3 - Randy Flin

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Provare a tracciare i tratti principali di un sopravvissuto potrebbe sembrare un compito semplice: maschio, adulto, forte, con delle particolari abilità fisiche e mentali... ma in realtà la cosa più importante è la dannata fortuna. Fortuna nel senso più ampio possibile. Per alcuni la fortuna fu proprio la fine del mondo, persone come Randy Flin, persone che avevano passato buona parte degli ultimi anni preparandosi ad una eventuale (come lui amava chiamarla) tempesta di merda, quasi sperandoci. Randy era un individuo border line, uno di quei soggetti che i conoscenti avrebbero definito pazzoide, strano o, quelli che avevano avuto la pazienza di ascoltare qualche suo sproloquio, prepper. Il problema di molti prepper però era che sarebbero stati pronti per una fine del mondo relativamente lenta, progressiva, non per una vera ondata irrefrenabile e imprevedibile. Come detto Randy Flin aveva passato gli ultimi anni della sua vita border line leggendo libri su come rendere la propria abitazione sicura, autonoma, manuali di esperti in sopravvivenza estrema nel deserto, in mezzo alla foresta, visto video di come accendere un fuoco o di come procurarsi acqua potabile, ma tutto questo non fu minimamente utile, almeno all'inizio, a prolungare la vita di Randy oltre la tempesta di merda. Fu la fortuna a farla da padrona, nonostante quello che lo stesso Randy Flin pensava.  A vederlo ora Randy corrispondeva perfettamente allo stereotipo del sopravvissuto, un vero duro, uno di quelli che gli zombie li faceva fuori con freddezza, in modo meccanico e sistematico. Dopo alcuni mesi di assestamento, di terrore, di panico, di disperazione Randy aveva reso più o meno sicuro l'isolato di Colonia nel quale si trovava il centro commerciale al quale si era recato il giorno in cui quello che lui riteneva essere un attacco terroristico fu sferrato.

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