Il gelo immane che cala, dolce e prepotente, come una lama sanguinaria, fa sì che penetri sempre di più nella Capitale. E che risputando i suoi freddi lamenti di terrore, richiama la sua compagna dagli abissi del Pianeta, per onorarla di un vasto succulento genocidio di massa.
E che tu creda ai cieli, all'inferni abissali e alle moltissime fedi, sorte dall'alba dei tempi, il maestro Tempo ha scelto la sua ora avvenire. Con l'esclusione che tu possa scegliere di sopravvivere in un vuoto illusorio, senza giorni e tempo a determinarti ciò che tu sia realmente. E udendo il canto delle sirene, sensuali e ingannevoli, che trasportando il tuo ultimo respiro alle tombe dell'aldilà perpetuo e indescrivibile, risuonano a picco di frecce e spade come se fossero dei cavalieri carnefici.
«Non ho mai desiderato che questa battaglia fosse arrivata allo sterminio.» Un cavaliere, pensando tra sé e sé, rammenta il giorno stesso della sua partenza per queste terre maledette. «Se fossi stato un contadino, cittadino, oppure uno schiavo, questa fine non conta più a nessuno» freddo il suo pensiero, ma arduo è il dovere davanti al proprio re, per un regno di gloria e speranza «Ahimè! se essere un cavaliere, significhi ottenere rispetto e massacro; perché ottenere questa futile pace con altro sterminio?» I giorni per una speranza inconcepibile stanno per marcire con gli ultimi superstiti.
Sta di fatto che le torri della Capitale, vi stanno per cedere sul suolo colmo di mortali defunti. Al solo impatto, il terreno potrebbe scatenare un immenso terremoto che devasti la Capitale. Ma questi valenti cittadini e contadini, spodestando il proprio re, non rinunciano alla loro conquista di questo reame andato oramai in rovina.
«Non accresciate le vostre paure, non abbandoniate la speranza di difesa delle torri, e che questi giorni saranno scritti nella storia infinita!» la contadina Lena, disposta a sacrificare tutta se stessa, s'immagina un lume di speranza per questi giorni infernali. «E siamo disposti a difendere ciò che è nostro di diritto, poiché è stato proprio il nostro re a scappare da questa dimora impenetrabile.»
Non abbassando mai la guardia, incita i suoi fedeli compagni a difendere il loro bottino di guerra. E se Severi decimo fosse rimasto a combattere contro i propri sudditi? Che cosa sarebbe successo all'intero reame? Tuttavia non voltandosi indietro, il sovrano Severi, osserva dalla sua torre indistruttibile, incendi devastanti e cataclismi sopraggiungere. «E questo che le Madri di Universo hanno predetto? Volevano vedermi morto, oppure hanno fatto sì che questo reame sarebbe crollato, per autoproclamarsi loro stesse sovrane di Swordfire?» Il freddo cuore di Severi è diventato ardente demoniaco. «Queste maledette bastarde hanno distrutto l'arduo lavoro dei miei avi! E adesso siamo» imbestialito, il suo parlare si blocca d'improvviso, fuoriuscendo solamente la nuda e cruda verità che sta succedendo «mi sono sbagliato, non più siamo, ma sono rimasto solo con le mie fedelissimi guardie, a trattare con voi mentecatti di una grandissima boiata di contratti di pace e guerra!»
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«A KINGDOM OF SWORDFIRE» (Original version)
FantasyLIBRO PRIMO DELLE CRONACHE DEL FUOCO DELLA GIUSTIZIA. [Italian version - COMPLETE 1 - 1 Part. / 1 - 2 Part.] «Before the dawn of time, where darkness has always reigned, a new era is about to dawn. In the castle, decorated with crystals and diamond...