19 - Dr. Stix, la chiamata

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Dal giorno in cui il dr. Alan Stix era stato contattato da "loro" erano passati alcuni anni, ma lui non sarebbe mai riuscito a dimenticarsi quei giorni. Tutto iniziò una mattina con una lettera sulla sua scrivania, una lettera che lui lesse e rilesse diverse volte.

Buongiorno dr. Alan Stix,

con la presente desideriamo richiederVi una collaborazione diretta nello sviluppo di un nuovo progetto di ricerca per il quale riteniamo fondamentale la sua presenza. Nel caso ritenesse quantomeno interessante approfondire quanto intendiamo proporre, saremo disponibili ad un incontro diretto nel luogo e nel giorno che potrà ritenere più opportuno.

Questo dovrà essere da Lei comunicatoci con almeno una settimana di anticipo, durante la quale provvederemo ad organizzare eventuali Suoi trasferimenti, indicando nella seguente casella vocale luogo, data e ora dell'appuntamento.

(213) 389-1083

F.T.G. governo confederazione centro-nordamericana

Alan Stix in quel periodo era sotto i riflettori delle più importanti riviste scientifiche per i suoi studi che l'avevano portato a dimostrare la trasmissibilità dei prioni per via aerea. Ritenne quindi evidente che questa offerta di collaborazione in un nuovo progetto del governo centro-nordamericano era direttamente collegata agli sviluppi nelle sue ricerche, ma le modalità di quella proposta lo avevano in qualche modo turbato; dopotutto erano giunte telefonate al suo ufficio con cadenza quasi oraria nelle ultime settimane: richieste di interviste televisive e per la carta stampata, a cui lui si era sistematicamente sottratto; offerte di lavoro per aziende private; cattedre universitarie offerte come fossero viaggi premio. Erano tutte proposte che aveva scartato perché non le riteneva all'altezza o perché avrebbero comportato un allontanamento dalla sua passione, la ricerca pura. Non era attratto dai guadagni, né tantomeno dall'insegnamento.

Ma quella proposta era diversa. Prima di tutto perché proveniva da quella che in quel momento era probabilmente l'unica organizzazione che avrebbe potuto garantirgli una continuità nelle sue ricerche, se non addirittura un aumento dei fondi, delle strutture e del personale a disposizione. E poi c'erano le modalità con cui si erano presentati, una lettera posta sulla scrivania, una lettera che diceva poco o nulla, parole dietro le quali potevano nascondersi prospettive potenzialmente interessanti, come anche nulla di concreto.

- Non illuderti Alan - pensò dopo la sesta o settima rilettura, ancora in piedi davanti alla scrivania. Accendendo il PC già sorrideva di se stesso e di quanto aveva già costruito la sua fantasia partendo da quelle poche righe di quasi nulla e da quella firma. Quella non era nemmeno una firma, era una sigla, due nomi ed un cognome, o viceversa. Non era nessuno in particolare, solo qualcuno del governo della confederazione centro-nordamericana, che gli aveva detto: ho un lavoro per te, se ti interessa dimmi dove e quando e verrò a prenderti e ne parleremo. Nient'altro. Ma durante quella giornata in ufficio prima, compilando scartoffie, e in laboratorio poi, la sua mente tornava a pensare a quella lettera e a fantasticare.

Di ritorno a casa, quella sera, con la lettera nascosta tra altri documenti - perché la sto nascondendo? - si chiese mentre la infilava in un plico, ebbe la tentazione di chiamare subito quella casella vocale, seguita da quella di eliminare la lettera, seguita dalla convinzione di nascondere tutto a Maia, ma alla fine optò per la scelta che appariva più logica: parlarne alla moglie per avere un parere da qualcuno di cui si fidava.

Quella sera, durante la cena Alan spiegò a Maia quello che per tutto il giorno era stato come un sottofondo nei suoi pensieri, cercando di essere oggettivo, chiaro e di non influenzare la moglie, alla quale, infine, chiese cosa ne pensasse. E lei, semplicemente disse:

- Amore, io direi di andare almeno a sentire quello che hanno da dirti, non credo ci sia nulla di vincolante in un incontro come quello che ti hanno proposto. Hai la possibilità di scegliere dove e quando farlo, e direi che sarà a loro spese quindi... fallo! E magari scegli qualche bella città, Parigi per esempio!

- Ah ah ah, ma che dici, poi penserebbero che sono un cretino che si vuole approfittare della situazione, no, dai, seriamente, stiamo parlando del governo americano, magari c'è di mezzo l'FBI o la CIA, non voglio passare per uno sprovveduto! - disse Alan prendendo una mano della moglie tra le sue.

- Su su scherzavo, non fare sempre così, dottor Alan Stix - rispose Maia scimmiottando una voce maschile. - E poi non capisco perché ti stai facendo tutti questi problemi per un colloquio di lavoro... Non è che mi stai nascondendo qualcos'altro? - concluse con un tono decisamente più serio.

- Assolutamente no, non so perché ma sono un po' curioso ed un po' preoccupato. Una casella vocale, ma quando mai? Una lettera quasi anonima, portata a mano da chissà chi... non so... ho anche pensato che fosse uno scherzo di Shaffelson, quel cretino, ma è in vacanza da alcuni giorni. - rimase qualche secondo in silenzio, e dopo in lungo sospiro, quasi rassegnato, disse - Ok, ho deciso: domani chiamo la casella vocale! -

- Fantastico - disse insolitamente emozionata Maia - e per quando e soprattutto dove, dottor Stix? -

- Ancora non lo so signora Vestmalen, ci penserò su questa notte - concluse Alan con un sorriso di quelli che avevano fatto innamorare Maia.

La mattina dopo, arrivato in ufficio, Alan si sedette alla sua scrivania, recuperò la lettera da dove l'aveva nascosta chiedendosi di nuovo perché l'aveva fatto, la rilesse e infine alzò la cornetta, compose il numero e rimase a bocca aperta quando la voce registrata gli diceva che il numero era inesistente. Si sentì profondamente deluso, stupido, era uno scherzo di Shaffelson, o di qualcun altro. Ma perché, con quale scopo, si chiedeva, e intanto riprovava a comporre il numero 213 389 1083, continuando a sentire la voce femminile che gentilmente lo informava che il numero selezionato era inesistente o momentaneamente non attivo, e poi si bloccò.

Qualcosa non tornava. Governo centro-nordamericano. Aprì google e inserì il numero nel campo di ricerca e il risultato fu una pagina con un elenco infinito di numeri di caselle vocali, e lì la lampadina si accese. Ogni numero aveva davanti il prefisso internazionale centro-nordamericano +1. Con i battiti del cuore che aumentavano di frequenza compose il numero preceduto dal prefisso e sentì il tono di squillo. Per un attimo fu felice e in panico.

- Risponde la casella vocale numero 2 1 3 3 8 9 1 0 8 3 lasciare un messaggio dopo il segnale acustico - la voce sempre femminile sembrava la sorella di quella che lo aveva gettato nello sconforto di chi è vittima di uno scherzo.

- Francoforte, Radisson hotel, 15 Febbraio ore 12 - disse Alan con il tono più piatto e distaccato possibile.

Riagganciando si chiese se non avrebbe dovuto dire altro, ringraziare o chissà che, ma si rese anche conto di essersi tolto un grosso peso. E si chiese in che modo si sarebbero fatti vivi. Ma ora era tranquillo, ciò che fino ad un minuto prima l'aveva preoccupato ora era svanito lasciando posto ad una sensazione di leggerezza.

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