20:20
L'atmosfera sulla nave è cambiata radicalmente, ho la sensazione, per non dire la certezza, che ogni singolo individuo presente a bordo sia cambiato in modo irreversibile, dopo la giornata appena trascorsa. Scrivo per fissare su carta quello che già ora ricordo a fatica, in modo nebuloso, come se tutto questo fosse solo un brutto sogno. Una volta, circa dieci anni fa, fu Brown a spiegarmi che il nostro cervello tende a dimenticare tutti i ricordi brutti, i traumi, mentre preserva molto meglio tutti i ricordi positivi e felici. Ebbene, prima di rimuovere questi terribili ricordi mi sforzerò di riportarli su questo, temo ormai inutile, diario. Questa mattina abbiamo portato la Luponx all'interno della baia, o quello che è, e ci siamo trovati in quello che poteva sembrare il centro della città. Dopo aver osservato da circa mezzo chilometro con i binocoli abbiamo fatto un passaggio ravvicinato alla costa ed alle banchine che si affacciano su questo specchio d'acqua: sono zombie, terribili, spaventosi, morti che camminano. Un mio caro amico dei tempi della marina, Hristo, mi aveva passato molti dei suoi libri, letteratura americana soprattutto, a tema apocalittico, ne era un vero appassionato, nella speranza di far appassionare pure me, ma io leggo solo letteratura russa, per passione ed abitudine. I libri, una cassa intera, sono rimasti per alcuni anni nella mia casa di Sanevoc, finché per errore, insieme ad altre cianfrusaglie, mi è stata spedita da mia cugina direttamente sulla Luponx. Quando sono arrivate ho chiesto a Drovetin di metterle nel magazzino e lui, leggendo alcuni titoli tra cui "Apocalisse Z" e "Il passaggio" mi ha chiesto di poterli leggere. Gli ho risposto che da quel momento quella cassa faceva parte dei suoi effetti personali. Da quel giorno, più o meno, Drovetin è diventato un appassionato del genere e a più riprese mi ha raccontato alcune delle trame. Ciò che abbiamo visto ricalca alcuni dei suoi riassunti. Ogni punto di approdo è occupato da centinaia, forse migliaia di zombie, che vengono anche spinti in acqua da quelli che gli stanno dietro: sembrano instupiditi e rabbiosi, non hanno smesso un solo istante di rantolare e ringhiare verso di noi. Alcuni sono assiepati sulle banchine, altri schiacciati contro le reti che delimitano le proprietà, addirittura alcuni li vediamo battere contro i vetri delle finestre dei palazzi e dei grattacieli. Evgenij non scherzava, purtroppo. Una volta tornati in mare aperto, dove tutt'ora ci troviamo, abbiamo contattato Iarolin al quale ho dovuto raccontare tutto: sicuramente nutriva grandi speranze nel nostro viaggio, speranze cancellate dal mio resoconto. Ha preso la parola anche l'ing. Vanikova che pare essere una donna estremamente concreta e forte. Mi ha fatto domande sull'equipaggio e su come ha reagito a questa terribile esperienza, ed insieme a Mc Ree abbiamo concordato di fare una piccola riunione. Anche lei con Iarolin ha deciso di comunicare ciò che abbiamo visto in una riunione con il personale della base. Siamo rimasti d'accordo di risentirci domani. A parte le ovvie reazioni che ognuno ha avuto dopo ciò che abbiamo visto, la riunione sulla Luponx, terminata pochi minuti fa, ha fatto emergere alcune cose: innanzi tutto c'è grande disaccordo su cosa fare, alcuni vorrebbero tornare alla Mirnyj, altri riprendere la navigazione verso nord, cercando un approdo più sicuro, altri ancora sono sprofondati nell'apatia, sono assenti, e proprio di loro dobbiamo occuparci al più presto. Inoltre dobbiamo mettere in conto che per quanto il serbatoio del carburante sia di poco al di sopra della metà, in condizioni normali dovremmo comunque fare rifornimento prima di intraprendere altri viaggi, che siano di ritorno o verso altri porti continentali. Drovetin, che ho visto particolarmente scosso, ritiene che dovremmo fare rifornimento per non rischiare di rimanere a secco, in quel caso nessuno potrebbe soccorrerci e sarebbero guai seri. L'area commerciale del porto ha una zona per i rifornimenti, me l'ha indicata Radenko durante il terribile giro della baia, e domani mattina ci avvicineremo per dare un'occhiata e valutare meglio il da farsi. Iarolin mi ha parlato di come stanno andando le cose alla base Mirnyj, ma sinceramente non ho quasi ascoltato nulla, se non che hanno trasmesso il questionario dei ragazzi di Brown ad Evgenij, ed ora sono in attesa dellea risposte. La cosa assurda è che i ragazzi di Brown già domani potranno avere direttamente dall'esperienza personale le risposte a molte delle loro domande. Comunque in questo momento non mi interessa granché di quasi nulla, penso ad Andreevna, a quanto sarebbe utile per il mio morale parlare con lei, sapere che sta bene, ma anche raccontarle le mie paure e preoccupazioni, sentire la sua voce, le sue parole di conforto, ma temo che la sensazione di solitudine che mi sta opprimendo da giorni non mi lascerà più. Domani sarà una giornata dura, sono stanchissimo ed ho bisogno di dormire.
14:20
Abbiamo deciso di provare a rifornire la Luponx. Sembra pericoloso ma ritengo che sia necessario e la positività di Brown e dei suoi ragazzi, che ieri non sono riuscito e percepire, stamattina mi ha aiutato molto. Fare qualcosa, qualcosa di utile, tenere la mente impegnata per soffocare l'angoscia sembra essere per ora la soluzione migliore. Abbiamo attraccato al molo abbastanza rapidamente, considerando che abbiamo dovuto fare tutto il lavoro senza un supporto da terra. La Luponx è ormeggiata al molo 7-s, in quella che pare un'area dedicata ai rifornimenti delle piccole barche dei pescatori, e in questo piccolo angolo del porto troneggia come un gigante. Ora dobbiamo studiare un piano.
17:45
Quello che pensavo fosse un incubo non era altro che l'inizio. Abbiamo rischiato di perdere due uomini, anzi, ho rischiato di perdere due dei miei uomini, per colpa di questi dannati mostri. Abbiamo sottovalutato l'aggressività di quelle belve infernali, e Shlomi e Artiom hanno rischiato di essere presi. Dopo aver attraccato abbiamo studiato la situazione con molta attenzione, e dopo aver osservato per più di un'ora ci siamo convinti che la piccola area recintata che ospita la pompa del carburante fosse chiusa e libera da intrusi. Ho chiesto ai due ragazzi che di solito si occupano di queste operazioni se se la sentissero di scendere e di procedere al rifornimento, e senza esitare hanno accettato. Drovetin ha dato loro due pistole e dopo avergli spiegato come usarle li ha aiutati a calare la biscaglina. Dal ponte della nave avevamo una visuale perfetta della piccola area di rifornimento che aveva sulla sinistra un minuscolo prefabbricato verde con una sottile linea gialla che ospitava il pannello di comando della pompa, nel mezzo la palina con la pompa, simile a quella di un normale benzinaio, tutto intorno una robusta recinzione. La casetta addossata alla recinzione doveva essere anche l'unica via d'accesso alla minuscola stazione di rifornimento, considerando che non siamo riusciti a vedere altre porte o cancelli; la recinzione a sua volta era circondata da una massa di persone accalcate, che la facevano vibrare e sbattere sui sostegni. Nonostante quell'orribile contorno, i ragazzi non hanno esitato a procedere. Il piano di Artiom e Shlomi era semplice, almeno in apparenza: scendere, aprire rapidamente la porta della casetta e attivare la pompa; dopodiché con il nastro isolante collegare il tubo del carburante della Luponx al piccolo erogatore e partire con il rifornimento. Da quel punto di osservazione ravvicinato abbiamo potuto osservare quelle... cose, non sono più uomini. Alcuni sono feriti, sembrano cadaveri che da un campo di battaglia si sono rialzati, il sangue secco appiccicato ai vestiti, alcuni sono mutilati, altri non hanno ferite apparenti, ma tutti, tutti, hanno lo stesso sguardo vuoto che sicuramente è la cosa che mi ha inorridito e sconfortato di più. La sensazione di stare al di sopra di quella massa di mostri mi ha fatto pensare agli abitanti di una città medioevale sotto assedio, al sicuro sulle mura, ma con il terrore della vista e della presenza così vicina di un esercito ostile, pronto a distruggere il loro mondo. Non appena i due ragazzi hanno posato i piedi a terra la massa di cadaveri ambulanti, come stimolata da un diffuso istinto predatorio, ha aumentato sensibilmente la spinta sulla recinzione e l'intensità dei loro i versi. I due giovani hanno rapidamente raggiunto la casetta e aperto la porticina. In quel momento abbiamo capito si aver sottovalutato il pericolo: dalla porta, come se la casetta fosse un ripostiglio di cadaveri riempito a forza, sono pesantemente caduti fuori, facendo balzare indietro i due uomini, diversi corpi. Quei corpi nel giro di pochi istanti hanno ripreso vita e iniziato a trascinarsi verso Artiom che pareva ghiacciato dalla paura. Shlomi invece non si è fatto impressionare e dopo aver tolto la sicura della pistola ha riempito di colpi quelle figure, aiutato da Drovetin che da pochi metri alla mia sinistra sparava verso il basso. Sento ancora adesso nelle orecchie un lieve sibilo nelle orecchie, residuo del fragore della sparatoria, al termine della quale sono rimasti a terra sette corpi. Artiom è rimasto shockato, al punto che Shlomi ha svolto da solo tutte le operazioni, con il giovane impietrito che lo osservava. La situazione si è risolta nel giro di pochi minuti senza altri intoppi, e non appena la pompa ha inziato a riversare carburante nei serbatoi della Luponx i due sono risaliti a bordo. Tutt'ora la pompa fortunatamente alimentata da un generatore a benzina sta continuando a funzionare e stiamo raggiungendo il 75% della capacità, e andremo avanti fino al pieno, o fino a quando la pompa rimarrà in funzione. Dopodiché valuteremo il da farsi, ora sta bussando alla porta Mc Ree, dobbiamo contattare Iarolin.
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Assedio zombie
Science FictionI più fortunati, forse, non sono i sopravvissuti, costretti a sudarsi ogni istante, ma gli altri, le vittime, quelli che non dovrebbero camminare ma lo fanno.