28 - Randy esce

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Il secondo giorno Randy lo ricordò sempre come l'ultimo in cui ebbe l'onore e la fortuna di vivere con l'elettricità a disposizione. Poco dopo il tramonto stava cercando di preparare un paio di panini per cena alla luce dei lampioni che illuminavano le vie circostanti, ma di colpo questi si spensero. Per un attimo si bloccò con il coltello premuto sulla fetta di pane bianco mezza coperta di maionese, come ad aspettare che la poca luce tornasse ad illuminare debolmente la stanza. Dopo alcuni secondi si decise a proseguire con la preparazione ed una volta terminato si portò alla finestra per guardare fuori. Era strano vedere il panorama, che da quando abitava in quel buco di casa era sempre stato uguale, completamente spento e buio. In lontananza, ad alcuni chilometri valutò Randy, una qualche zona era ancora illuminata, ma tutto quello che riusciva a vedere era una sorta di lontana nuvola di luce sfocata. Sparirà anche quella, pensò, e subito si rimproverò per il proprio pessimismo.

Cercò di scacciare quel pensiero guardandosi intorno mangiando il primo dei due panini: la vista non era ancora abituata a quel buio profondo, ma sentiva nel silenzio il rumore di quelle cose che vagavano sotto casa sua. Fuster per fortuna era tranquillo e non sembrava in vena di reclamare cibo e attenzioni da parte di Randy. A sue spese Randy aveva capito quanto importante fosse il silenzio. Decise di chiudere le finestre e di andare in camera sperando di rilassarsi e che il sonno potesse scrollargli di dosso quel senso di angoscia ed agitazione che lo stava tormentando.

La mattina seguente fu svegliato da un forte rumore che lo fece sobbalzare sul letto. Si trovò a guardare fuori dalla finestra in cerca della fonte di quel rumore, ma la luce del mattino gli appannava la vista impedendogli di mettere a fuoco. Dopo un paio di minuti le pulsazioni tornarono a ritmi quasi normali e la vista era ormai abituata alla luce diffusa filtrata dalle nuvole, ma nulla, a parte quelle schifezze ambulanti, si muoveva. Notò con soddisfazione che il loro numero era ridotto rispetto alla sera precedente, ne rimanevano comunque almeno una trentina. Decise di non pensare allo sparo né ai cosi sotto casa e di pensare al da farsi. Sapeva di non poter contare su nessuno, considerando anche il fatto che aveva l'impressione di essere rimasto da solo o quasi in tutta la città. Sapeva anche che non poteva rimanere ad oltranza in casa: il cibo e l'acqua erano limitati ad un'autonomia di qualche giorno. Fuster gli si acciambellò sulle gambe mentre Randy pensava a come uscire senza attirare l'attenzione di quegli schifosi. Accarezzando il gattone con una mano la sua mente venne pilotata sull'immagine di Fuster che esce dalla finestra che affaccia sul retro, il cui panorama è il muro del piccolo centro commerciale, prosegue per un paio di metri passeggiando sul cornicione largo meno di cinque centimetri e salta sull'insegna fissata tra la sua palazzina e il lato del centro commerciale per indicare l'area di scarico merci. Usata la struttura in acciaio che sorregge la scritta con la grossa freccia come ponte, Fuster balzava sulla scala di servizio che portava al tetto piatto del blocco prefabbricato e lì Randy perdeva il contatto  visivo. Glielo aveva visto fare alcune volte in quelle poche settimane, chiedendosi dove andasse. Ora Randy aveva una potenziale via di uscita da casa che non contemplava l'incontro con quei pazzi vaganti. Decise quindi di provare a vedere se anche lui fosse in grado di accedere al tetto del Mainz-Kholn shopping center.

Prima di tutto preparò lo zaino con ciò che riteneva necessario: 35 metri di corda da arrampicata con rampino, una torcia frontale, il kit di pronto soccorso, una bottiglia d'acqua ed alcuni attrezzi. Alla cintura aveva fissato il fodero del suo machete Walther. Affacciatosi alla finestra che dava sullo stretto vicolo che lo divideva dalla sua nuova meta si rese conto che non sarebbe stato così facile: la parete della sua palazzina, oltre al piccolo cornicione che Fuster usava come passatoia, non offriva alcun appiglio sicuro. Decise quindi di usare subito la corda ed il rampino. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto riuscì ad agganciare due dei tre uncini d'acciaio del rampino alla parte alta della struttura di supporto del cartello dell'area di scarico: diede alcuni forti strattoni per valutarne la tenuta e quando fu soddisfatto decise di uscire dalla finestra.

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