17. JUDITH E JACOB

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JUDITH E JACOB

Quando giunsero a destinazione, era ormai tardo pomeriggio e il giorno cominciava ad imbrunire.

Era una carina villetta in un viale residenziale, con un giardino sul davanti della casa circondato da una palizzata color noce.

Il piccolo vialetto conduceva all' ingresso, limitato ai lati da cespugli variopinti a fare da bordura.

Nell' insieme era tutto tipicamente scozzese.

Lei scese dall' auto, ma non fece in tempo a scendere, che alle sue spalle il rumore di una porta aperta e il saluto di una donna squarciarono la quiete nell'aria.

Lei si voltò e vide una donna sulla cinquantina, tappetta e rotonda che scendeva lungo il vialetto della villetta.

Era una vispa signora alla cui vita portava un grembiule da cucina, mentre si asciugava le mani con uno strofinaccio e dirigendosi verso di loro.

"Oh, Dio del cielo! Ci voleva l' arrivo di questa ragazza per poterti finalmente decidere a venire a trovarci? Per la miseria, tesoro. Spero che questo bruto non ti abbia nutrita a cibo precotto!"

Poi si gettò verso di lei e come se la conoscesse da sempre, la strinse in un forte abbraccio inaspettato.

Lei presa alla sprovvista, le sorrise e ricambiò quell' abbraccio caloroso che sapeva di casa.

Mentre gustava quel inaspettato gesto, cercò lui, che non poté fare altro che fare spallucce.

"A dire il vero preparo io per tutti e due!"

Senza saperlo quelle parole scatenarono un putiferio nella donna, che imprecò verso di lui.

"Rozzo di uno scozzese! Adesso le fai fare anche da colf personale? Meriteresti una strigliata alla vecchia maniera!"

Poi la donna si distaccò da lei, si avviò verso Angus, intento a prendere le borse dal bagagliaio.

Strigliò per bene anche lui.

"Angus, anche tu ogni tanto potresti venire più spesso con Anne e i bambini, no? Vieni, stasera resti anche tu e non si discute!"

Lui la salutò, abbracciandola:

"Salve Judith, mi fa molto piacere vederti, ma non posso restare. Ho promesso ad Anne che sarei rientrato."

"Oh, non fare storie. Almeno porta un po' di arrosto a casa e salutami tanto i piccoli."

Voltandosi verso di lui, Judith cambiò espressione con fare giocoso:

"Forza vecchio burbero, vieni dentro che poi sistemo anche te."

Questo scatenò un sorriso sul viso di lui.

Poi Judith prese sotto braccio lei e Angus e li accompagnò lungo il vialetto fino alla porta d' ingresso, chiamando il marito:

"Jacob sono arrivati!"

Improvvisamente si fermò. Oh per il Dio del cielo. Non mi sono presentata. Sono Judith cara e dammi pure del tu."

Mentre pronunciava quelle parole un uomo poco più anziano di lei, alto e snello, si affacciò alla soglia della porta.

"Ma che bellissima visione! Ora capisco come mai, non si faceva vedere qui. Era impegnato a tenere tutta per sé questa bellissima fata! Cara, sono..."

Non fece in tempo a pronunciare il suo nome che lei sorpresa di chi si era ritrovata davanti, continuò:

"Oh cavolo voi siete Jacob e Judith Steward. Come ho fatto non riconoscervi! Sono onorata di conoscervi."

Judith trascinò con sé lei e Angus:

"Al bando i convenevoli tesoro. Sei a casa ora. La cena è praticamente pronta. Aspetta solo noi."

Un passo dopo l' altro, lei si girò verso lui, fermo all' inizio del viale che la guardava con un sorriso da un orecchio all' altro.

Lei sorridendo, mimò con le labbra:

"Grazie."

Poi sparirono tutti dentro casa, rapiti da Judith.

COME NELLE FAVOLE, PER SEMPRE. SIR E FENICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora