Sicuramente al dr. Stix non mancavano le capacità, oltre che nel campo della biochimica applicata, anche per quanto riguarda l'organizzazione. Alle sue dirette dipendenze lavoravano ormai quasi un centinaio di collaboratori: all'inizio del suo percorso ottenere anche un solo collaboratore, magari uno specializzando pescato nella facoltà più adatta alle proprie esigenze era come ricevere un raddoppio di stipendio insieme ad un dimezzamento delle ore lavorative, pressoché impossibile. Ma da quando i passi in avanti nelle sue ricerche diventarono lunghi e rapidi, il meccanismo parve sbloccarsi, e i collaboratori iniziarono ad arrivare con la facilità con cui si ordina cancelleria. Ovviamente tra tutti quegli esperti c'erano anche dei "loro" uomini, era un compromesso, uno dei pochi, che il dr. Stix aveva deciso di accettare, anche perché questi infiltrati, controllori o chissà come definirli, erano anche loro, come tutti gli altri, rotelline di un meccanismo molto più grande. Ed era proprio in questo che Alan Stix era formidabile: tutti lavoravano al suo progetto, al suo prione, ma era riuscito a suddividere i compiti in modo così preciso e oculato, facendo lui da tramite tra i vari ingranaggi del sistema, da portare a conoscenza i suoi e i "loro" uomini solo di una piccola parte del grande disegno, al punto che molti non sapevano nemmeno quale fosse il vero oggetto di queste ricerche, e men che meno l'obiettivo finale. Questo comportava per il dr. Stix un dispendio di energie fisiche e mentali difficilmente tollerabile da un uomo sano di mente. Sapendo di essere sottoposto a questo tipo di stress, e ritenendo inaccettabile l'eventualità di esserne travolto, Alan Stix aveva iniziato ad assumere farmaci per aumentare l'attenzione, la forza, la resistenza fisica e mentale, inizialmente in modo saltuario, poi in modo regolare, per finire con l'averne una dipendenza che faticava sempre più a celare. In laboratorio, in ufficio e durante le riunioni con i "loro" emissari riusciva comunque ad essere ancora calmo e impeccabile, ma quando era a casa... bè Maia era solo una comparsa ormai nella sua vita, e con lei poteva dare sfogo alla sua ira e ai suoi sproloqui prima, alla sua violenza e follia dopo, man mano che le dosi assunte aumentavano.
Con il passare dei mesi i progressi erano costanti, aumentava la quantità di dati raccolti, le sperimentazioni davano buoni risultati, in poche parole il traguardo del dr. Stix era sempre più vicino. Ma a lui appariva sempre più come un qualcosa di astratto e sfocato. Il meccanismo da lui creato e del quale lui era l'ingranaggio principale, stava girando a pieno regime, e capitava spesso che lui ne fosse trascinato, per inerzia, talvolta in modo quasi passivo.
Nonostante questo riusciva a tenere la rotta, a tenere insieme i pezzi, come un ubriaco che alla fine riesce ad arrivare a casa, senza fare danni alla macchina, magari zigzagando un pochino, senza ricordarsi lunghi tratti del percorso appena effettuato, e uscendo con stupore dallo stato di dissociazione alla vista della propria casa.
E "loro" lo sapevano, e volevano essere sicuri che ciò che stava nascendo fosse perfetto, perché le aspettative che nutrivano e gli investimenti affrontati erano troppo importanti. Il lavoro che avevano affidato al brillante e geniale e affidabile e disposto a tutto dr. Stix effettivamente stava procedendo a ritmo sostenuto, ma altrettanto rapidamente il loro ingranaggio principale stava finendo in una spirale di dipendenza che rischiava di compromettere tutto il meccanismo.
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Assedio zombie
Science FictionI più fortunati, forse, non sono i sopravvissuti, costretti a sudarsi ogni istante, ma gli altri, le vittime, quelli che non dovrebbero camminare ma lo fanno.