31 - Il prione di Stix

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Quando Maia con malcelata curiosità chiedeva ad Alan che cosa fosse questo importantissimo prione, tanto importante da tenerlo impegnato anche più di 12 ore al giorno, lontano da casa e da lei, lui inizialmente cercava di spiegarle di che cosa si trattasse con spiegazioni che risultavano troppo tecniche e specifiche. Lei, tutt'altro che stupida, era però assolutamente estranea a concetti di biochimica e neurologia,  aveva quindi deciso di provare a fare come fanno tutti per saperne di più: aveva cercato informazioni su internet. Quel giorno capì effettivamente ben poco, le informazioni che aveva trovato erano di carattere generale, ma alcuni punti fermi erano stati messi: i prioni sono agenti patogeni diversi da tutti gli altri, virus o batteri che siano; non sono vivi; le infezioni prioniche sono sempre incurabili e portano alla morte nel 100% dei casi. Suo marito lavorava con dei microscopici mostri, pericolosissimi e spietati. Durante le sue ricerche si era imbattuta più volte nel nome del marito, definito luminare nel campo, a cui attribuivano importanti passi avanti e scoperte inerenti alla trasmissibilità per via aerea delle infezioni prioniche. Incuriosita aveva cercato anche delle immagini, e qui rimase affascinata e un po' delusa. Quella sera, di ritorno da lavoro, il dr. Stix l'aveva trovata seduta sorridente a tavola. L'aveva osservato uscire dalla stanza per cambiarsi, quindi andare in bagno e rientrare nella sala da pranzo. Lei era ancora lì, sorridente, quasi trepidante.

- Ma che buon profumino, hai fatto le lasagne... - disse Alan senza sembrare incuriosito dall'atteggiamento di Maia.

- Si, ma aspetta, finalmente ho capito, e non grazie a te, che cosa sono questi prioni che tanto ami. Sembrano pericolosi. - disse Maia, che solo in quel momento si rese conto che la reazione di Alan sarebbe potuta essere tutt'altro che entusiastica.

- Fantastico! E chi te l'ha spiegato? La moglie di Shaffelson? No, quella non sa neanche come si fa un toast... - disse Alan, che sapeva bene quanto Maia ritenesse oca la moglie del suo amico.

- Chi se non internet? Sono carini, sembrano delle stelle filanti con dei fili attaccati,  dalle foto delle elaborazioni sembrano anche coloratissimi! - Maia era contenta di aver stupito il marito.

- Si bè quei colori sono per evidenziare le differenze tra le varie parti della catena proteica, le stelle filanti si chiamano -

- Alfa eliche! - lo interruppe Maia riuscendo a trattenersi dall'alzare la mano come a scuola.

- Stupefacente, allora sei brava anche a fare qualcosa che non siano le lasagne... - questo sarcasmo tagliente era tipico del dr. Stix, Maia lo sapeva e sapeva che era un modo tutto suo per farle capire quanto l'avesse sorpreso. Alan, comunque ancora affamatissimo, iniziò a mangiare e la cena proseguì con domande di Maia su cose che non aveva chiare, ma soprattutto sulla effettiva pericolosità dei prioni. La sua paura più grande era che lavorando a contatto con quegli agenti patogeni ci fossero seri rischi per la salute del marito. Lui provò a modo suo a rassicurarla,  spiegandole quali fossero le misure di sicurezza dei suoi laboratori ed i dispositivi di protezione personale. Quello che non le spiegò furono tutti gli sforzi che stava facendo per rendere quel suo amato prione ancora più pericoloso. I suoi nuovi capi erano stati via via sempre più chiari. Inizialmente si era dovuto occupare dell'aspetto su cui già aveva lavorato, per il quale era diventato  famoso e probabilmente anche il motivo per cui era stato scelto da loro: aumentare ulteriormente la trasmissibilità aerea del prione. Questo richiedeva di affrontare diversi aspetti, dalla resistenza a temperature diverse dai range di 20-40 gradi centigradi, provando ad estenderlo e cercando di arrivare vicino agli zero gradi, passando per un prolungamento della "vita" del prione all'esterno del corpo, finendo con l'aumento dell'infettività, ossia necessitare di un numero minore di prioni per infettare l'ospite. Questo era uno degli obiettivi richiesti, già di per sé una mole di lavoro impensabile, ma c'era dell'altro. Durante il suo primo e ultimo incontro diretto con loro gli era stato chiesto quale fosse il mezzo migliore per diffondere rapidamente l'agente patogeno,  e dopo qualche riflessione il dr. Stix aveva risposto che la diffusione tramite la nebulizzazione di acqua nella quale era stato diluito in alte concentrazioni l'agente stesso era un ottimo metodo, in quanto lui stesso prima di dimostrare la trasmissibilità tramite aerosol, era passato per quella strada. Usare l'acqua come vettore facilitava anche la soluzione al problema della temperatura, che poteva essere scelta a priori senza dover più dipendere dalle condizioni ambientali. A quel punto, gli chiesero se quel discorso poteva valere anche per i fluidi corporei. Lì per lì il dr. Stix non capì il senso di quella domanda, e si limitò a rispondere che così su due piedi non poteva dirlo con certezza. Man mano che il lavoro in laboratorio procedeva, giungendo a risultati sempre più incoraggianti, regolarmente il dr. Stix riceveva ulteriori dettagli su come procedere. Un passaggio molto complicato da affrontare arrivò quando gli venne chiesto di rendere gli infetti a loro volta vettori di infezione.

Oltre ai problemi che potremmo definire logistici, questa richiesta turbò non poco il dr. Stix, che vedeva la sua creatura passare da arma, seppur non convenzionale, spietata e terribile, a veicolo di epidemie letali. Iniziarono così le riflessioni sulle conseguenze del suo lavoro, per la prima volta si chiese su chi avrebbero usato i frutti delle sue ricerche, e questi tormenti iniziarono ad influire sulla sua vita privata. Era passato poco più di un anno da quel 15 Febbraio, erano stati fatti passi importantissimi, i suoi capi non potevano che essere soddisfatti per quanto ottenuto in così poco tempo, ma da quel punto in avanti il dr. Stix iniziò un lento ma inesorabile declino personale, che riuscì ancora per qualche anno a mascherare ed ignorare a lavoro, esplodendo sempre più di frequente ed in modo evidente  a casa nei confronti della moglie Maia. Dopo alcuni mesi di studio delle differenti possibilità che aveva a disposizione,  decise di puntare tutto sul prione causa dell'IFF, l'insonnia familiare fatale. Sperava di rendere gli effetti di questa malattia ancora più accentuati, integrando le caratteristiche sviluppate precedentemente per soddisfare le loro esigenze. E così come il prione può infettare l'ospite tramite la respirazione o l'ingestione, ritenne fosse possibile il percorso inverso. Dall'apparato digerente ai tessuti nervosi e al cervello, quindi anche dai tessuti nervosi a quelli dell'apparato digerente. Bocca compresa. Ci vollero anni, quasi cinque per arrivare a qualche risultato,:ma il dr. Stix, che viveva  ormai due vite parallele, facendo sempre più fatica a nascondere il suo abuso di anfetamine, sapeva che quell'obiettivo sarebbe stato raggiunto.

C'erano momenti in cui si sentiva dio, durante i quali riusciva a sentirsi in sintonia con il mondo, con il suo mondo, il laboratorio,  i tecnici, era un unico grande meccanismo perfettamente registrato,  del quale lui non solo faceva parte, ma era anche fonte di energia e riferimento per tutti gli altri ingranaggi. E c'erano i momenti in cui il peso di tutto ciò che aveva creato e che lo circondava lo opprimeva al punto di spaventarlo, di fargli apparire la fuga solo cone una soluzione parziale, il suicidio come la risposta definitiva.

Loro erano al corrente di tutto, e non potevano permettere che un elemento fondamentale per il successo del progetto potesse essere perso, che fosse a causa di una dipendenza o per un suicidio non importava. Fu Noel Dannen, il numero undici, peraltro lo stesso che aveva indicato proprio il dr. Stix come candidato ideale per lo sviluppo dell'agente patogeno, a proporne il ricovero in una struttura idonea al recupero dalle dipendenze. Il dr. Stix fu semplicemente convocato, come accadeva regolarmente in quegli anni, ma invece di essere accompagnato in qualche albergo o struttura governativa in Europa, di solito, ma anche nella confederazione centro-nordamericana,  fu portato presso la Parsons & Lawrence Clinic sull'isola di Saint Thomas. Qui gli venne affidato come assistente personale Safin, unica persona con la quale poteva entrare in contatto oltre al personale della clinica. Ufficialmente le mansioni di Safin consistevano nel fare da tramite tra il dr. Stix e i suoi collaboratori rimasti a Colonia: stampare le mail in arrivo, inoltrare quelle in uscita. Concretamente però la presenza del gigante di origini russe aveva anche un altro obiettivo: Safin era un formidabile motivatore ed era lì perché Alan, lo chiamava Alan e non dr. Stix,  aveva bisogno tanto di chiudere con le anfetamine quanto di ritrovare un motivo per tirare avanti.

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