31. SI FESTEGGIA

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SI FESTEGGIA.

Lui replicò:

"Togliti tutto. Voglio vederti nuda, davanti a me e divarica le gambe..."

Lei non intendeva disobbedire, perché non ne aveva nemmeno la volontà.

Lentamente si tolse la maglietta, rivelando il seno duro e sodo, poi si spostò sul piumone fra le gambe di lui e mentre indietreggiava, abbassava il pigiama e gli slip, facendoli scivolare lungo le cosce.

Si ritrovò davanti a lui divaricando le gambe e rivelando il suo corpo sensuale di donna.

Lui la guardava come un peccato tentatore, uno di quelli che non hai altra scelta che commettere.

"Sono in Paradiso, sono morto e tu sei il mio angelo tentatore..."

Lei intanto faceva correre le sue mani su e giù per il corpo, accarezzandosi e raggiungendo i punti più erogeni, navigando fra i capezzoli e il suo inguine.

"No Mio Signore. Sono il tuo peccato capitale."

"Allora sono un peccatore senza possibilità di redenzione."

Poi ordinò.

"Toccati bambina!"

Lei cominciò ad abbassare una mano sul suo ventre proseguendo fino al suo punto caldo fra le cosce.

"Dimmi come mio Sir..."

"Immagina che siano le mie dita su di te. Dalle la possibilità di esplorati, a fondo..."

"Vuoi che mi tocchi qui?"

Portò le sue dita sul suo clitoride e un piccolo gemito uscì dalla sua bocca quando cominciarono a disegnare piccoli movimenti sulla pelle calda.

Lui, si eccitò a tal punto nel vederla così disinibita, che non resistette a toccarla.

Così si portò verso di lei e, appoggiando il suo palmo sulla sua intimità, percependone il calore e la sua voglia di essere posseduta.

Le dita di lei continuavano a produrle piacere, spingendola ad abbandonare il capo all' indietro, chiudendo gli occhi e facendosi conquistare dall' eccitazione.

Quando lui percepì i suoi lamenti più vicini a raggiungere il piacere, dovette conquistare anche la sua carne più calda: stuzzicò il suo corpo, con le dita fin dove poteva.

Cominciò a aprire e richiudere le dita, mentre lei accelerava sempre più il suo stimolo.

"Continua. Non ti fermare. "

Gli ordinò lei.

E lui adeguò per lei.

"Sei tutta calda e bagnata. Vieni bambina. Lasciami vedere il tuo orgasmo. Lasciati andare."

Con un movimento finale, si lasciò cadere sul letto inarcandosi e lasciandosi andare per lui, che aveva cominciato ad entrare ed uscire sempre più veloce, raggiungendo il limite del suo piacere.

"Grazie mio Sir."

"Grazie a te, mia Fenice."

Quando si ricomposero sotto le coperte, lei pretese di sentire il contatto con la sua pelle e gli tolse tutto.

A lui piaceva sentirla addosso a sé, completamente nudi.

COME NELLE FAVOLE, PER SEMPRE. SIR E FENICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora