5 - Goran Sovic

889 42 0
                                    

- Cazzo cazzo cazzo... no no no che cazzo no porco cazzo...

Come detto l'umanità stava facendo la fine delle formiche quando vengono prese di mira e tormentate da un bambino curioso ma annoiato... ma ora, nel presente di Goran erano le formiche a tormentare lui, invadendo silenziose e implacabili tutti gli avanzi abbandonati sul tavolo. Certe notti i sogni di Goran erano resi incubi dalla presenza delle formiche, non degli zombie, formiche che mangiavano tutto, anche le barricate erette per proteggere la casa.

- Fottute bastarde, fottute troie... schifose bastarde...

Lo stava pensando o lo stava dicendo? O lo stava urlando? No, urlando no, era sull'orlo della pazzia, ma non era ancora ancora precipitato nel baratro...

Goran Sovic, ormai solo più l'ombra dell'atleta che era stato solo un anno - o un secolo? - prima, aveva un esercito di nemici fuori dalla casa che aveva dovuto occupare suo malgrado, e un altro esercito altrettanto numeroso dentro la casa. Tutto ciò che lo teneva in vita era ovviamente la fortuna, che nel suo caso si era materializzata in modo veramente contorto.

Sabato, doveva essere Sabato perché gli ebrei il Sabato non lavorano. E perché quella mattina era stato svegliato e gettato nel pieno dei postumi di una sbronza da un rumore fortissimo, un aereo a bassissima quota o una formula uno ad alta quota...

Sabato mattina, post-sbronza, sveglio ma inerme nel letto. La fortuna inizia a lavorare presto... la fortuna e il mal di testa trattennero Goran nel letto fino al pomeriggio, quando la fame e la noia presero il sopravvento sui postumi dell'alcol. Uscito dal suo appartamento si diresse verso il centro del paese a piedi, con l'intento di comprare qualcosa da mettere sotto i denti. La sua situazione precipitò in fretta, come quella di tutti del resto; quando girò l'angolo della sua via per immettersi sulla strada principale di Friedberg la vita di Goran cambiò di colpo.

E il colpo fu un vero colpo, di fucile, un grosso fucile da caccia puntato da Mordecai Brok, titolare del minimarket kosher, verso di lui.

Quello fu il primo momento in cui tutto l'addestramento ricevuto in quei mesi da Goran si dimostrò utile. Istintivamente cercò un riparo, i cassonetti dell'immondizia, e vi si lanciò come neanche lui stesso pensava di poter fare. Semplicemente si trovò seduto a terra, con la canna del fucile di Mordecai - quello schifoso ebreo di Mordecai Brok, pensò - ancora impressa negli occhi e il rimbombo dello sparo seguito dal sibilo del proiettile ancora nell'orecchio destro.

Ma gli spari continuarono, non più verso i cassonetti dell'immondizia, ma anche in altre direzioni. Goran iniziò solo in quel momento a sentire altri rumori, che fino a quel momento erano solo un sottofondo che aveva ignorato. Decise di sporgersi a guardare.

Assedio zombieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora