28. A LAVORO

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A LAVORO

Quando furono tutti dentro il team continuò ad esultare applaudendo soprattutto lei, che aveva avuto il coraggio e la grande sfacciataggine di rivelare a tutti ciò che loro due erano, mentre lui la tirò a sé facendola sedere su di sé e baciandola ancora con trasporto e un urlo si levò nel box.

"Sei pazza. Più pazza di me, diamine. Prima ti nascondi, hai paura a mostrarti e poi mi baci davanti a tutti fregandotene di come potrebbero ritorcersi contro di te. Sei completamente pazza."

Lei lo baciò ancora.

"Sei stato tu ad insegnarmi."

"Fra le lenzuola del mio letto e il divano di casa nostra!"

Quando si acquietarono gli applausi, James disse:

"Dunque è per questo che non ti sentivamo. Avevi di meglio da fare. Ora riusciamo a capire tutti. Ora la domanda è: non c'è niente nel contratto che potrebbero usare contro di voi ma potrebbero inserire il divieto di ingresso ai visitor al paddock. Oggi sei riuscita a venire ma potrebbe essere più difficile più avanti. Secondo me, dovremmo proporre un contratto della scuderia esterno alla federazione prima che possano mettere in atto qualunque tipo di restrizione al regolamento per l' ingresso al paddock, per poter permettere il tuo ingresso come staff."

Lui aggrottò la fronte e si voltò a guardarla. Poi pose la sua attenzione verso James.

"Prepara la stesura del contratto, non voglio assolutamente che vengano a comandare su chi assumo nel mio team."

James lo informò che avrebbe dovuto preparare una dichiarazione per la stampa nel caso in cui avessero fatto domande, anche se gli suggerì un secco "no comment", in vista di una più che sicura indagine della federazione.

Ma prima di mettersi in opera, James si avvicinò a lei, le pose la sua mano per una stretta e si congratulò con entrambi.

Poi disse:

"Benvenuta fra noi, Tempesta. Forza vieni, si lavora. Abbiamo un week-end di gara da pianificare."

Lei si voltò verso di lui che le diede il suo benestare.

James continuò:

"Sei riuscita a scombussolare tutto il circus."

Un ultima esultazione e tutti tornarono al proprio posto.

Si stava dirigendo verso il motor-home in compagna di James, quando vide nel paddock Liam che la guardava ammirato dal suo coraggio che aveva dimostrato.

Lei si fermò un secondo, sorridendogli e Liam le alzò il pollice in segno di approvazione sorridendole di rimando.

Il week end passò in fretta come un uragano in tempesta, scombussolando tutto ciò che incontrava.

Furono giorni movimentati quelli in Russia.

Ma non fu soffocato il clamore di quel bacio nel paddock.

La federazione cercò di indire un indagine per condotta indecorosa su loro due ma esattamente come previsto da James, non riuscirono ad appellarsi a nulla, quindi fecero ritorno in Scozia.

Passavano le giornate sempre uno a fianco dell' altra tra studio, viaggi e momenti di intimità.

Lei si fece sempre più strada, ricevendo l' approvazione per ciò che stava dimostrando.

Poi vennero i giorni in cui si dovette presentare per sostenere il primo esame di abilitazione che, neanche a dirlo, superò brillantemente.

Fino a Dicembre quando sostenne quello che le avrebbe dato la possibilità di fare il suo ingresso effettivo come organico nel team al paddock e non più come visitatrice.

Era nervosa, tanto.

Aveva paura perché quello era uno dei test più importanti che avrebbe dimostrato che quando era in compagnia di lui, non passavano il tempo solo a coccolarsi fra tenere carezze e baci infuocati.

Quello era il test che dimostrava il valore di tutor di lui e la serietà di lei nello studio e impegno come stagista.

Neanche a volerlo, il giorno fissato per il test, era proprio 2 settimane prima del grande galà di fine stagione a Londra, dove sarebbero state fatte le premiazioni di rito del campionato.

Lui le aveva detto che saputo dell' esito, avrebbero festeggiato come dovuto, in cambio della promessa di lei di accompagnarlo al galà come sua ragazza ufficiale.

Con timore, entrò nervosa ad affrontare il test.

Gli aveva chiesto di aspettarla fuori, quando ne sarebbe fuoriuscita.

Ci vollero oltre due ore prima di vederla uscire.

Era tesa e in preda alla frustrazione.

Gli chiese di accompagnarla a casa, ma lui non lo fece.

Aveva preparato una sorpresa per lei, qualunque fosse stato l' esito.

Così la fece salire in macchina e cominciarono a risalire il paese. Le disse solo che non sarebbero tornati a casa.

Non voleva passare i giorni che restavano per conoscere l' esito del test a casa.

Avevano lavorato entrambi duramente per ottenere risultati più che soddisfacenti.

Ora sentiva giusto, che entrambi si godessero un po' di meritato riposo.

Lontano dal clamore mediatico, dalla gente, dalla civiltà e da ogni tipo di interferenza.

Quindi quando gli chiese dove stettero andando, le rispose:

"Tra sogno e realtà."

COME NELLE FAVOLE, PER SEMPRE. SIR E FENICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora