15 - Ronald Caster e il NexP

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Le linee guida del progetto NexP erano fondamentalmente due, semplici e chiare: la prima consisteva nell'abbassare la popolazione mondiale al disotto della soglia dei 5 milioni di individui. Per la seconda, si diceva, c'era tempo.

La drastica riduzione della popolazione mondiale aveva, come ovvio alcuni aspetti ritenuti negativi, altri positivi. Ormai l'immagine dell'umanità che si comporta come un virus che ammorba l'organismo pianeta terra è un esempio noto a tutti. Inoltre anche senza esempi, la presenza dell'uomo in qualsiasi ecosistema del pianeta ha conseguenze più o meno evidenti, ma in ogni caso superiori all'impatto che ha avuto qualsiasi altra forma di vita, o quasi. Per una specie animale che veniva introdotta in programmi di protezione, quasi quotidianamente almeno un'altra veniva portata all'estinzione.

Lo stile di vita, il consumismo e l'ignoranza di una enorme fetta della popolazione mondiale stava portando il pianeta oltre la soglia di non ritorno, e "loro" sapevano che il processo di contaminazione già in atto poteva essere invertito solo con interventi radicali. Alcune delle soluzioni concrete sarebbero state: un rigido controllo delle nascite, introduzione massiva di fonti di energia rinnovabile, la chiusura immediata di centrali a carbone, inceneritori, riduzione del 90% delle emissioni di inquinanti da fabbriche e automobili, e molti, molti altri provvedimenti impossibili da attuare su scala mondiale ed in tempi utili.

La "loro" però non era una preoccupazione ecologistica, non c'era alcun aspetto etico o morale, nessuna preoccupazione per ciò che avrebbero lasciato ai propri figli.

Ma chi erano questi "loro"? Esattamente non lo sapevano neanche loro stessi.

Uno di loro era Ronald Caster, ingegnere informatico, esperto in modelli e simulazioni statistiche, ma soprattutto vicecapo dell'DDIGE - il dipartimento difesa interna e gestione emergenze - della confederazione centro-nordamericana dal 2004 al 2009, anno in cui decise di lasciare la poltrona per dedicarsi a tempo pieno allo sviluppo del progetto NexP. Il progetto era nato col nome di NexProtocol come programma di sicurezza e prevenzione da catastrofi naturali ed attacchi terroristici di livello 1: per dare un'idea, le possibilità prese in considerazione spaziavano dall'attacco nucleare in territorio americano, passando per una vera pandemia, fino alla caduta di uno o più asteroidi. Ovviamente il grosso del lavoro, e quindi degli investimenti di denaro e risorse umane erano dedicate alla prevenzione e al monitoraggio di queste eventualità. Per quanto riguarda l'eventualità terroristica, la prevenzione era il pane quotidiano per la CIA, a proposito di quelle pandemica e naturale invece bisognava affidarsi alla NASA, ma anche al CDC di Atlanta, oltre che, tramite l'intercettazione di dati, alle banche dati di molti laboratori in giro per il mondo. La pandemia, a parere di Caster, era tra tutte le possibili minacce, quella più probabile, in quanto era ben conscio del livello di organizzazione dei nemici terroristi, molto al di sotto di quanto pubblicamente diffuso, e sapeva anche che le probabilità della caduta di un asteroide sufficientemente grande da destare preoccupazione erano al di sotto dell'una su centinaia di milioni. Ma non zero, come amava sottolineare.

La sezione del bureau addetta allo sviluppo del NexProtocol faceva capo direttamente a Ronald Caster, che regolarmente, insieme a decine di altri fascicoli, riceveva quello inerente a sviluppi e proposte di questo che lui inizialmente riteneva essere un progetto facciata. Essendo un uomo curioso ed onesto si dedicava con pazienza alla lettura della maggior parte di tutto ciò che gli veniva trasmesso, cosa che accresceva, anche se solo dal punto di vista teorico, le sue competenze, e lo aveva aiutato a risolvere, grazie alla sua posizione di riferimento, diversi problemi.

Sostanzialmente il NexProtocol si occupava di sviluppare piani di emergenza, individuare edifici e strutture idonee ad ospitare civili e non in caso di emergenza, predisporre tutta una serie di interventi per agevolare l'approvvigionamento di energia e beni di prima necessità e molto altro. In parole povere, in caso di estrema necessità, ci si sarebbe rivolti al NexProtocol per sapere come agire.

In teoria il NexProtocol doveva essere una scialuppa di salvataggio alla quale nessuno prestava più di tanta attenzione e per la quale non erano stanziati fondi molto consistenti. Ronald Caster inizialmente percepiva il fatto che avessero affidato a lui il comando di questo progetto come un ulteriore centimetro settimanale che si aggiungeva alla pila di scartoffie da firmare dopo averle passate in rassegna. Per la verità erano meno rispetto a quando occupava poltrone meno importanti, ma comunque riuscivano a portargli via diverse ore ogni settimana, ore che avrebbe preferito impegnare in ben altre attività. Il motivo per cui era arrivato ad essere vicecapo del DDIGE era principalmente per meriti personali e per la sua predisposizione all'analisi critica e distaccata di problemi e la conseguente capacità di proporre soluzioni adeguate ed efficaci. Era, come spesso dicevano gli amici, la persona giusta al posto giusto. E loro lo avvicinarono, ritenendolo, come il dr. Stix, un elemento fondamentale per completare il loro progetto.

E come accadde al dr. Stix, in un momento e con indicazioni diverse, una mattina al suo arrivo in ufficio Caster trovò la seguente lettera ad attenderlo sulla scrivania:

Buongiorno ing. Ronald Caster,

con la presente desideriamo richiederVi una collaborazione diretta nello sviluppo di un nuovo progetto sviluppato a partire dal NexProtocol, del quale voi già avete il formale comando e la supervisione. Di seguito troverà le chiavi di accesso ai file.

User: caster0197NexP

Password: kldA8Fq00haS5yCM

F.T.G. governo confederazione centro-nordamericana

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