38. INASPETTATO

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INASPETTATO

La serata passò rapida e leggera.

Al rientro in hotel, lei intendeva dirigersi verso la camera che lui le aveva riservato, con l' intento di prepararsi per la notte.

Lui non glielo permise, perché fin dalla salita al piano in ascensore la trattenne su di sé, baciandola e impadronendosi di ogni cellula del proprio corpo.

"Ti voglio."

Le disse.

La attirò a sé e con la bocca conquistò la discesa sul suo collo fino alla scollatura.

Le porte dell' ascensore si aprirono.

La condusse nella camera dove lui si era preparato per lei.

Una volta dentro, la fece sedere ai bordi del letto.

Quando lei fece per abbassare la zip del vestito, lui la bloccò.

"Non toglierlo. Voglio che questo vestito profumi di sesso. Voglio che profumi di noi."

Lei gli sorrise.

Poi la guardò intensamente negli occhi.

"Sei la donna più bella ed eccitante che abbia mai conosciuto. Non ne avrò mai abbastanza di te. Sii mia, accetta di essere mia."

"Non c'è mai stato un momento in cui non mi sia sentita tua. "

La baciò avidamente, prima di sfilarsi i vestiti rimanendo a petto nudo, mentre lei si godeva quella visione selvaggia.

Le infilò le mani sotto la gonna dell' abito, risalendo su per le gambe fin sopra i fianchi.

Afferrò i suoi slip e li fece ridiscendere per le gambe, fin sotto i piedi che ancora calzavano le piccole ballerine di tartan.

"Lasciati andare."

Lei lasciò che lui la guidasse.

Le pose la mano sul suo ventre e la spinse a sdraiarsi.

Le divaricò le gambe e sollevandole la gonna, rivelò la sua intimità.

Con l' indice risalì la pelle finché si fece conquistare dall' eccitazione e raggiunse con il viso il centro della sua carne pulsante, iniziando a disegnare movimenti con la lingua.

A quel punto le mani di lei cercarono il contatto delle mani di lui.

Lui allungò le sue verso le dita di lei, intrecciandole fra loro.

La lasciò però insoddisfatta, ancora affamata di lui quando si staccò da lei.

Lei si rialzò a sedere e si fiondò sulle sue labbra.

"Ti voglio. Fai l' amore con me. "

"Vorrei regalarti la Luna ma tu ti accontenteresti di un isola deserta..."

"E farei solo l' amore con te, ogni minuto che ci verrebbe concesso di stare insieme."

"Amami, come la prima volta, bambina. "

Lo baciò appassionatamente, lasciandosi esplorare dalle sue mani e dai muscoli di quel corpo massiccio.

Lui si sistemò sul letto invitandola a cavalcarlo.

Lei sollevò la gonna dell' abito e si mise lentamente sulla sua carne rigonfia e invitante, che reclamava il diritto di possederla.

Iniziò ad ondeggiare ritmicamente, aumentando sempre più l' andatura, finché il piacere pervase i loro corpi eccitati e lei si abbandonò sul suo petto, mentre ancora ansimava per ciò che lui le faceva provare.

"Dicevo sul serio prima: accetta di essere mia. Sposami, sii mia moglie!"

"Smettila di scherzare. Non è divertente."

"Chi ha detto che scherzo. Seriamente."

Lui si tirò su costringendola a guardarlo, passandole la mano sulla guancia.

"Fenice, sposami!"

Lei non disse nulla. Si abbandonò sul suo petto caldo e confortante e pianse lacrime, come non ne versava da mesi ormai, da quando la sua vita si era ribaltata completamente, arrivando a casa di un completo estraneo freddo e distante, per poi rivelarsi un uomo romantico, innamorato e folle.

Ripensò a tutte le volte che aveva trovato salvezza e conforto su quel petto, diventato tanto famigliare e fin troppo indispensabile per poter passare notti serene.

Non riusciva nemmeno a pensare di ritrovarsi sola, senza quel porto sicuro, sorto su quel corpo caldo.

"Guardami Fenice. Ti amo con tutto me stesso. Tu sei il mio domani e vorrei tanto che tu ne facessi parte."

COME NELLE FAVOLE, PER SEMPRE. SIR E FENICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora