FIDUCIA
Restarono nel letto a godersi la mattina ormai inoltrata.
Avvinghiati insieme.
Studiandosi in centimetro di pelle.
Cercandosi con le mani, con le dita, con gli occhi, con la bocca, intrecciando le gambe fra loro.
Lei si abbandonò a lui, dimenticando tutte le paure, le ferite, le battaglie e le tempeste che l' avevano condizionata fino ad allora.
Non sapeva perché, ma il suo istinto la spingeva a rischiare, nonostante tutto.
La stanza pullulava di desiderio come farfalle che svolazzavano su di un prato fiorito al sole di primavera.
Tra una carezza e un dolce bacio, lei si lasciò trascinare da quelle emozioni e tutta quella sensazione provocava loro l' accelerazione del battito del cuore.
Fece scivolare la mano con cui si era ancorata a lui, sulla sua pelle nuda scolpita sui suoi muscoli, sulle spalle e sui fianchi.
A ogni suo movimento, lui dovette combattere contro demoni infernali per resisterle, per resistere al suo tocco e a tutto quello che gli procurava.
Sapeva che se avesse voluto che lei si abbandonasse a lui, avrebbe dovuto costringersi di darle tempo e spazio, così da permettergli di entrare nella sua testa, nel suo cuore e poi permetterle di accoccolarsi fra le sue braccia che la avvolgevano trepidanti.
Se fosse riuscita a lasciarsi conquistare da lui, lei lo avrebbe lasciato entrare in quella sua nebbia buia.
Avrebbe potuto vedere le ferite che si portava dentro e forse gli avrebbe permesso di toccarle e guarirle magari.
Forse un giorno si sarebbero tramutate in cicatrici che, anche se si sarebbero viste, non le avrebbero fatto più male.
Solo il rintoccò della pendola nello studio che annunciava le nove di mattina, li fece tornare alla realtà.
Lei alzò il viso verso lui.
"Abbiamo fatto tardi!"
Lui non voleva proprio aprire gli occhi per non smettere di sognare.
Non voleva lasciarla andare.
Dovette costringersi.
Così si stropicciò la faccia con la mano.
"Non ne avrei proprio voglia, ma dobbiamo alzarci davvero. Fra poco Angus sarà qui. Gli ho detto di venire alle 10."
Lei tornò coi piedi a terra.
"Cavolo, me ne ero dimenticata della spesa."
"Starei qui se potessi, ma dobbiamo alzarci ragazza. La tua lista? È pronta?" chiese lui.
Lei annuì.
Alle dieci in punto, Angus fece il suo ingresso in casa.
"Buongiorno Miss."
"Buongiorno Angus. Lui è al telefono nello studio. Posso offrirti qualcosa?"
Scuotendo la testa, Angus rispose:
"No grazie Miss, sono a posto. Avviso che sono pronto."
Lei tornò alle stoviglie nel lavello.
Dopo alcuni minuti, si avviarono all' auto dove li attendeva Angus.
Fecero quel tragitto che li separava della parte affollata della città.
Fecero la spesa con calma, aggirandosi senza fretta fra gli scaffali, osservando praticamente ogni cosa.
STAI LEGGENDO
COME NELLE FAVOLE, PER SEMPRE. SIR E FENICE
RomanceScozia, giorni nostri. Lui, un cinquantenne titolare di una squadra di corse automobilistiche, vedovo e costretto sulla sedia a rotelle dopo un incidente, accetta di fare da tutor per uno stage di lavoro presso il suo team ad una ragazza poco più ch...