Capitolo 6-Simona

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L'aveva accompagnata a casa ed era rimasto con lei fino a che non si era addormentata. Guidando per tornare indietro le parole di Simona gli rimbombavano nelle orecchie. Che tipo di rapporto era il loro? Due anime disperate che avevano cercato nell'altro un'ancora di salvezza?
Due persone ferite che cercavano di annullare il dolore in ogni modo possibile?
Non avrebbe mai retto una relazione basata sulla dipendenza, non poteva lui essere quella persona a cui appoggiarsi per non annegare, anche perché lui stesso stava annaspando per non andare a fondo e avrebbe inevitabilmente trascinato anche lei.
Un'altra persona da far soffrire, un'altra scelta sbagliata.
Con quante ancora si sarebbe dovuto scontrare? Quante altre cose aveva cercato di dimenticare?
Si sente mancare il fiato e deve fermare la macchina, cercando di respirare a fondo.
Forse sta veramente impazzendo e l'unica alternativa è rivolgersi ad uno psicologo per capire se il suo cervello non abbia smesso di funzionare volutamente, forse solo così potrebbe riprendere possesso dei propri ricordi, ma è veramente sicuro di volerlo fare?
Potrebbe esserci qualcosa di così oscuro nascosto nel suo animo che non sa se ha voglia di affrontarlo.
Per ora sta cercando di sopravvivere, di galleggiare in superficie, di non sprofondare troppo nel dolore, perché lo sa che nell'oscurità che nasconde il suo stomaco c'è qualcosa di orribile, ancor più doloroso di aver perso un figlio e allontanato volutamente Giulia da sé.
Ormai gli è chiaro che l'abbia fatto con intenzione, pur sapendo il male che le andava a provocare.
Perché?
Cosa mi ha spinto a ferire in modo così spietato la persona che più amavo al mondo?

Non riesce a darsi una risposta e questa cosa lo ferisce più di ogni altra cosa, ancor più di non averla accanto. Quella notte viene avvolto da un sonno senza sogni, spossato dalle emozioni della giornata. Il mattino dopo si sveglia con un umore migliore della serata precedente, ha l'incontro con Alex e questa prospettiva lo rende euforico, decide di passare prima a casa di Simona, ci sono delle questioni rimaste in sospeso che deve chiarire con lei.
Gli apre la porta ancora in cannottiera e pantaloncini, i piedi scalzi e lo sguardo leggermente gonfio, come se si fosse appena svegliata.

"Sei gentile a passare per vedere se sono ancora viva, non devi preoccuparti, sopravviverò, ci sono abituata."

Si sposta per farlo entrare, precedendolo in cucina ed andandosi a sedere, accavallano le lunghe gambe nude.

"Volevi qualcosa? Ah no, tu sei quello che non ha bisogno di nulla, neanche il sesso ti è mai interessato molto alla fine, sembrava quasi che lo facessi per farmi un favore."

"Volevo parlare con te, sapere come stai."

Simona allunga la mano sul tavolo per afferrare il pacchetto di sigarette ed accendersene una, sorridendo.

"Questa domanda me l'hai fatta spesso e sembrava ti interessare veramente saperlo. Sei sempre stato diverso dagli altri, ho creduto veramente ci potesse essere un futuro per noi, anche se ho sempre saputo che non mi amavi, che amavi lei, e non capivo cosa ti avesse spinto a lasciarla, così da un giorno all'altro. Ti sei interessato a me e hai cercato di proteggermi e farmi stare bene, fino ad oggi.
Non so cosa sia cambiato, ma lo vedo dal tuo sguardo che non c'è spazio per me, forse non c'è mai stato, forse è stata tutta un' illusione."

Giovanni sente che lei abbia ragione, che qualcosa deve essere cambiato in lui, che non è solo il fatto di non avere memoria di loro, non c'è più spazio per qualcosa che non gli faccia tremare i polsi, sopratutto dopo il bacio con Giulia.

"Mi spiace, non posso prenderti in giro, non lo meriti. Mi interessa veramente sapere come stai e ho voglia sul serio di starti vicino, come amico però. Non ho nulla da dare ora di diverso, ho bisogno di fare chiarezza in me."

Simona spegne la sigaretta nel posacenere, giocherellando con il pacchetto, evitando il suo sguardo.

"In fondo lo sapevo che sarebbe finita così, eppure hai saputo comprendermi e starmi vicino, dovrei essere incazzata ed invece sono solo triste. Si sa, le cose belle finiscono. Perché proprio ora, cosa è cambiato in te? Perché l'hai rivista?"

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