11. RISVEGLIO

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RISVEGLIO

La luce calda del sole faceva timidamente capolino nella stanza e faticava ad irradiarsi fra le fibre del tendaggio alla finestra.

Nonostante questo, la stanza venne colorata della luce riflessa delle tende, dando un atmosfera trasognante, come se fosse sospesa fra due mondi.

Lentamente, lei aprì gli occhi e per un attimo soltanto, rimase a fluttuare in quella dimensione sospesa nel tempo.

Se ne stava distesa su di un fianco, con le mani che ricadevano senza peso sul cuscino sotto la sua testa.

Aveva il volto segnato dalla notte passata.

Gli occhi gonfi, faticavano a sopportare la flebile luce del sole.

Si strofinò il volto per svegliarsi ulteriormente.

Poi guardò la porta di fronte a lei, quasi se lo aspettasse lì, quasi sperasse di vederlo accanto al letto, ma lui non era lì, lui non c'era.

Sopraffatta dalla delusione provocata dalla sua assenza, si arrese abbassando lo sguardo e gli occhi ricaddero su di un piccolo bocciolo di cardo appoggiato sul comodino accanto al letto.

Accanto c' era anche un piccolo biglietto segnato a penna.

Lo prese e con grande sorpresa le parole scritte fecero in modo che gli occhi e la sua mente, ne fossero rapiti.

Sentì nuovamente le lacrime affacciarsi negli occhi, richiamando il tumulto emotivo di quella notte.

Lo rilesse e questa volta un piccolo sorriso fece capolino timidamente sulle sue labbra, poi lo rilesse ancora una volta, quasi non credeva di aver letto quelle parole.

Nella sua mente risuonarono le parole di lui scritte a mano. Ancora e ancora.

Lanciò uno sguardo in direzione della porta, quasi per chiedersi se tutto fosse realmente accaduto.

"Sarò sempre qui per te."

Prese il cardo fra le dita: ruvido eppur colorato, pungente eppur così bello e selvaggio da non poter fare altro che farsi attrarre a sé.

Si sedette ai bordi del letto continuando a tenere in mano quel fiore selvatico, facendolo danzare tra le dita.

Era stata un lunga notte difficile, combattuta contro sé stessa e le sue ombre interiori, la prima notte, forse davvero da sola.

Si voltò verso la finestra, intravvide il pendio della brughiera alle spalle del piccolo cottage, illuminata dal sole mattutino.

L' erba autunnale luccicava di rugiada colpita dai raggi tiepidi.

Si avvicinò alla finestra e scostò per bene le tende.

Fissò quel paesaggio ancora estraneo seppur tanto cercato.

Non poté fare a meno di abbozzare un piccolo sorriso ripensando alla sua mano, che impugnava la stilografica nel suo studio, mentre trascriveva quelle parole così cariche di significato.

Fece un grosso respiro, asciugò il viso e cercando di ricomporsi.

Nascose il cardo nelle fibre di un fazzoletto di cotone, riponendolo nel comodino.

Una volta pronta, appoggiò la mano sulla maniglia, colta da un attimo di esitazione.

Poi raccolse il coraggio per affrontare quel nuovo giorno e finalmente uscì dalla camera, percorrendo i pochi passi che portavano in cucina.

Lo vide al tavolo con una mano che reggeva la tazza da cui sorseggiava il suo tè mattutino, mentre con l' altra sosteneva il tablet.

Di fronte alla sedia dove aveva preso posto lei la sera prima, lui aveva posto una tazza, che attendeva di essere riempita.

COME NELLE FAVOLE, PER SEMPRE. SIR E FENICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora