TERRA NUOVA
Era sbalordita, infuriata, intimidita e lontana da quella che avrebbe voluto chiamare casa, ma che ormai non sentiva più appartenerle.
Sola, ma anche motivata: ecco come si sentiva.
Era una tempesta di emozioni contrastanti.
Giunsero a destinazione dopo un viaggio di diverse ore, provati dalla stanchezza e colti dall'impaccio di essere sconosciuti.
Arrivarono a casa di lui in Scozia sulle Highlands, dove lei avrebbe vissuto fino alla fine dello stage al suo fianco e dove avrebbero imparato a conoscersi, ma anche a sopportarsi.
Era un tipico paesaggio delle Highlands, dove poter ambientare un racconto delle sorelle Bronte.
La portò con sé a casa e senza troppe cerimonie e ne interesse, le mostrò velocemente le stanze, per poi ritirarsi nel suo studio lasciandola sola in quella casa che pareva così fredda e priva di emozioni, anche se era davvero calda e accogliente allo stesso tempo.
Aveva tanto sognato di visitare quella terra praticamente da sempre, guardandola nei film.
Ciò che la attirava della Scozia, era il suo essere selvaggia, remota e incontaminata, tanto che sembrava le calzasse perfettamente come un paio di scarpe.
Era chiaro che rispecchiasse esattamente come si sentiva dentro.
Rispecchiava la sua anima e i suoi sogni, che per troppo tempo, aveva dimenticato in quel cassetto, ormai impolverato.
Allo stesso tempo, sentiva finalmente l'ebrezza di sentire il vento sul volto, mentre si librava in volo in quella terra nuova, come un passerotto che lasciava il nido.
Faceva freddo fuori e il tempo della Scozia si sa, non è mai troppo clemente, né tanto meno costante: l' aria era umida, anche se non pioveva e la nebbia aleggiava nella brughiera che profumava di torba bagnata di inizio settembre e tutto per ora, era come se lo aspettava, tranne che per l' inaspettata e fredda accoglienza di lui, che l'aveva lasciata in salotto, sola coi suoi pensieri, dicendole di fare come le pareva.
Non era così che lo aveva immaginato.
Non si aspettava di certo grandi cerimonie di benvenuto, ma che almeno si fermasse a conoscerla solo un po', almeno al suo arrivo.
Per il resto ci sarebbe stato tempo, mentre dentro di lei, sentiva crescere una sensazione di estraneità, quasi lui avesse fastidio ad averla intorno.
La casa era comunque grande.
Non avevano di certo problemi di spazio.
Era spaziosa e non si sarebbero intralciati troppo a vicenda.
Era un carino cottage di campagna, con le tipiche basse mura a circondare il giardino, che sembrava riposare durante quelle fredde giornate di fine estate, ormai prossima a lasciar posto ai caldi colori autunnali.
All' ingresso della tenuta due colonne accoglievano verso il vialetto del giardino, conducendo fino alla porta d'ingresso.
La casa era luminosa nonostante il tempo fuori.
La luce riusciva a filtrare imperiosa.
Il camino acceso contribuiva a dare calore alla dimora e non solo riscaldando l'ambiente, ma anche dando una parvenza di protezione, una sorta di bolla entro cui non entrava nulla dall'esterno e nulla poteva far loro del male.
Era come se la casa stessa, li proteggesse entrambi dalle interferenze altrui.
Lui si rinchiuse nello studio e lei era sola in quel dolce cottage.
Era nella terra che per molti anni aveva sognato di calpestare, ma che mai e poi mai, avrebbe pensato di poter vedere coi suoi occhi.
Sedeva sola sul divano in soggiorno, davanti al camino che ardeva solleticando i suoi pensieri.
Eppure sentiva di avere ancora il fiato corto, come se l'aria le mancasse nel petto.
Sentiva il bisogno di uscire, di correre fuori per respirare nuovamente, come se dovesse trovare una sorta di forza interiore per poter resistere a quell' indifferenza così inaspettata che aleggiava in casa.
Si voltò verso la porta d' ingresso, verso la luce che filtrava e tutto un tratto il suo respiro cominciò a farsi pesante, sempre più corto ed accelerato.
Le nocche delle mani si fecero bianche, allo stringere la seduta del divano e il cuore le batté sempre più forte.
Si sentiva come una tigre in gabbia e così, la tensione e l'istinto le suggerirono di alzarsi e dirigersi verso la porta per respirare.
Ma una volta lì, si fermò solo un istante per guardare in fondo il vialetto e senza nemmeno pensarci troppo, richiuse la porta alle sue spalle e si diresse fino alle colonne del muretto, per poi continuare, risalendo il pendio della brughiera alle spalle della casa.
Corse più che poté.
Lasciò andare le gambe come se non ne avesse più il controllo.
Si lasciò semplicemente trasportare, finché il fiato si fece corto per respirare a pieni polmoni.
Si lasciò cadere sull' erba umida, ascoltando solo ciò che la circondava mentre gli occhi si riempivano di lacrime, felice per dove era riuscita ad arrivare solo con i suoi sforzi, anche se era solo un piccolo passo sul lungo tragitto che si era prefissata.
Era triste per i sacrifici che aveva dovuto fare per poter essere lì, ma sentiva comunque la solitudine e un velo di tristezza dentro al cuore, perennemente presenti.
Sapeva in ogni caso, di essere sulla strada giusta e il futuro era davanti a lei. Doveva solo allungare le mani per afferrarlo e farlo suo.
In quel momento, era solo lei e la sua amata Scozia
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COME NELLE FAVOLE, PER SEMPRE. SIR E FENICE
RomanceScozia, giorni nostri. Lui, un cinquantenne titolare di una squadra di corse automobilistiche, vedovo e costretto sulla sedia a rotelle dopo un incidente, accetta di fare da tutor per uno stage di lavoro presso il suo team ad una ragazza poco più ch...