32. DUBBI

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DUBBI

La mattina dopo si svegliarono presto.

Le disse di portarsi solo il necessario, dato che aveva già predisposto tutto per il loro arrivo, all' insaputa di lei.

Salirono sul Jet e decollarono verso Londra, atterrando poco più di un ora dopo.

Con loro, era presente anche Angus che all' arrivo, prese l' auto già pronta che li condusse a un hotel raffinato vicino ai pressi della serata.

Quando giunsero a destinazione, lei chiese quanto fosse costato soggiornare in quella struttura.

Ma lui rispose solo:

"Non è di questo che ti deve importare, ma di procurarmi piacere! Giusto? E anche continuare a portare ottimi risultati per me e per il team, oltre che per te stessa."

Fecero il check-in e inaspettatamente lui le pose una chiave elettronica in mano.

"Io sarò nella stanza accanto se avessi bisogno di qualunque cosa, non esitare a chiamarmi. Troverai tutto ciò che ti serve in camera."

Lei, indignata rispose:

"Cosa? Camere separate? Pensavo che saremmo rimasti insieme!"

Lui la fece avvicinare al suo viso.

"Tranquilla. È solo fino a quando andremo alla festa. Voglio stupirmi di quanto tu sia stupenda, vedendoti scendere da quelle scale vestita come una dea, mentre tutti ammireranno la mia ragazza, invidiosi di non poterla avere. Stasera dormirai con me come sempre. Non preoccuparti."

Lei lo agguantò per la giacca, lo avvicinò a sé con cattiveria, minacciandolo.

"Se è uno dei tuoi giochetti, mi rifarò su di te. Non la passerai liscia!"

Lui le sorrise.

"Sei eccitante anche quando ti arrabbi. Voglio vedere che effetto fa, averti addosso con questa rabbia."

Lei non poté fare a meno di ridere.

"Non dubitare di me. So essere anche vendicativa ma non riuscirei a tenerti il muso per più di cinque minuti."

Lui la baciò con ardore prima di dirle:

"Io ho un incontro d' affari qui sotto fra poco, ma sarò pronto per dopo. Va a farti bella per me. Ti faccio salire qualcosa da mangiare in camera. Ci vediamo qui nella hall alle 17.30 e sarò qui ad aspettarti impaziente di averti di nuovo fra le mie braccia."

Lei ricambiò il bacio.

"Allora a dopo, mio Sir."

Si incamminò verso gli ascensori, aspettando che le porte si aprissero.

Ma poi ripensò alle sue parole e venne assalita da una strana agitazione.

Per istinto, lanciò un'occhiata nella direzione di lui e lo vide dirigersi verso la zona bar, dove intravvide una donna alzarsi dal bancone e andare verso di lui, salutandolo come se si conoscessero da sempre.

Era alta, bionda, ben vestita e sembrava una donna di successo.

Alla visione di quella donna che lo salutava con gran confidenza, le si strinse lo stomaco e si sentì avvampare.

In quel momento il suono delle porte aperte la fece rinvenire.

Improvvisamente sentì il forte bisogno di fiondarsi all' interno dell' ascensore e quando si richiusero le porte, assalita dai dubbi, portò le mani al volto, ripetendo fra sé e sé:

"È impossibile, non è da lui. Non mi farebbe mai una cosa del genere..."

Salì al piano, scivolò la carta elettronica della sua camera e abbassando la maniglia, aprì la porta.

COME NELLE FAVOLE, PER SEMPRE. SIR E FENICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora