente personale, ricordati la sera di metterlo in carica. Immagino che tu voglia dirmi che non hai ancora deciso, probabilmente sei ancora sconvolto per tutto ciò che hai scoperto durante il nostro incontro di ieri, ma io ti chiedo soltanto di pensarci bene, di valutare tutti gli aspetti e, cliccando l'icona in basso a destra, Intnex, avrai direttamente la possibilità di contattarmi: sarà per così dire la nostra linea privata. Per tutte le altre applicazioni e funzionalità del regalino che ti abbiamo fatto ti consiglio semplicemente di provare. Buona giornata Ronald, a presto."
Caster era a bocca aperta, Tevray aveva di sicuro una capacità innata di ammaliare con le sue parole chiunque lo ascoltasse, ma oltre a questo era anche la voce che sia il giorno precedente sia in quel momento lo stava conducendo verso qualcosa che, ora, oltre a preoccuparlo, iniziava anche ad incuriosirlo. Iniziò ad aprire le cartelle toccandole ed ognuna conteneva quantità impressionanti di informazioni e dati su molti siti potenzialmente utili. Molti erano siti che Caster già onosceva, ma più andava avanti e più aumentava il numero di quelli a lui sconosciuti e quelli che semplicemente non aveva preso in considerazione. Erano informazioni dettagliatissime, raccolte ed ordinate con metodo. Passò l'intera giornata a scorrere quei file, riuscendo comunque a consultare solo una piccola parte di quell'enorme archivio. Nei giorni successivi trovò in quella mole di informazioni un valido rifugio che lo teneva occupato e che riusciva a distrarlo dal pensare a che risposta dare a Teray e a loro. Inconsciamente però si stava portando avanti con il lavoro, se ne sarebbe accorto solo qualche mese dopo; in seguito a diverse notti insonni o quasi, l'idea di dover far parte di quel progetto gli sembrava sempre di più l'unica soluzione. Loro sarebbero sicuramente andati avanti, con o senza di lui e far parte della squadra significava riservarsi un posto per sé e per la moglie in quella che Tevray aveva definito la sua speciale catena di alberghi. La sua scelta, mai comunicata apertamente, fu una sorta di lenta accettazione, facilitata dalla curiosità e dalla complessità del lavoro richiesto, dal fatto che non aveva parenti, le sue amicizie erano limitate a pochi colleghi, i veri amici li aveva persi in Iraq anni prima, e soprattutto dalla convinzione che l'unica opzione logica fosse quella di essere dentro quando la fine sarebbe arrivata.
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Assedio zombie
Science FictionI più fortunati, forse, non sono i sopravvissuti, costretti a sudarsi ogni istante, ma gli altri, le vittime, quelli che non dovrebbero camminare ma lo fanno.