La rompighiaccio Luponx, battente bandiera russa, è in viaggio dalla base antartica di Marambio verso la penisola di Mirnyj, dove si trova l'omonima base russa. Oltre al capitano Fedor Krasin, al suo primo ufficiale Yuri Drovetin e a 9 membri dell'equipaggio, tutti di nazionalità russa, sulla nave sono presenti come ospiti sei dirigenti della società finanziatrice dei progetti di ricerca, e 19 tra biologi marini, fisici, chimici e tecnici a cui questi progetti sono stati affidati.
Diario del Capitano della Luponx, Fedor Krasin
27 Aprile 2019 - ore 22:00
Oceano Indiano meridionale - Mare di Davis
Coordinate: 65-20'52,6"S 87-36'22,8"E
Stranamente abbiamo perso il contatto satellitare con il riferimento 14 di Cape Town. Ho provato a contattare Andreevna come ogni sera ma anche lei risulta irraggiungibile. Anche alcuni membri dell'equipaggio e tutti e sei gli ospiti hanno riscontrato gli stessi problemi di comunicazione e connessione. Probabilmente una tempesta solare o un problema al satellite. Con quello che pagano è inaccettabile, ma non sono problemi miei. Siamo a poco più di 190 miglia marine, stando alla rotta tracciata con il primo ufficiale Drovetin, dalla base Mirnyj. L'arrivo è previsto nella giornata di domani, ma date le condizioni del mare in peggioramento, potremmo impiegare alcune ore in più. Attualmente non abbiamo nessun tipo di problematica specifica a parte tre dei sei ospiti che mal tollerano il rollio della nave, in particolare la signorina Panidri: suo papà ritiene inaccettabile che la nave "balli più di un ottovolante". Inutili i tentativi di spiegargli le differenze tra una nave normale ed una rompighiaccio.
Gli unici contatti che abbiamo al momento sono con la stazione radio della Mirnyj, che a quanto pare hanno i nostri stessi problemi di comunicazione. Stiamo infatti utilizzando una radio ad onde corte.
Non mi sono state segnalate altre anomalie ai sistemi o agli apparati.
28 Aprile 2019 - ore 7:38
Oceano Indiano meridionale - Mare di Davis
Coordinate: 65-50'13"S 92-15'11,6"E
Siamo al largo dell'isola di Drygalski. Continuano i problemi di comunicazione con la terraferma a nord e stamattina anche con la base Mirnyj. Non è strano che una tempesta solare duri così a lungo, ma è la prima volta che mi capita di subirne gli effetti mentre mi trovo in una zona così remota. Procediamo verso la penisola anche senza il contatto radio perché le condizioni del mare stanno peggiorando ulteriormente, anche se non abbiamo bollettini meteo aggiornati da ieri mattina. Il signor Panidri pensa di comandare e per non urtare il suo ego assecondo le sue richieste, che per sua fortuna coincidono con le mie intenzioni: giungere alla base Mirnyj e gettare l'ancora. Non ho sentito Andreevna neanche oggi.
Non mi sono state segnalate altre anomalie ai sistemi o agli apparati.
28 Aprile 2019 - ore 14:23
Oceano Indiano meridionale - Mare di Davis
Coordinate: 66-33'04,2"S 93-00'30,7"E
Qualcosa alla base Mirnyj non va. Siamo a circa duecento metri dalla base, è impossibile che nessuno ci abbia visti né sentiti. Nessuna risposta dalla radio, nessuna risposta al suono della nostra sirena, che date le condizioni ambientali avrebbe svegliato chiunque nel raggio di dieci miglia. La prassi vorrebbe che un loro gommone faccia la spola per sbarcare il personale, non potendo noi attraccare. Tutte le altre volte trovavamo già il gommone pronto ad attenderci. Questa volta nessuno si è fatto vedere. La struttura è decisamente grande e deve ospitare almeno 70 persone o forse di più. Non ci spieghiamo come sia possibile che nessuno sia uscito. Di solito anche in condizioni di tempo peggiore a quello di oggi notiamo sempre che le attività connesse al nostro arrivo coinvolgono anche le aree esterne, i mezzi e i magazzini. In accordo con il primo ufficiale Drovetin abbiamo deciso di mandare tre uomini dell'equipaggio, in particolare Sagovitch, Gaderich e Radenko con il gommone da sbarco a remi. Purtroppo senza il supporto dei mezzi della base il lavoro di sbarco merci e personale credo sia impossibile.
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Assedio zombie
Science FictionI più fortunati, forse, non sono i sopravvissuti, costretti a sudarsi ogni istante, ma gli altri, le vittime, quelli che non dovrebbero camminare ma lo fanno.
