39. ROTTURA

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ROTTURA

Non gli rispose.

Si ricompose accanto a lui, appoggiando la testa sul suo braccio.

Baciò quel petto che amava perdutamente.

Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi, finché non fu presa dalla stanchezza fra le lacrime e si addormentò al caldo delle sue braccia.

La mattina seguente, si alzò presto.

Cercò di non fare rumore, ma lui si svegliò comunque.

"Dove vai? È ancora presto."

"Non riesco a dormire. Faccio una doccia e mangio qualcosa."

Lui percepì una nota di strano distacco nella sua voce.

La prese per il polso e le chiese:

"È tutto ok? È colpa mia, ho esagerato! Ti ho fatto una proposta da schifo. Lascia perdere. Dimenticata tutto, ma resta con me. Vieni a letto."

"No, tranquillo è tutto ok. Ho solo mal di testa."

"Sai che faccio? Vengo con te. Facciamo colazione insieme e torniamo a casa nostra a coccolarci sul nostro divano."

"No riposa ancora un po'. Faccio le valige in camera mia e torno. Faccio presto."

"Sicura che è tutto a posto? Mi sembri distante da quando siamo rientrati".

"Tranquillo. Ci metto poco."

Si alzò, prese il telefono e uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle senza nemmeno voltarsi.

Entrò nella sua camera e sul tavolino davanti al letto, trovò una busta chiusa.

Si voltò a guardare la porta, come se avesse avuto l' impressione che qualcuno fosse entrato in camera.

Poi riguardò la lettera, la prese in mano e la aprì.

Ne estrasse un biglietto con un numero di telefono.

Timorosa alzò la cornetta del telefono della stanza, compose il numero e attese.

Dopo due squilli rispose una voce maschile dall' altra parte.

"Era ora che mi chiamassi? Mi pare di capire che sei stata impegnata questa notte."

Lei si spaventò nel riconoscere la voce al telefono, al punto da riagganciare la cornetta.

Dopo quel momento di paura, si fece forza e ricompose nuovamente il numero:

"Per questa volta lascerò correre. Farò finta che sia caduta la linea."

"Cosa vuoi Harris?"

"Voglio che mi consideri un amico. Ho delle informazioni sul tuo uomo perfetto. Credo sia giusto che tu le conosca e sarei felice di mostrartele, se accettassi di incontrarmi. Sono al bar qui sotto. Hai 2 minuti, dopo di ché eliminerò tutto e non saprai più nulla. Decidi tu se vuoi conoscere la verità."

Riagganciò la cornetta e la comunicazione si interruppe.

Lei sentì un pugno allo stomaco.

Sentiva che era sbagliato dare retta ad un uomo come Harris, ma sapeva anche che se c' era una qualunque possibilità che lui le nascondesse qualcosa, forse poteva essere l' unica occasione di scoprirla.

Si fece coraggio e scese di sotto.

Arrivò in punta di piedi.

Vide Harris, seduto su uno sgabello con una tazzina di caffè in mano.

COME NELLE FAVOLE, PER SEMPRE. SIR E FENICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora