Avevano trascorso dei giorni quasi irreali, alla scoperta della città che era sempre stata nei loro sogni, trovandola ancora più magica di come la immaginassero. Erano riusciti a visitare tutte le mete che si erano prefissati e la sera andavano alla ricerca dei locali più caratteristici dove cenare, assaporando tutti i gusti più diversi, senza precludersi niente, anche quello che non piaceva.
Per tutta la settimana avevano continuato a dormire assieme, come la prima notte, stanchi e sfiniti per le giornate intense trovavano rifugio uno nelle braccia dell'altro, con la paura di rompere quell'equilbrio fragile che si era creato. Era tutto perfetto, ma entrambi sapevano che sarebbe finito una volta tornati a casa, perché tutte le sensazioni che avrebbero dovuto provare, erano rimaste in superficie, per la paura di andare troppo a fondo. Era come galleggiare su un mare lucente e in apparenza placido, sapendo che appena sotto la superficie si nascondono dei vortici che potrebbero risucchiarti solo se provi a cambiare posizione, fino a trascinarti in quel l'oscurità senza fine. E loro non si muovevano, consapevoli che in quella melma ci erano rimasti incastrati. E quella vicinanza dei loro corpi, appena prima di abbandonarsi al sonno, altro non era che il tentativo estremo di illudersi che quell'iddilio potesse durare per sempre.
Entrambi sapevano che qualcosa sarebbe dovuto accadere.
L'ultima sera di quel soggiorno Newyorkese, Sangio l'aveva convinta ad andare in un karaoke bar, dove avrebbero potuto ascoltare musica, ma non l'aveva messa al corrente che era intenzionato a trascinarla sul palco con lui, per esibirsi.
Nessuna li conosceva, nessuno sapeva chi fossero e che passato avessero, potevano essere liberi di salire su quel palco e cantare insieme, come una coppia qualsiasi."Non avrai intenzione di portarmi li vero? Ci guarderanno tutti e poi non so cantare."
"Dai, è per divertirci, non bisogna saper cantare, facciamo questa cosa insieme."
Insieme, quella parola che le è mancata per troppo tempo, quando pensava che non sarebbe riuscita nemmeno a respirare senza pensare che qualsiasi muscolo che andava a muovere sarebbe stato per fare qualcosa senza di lui.
Certi giorni riusciva ad affrontarli solo facendo finta che lui fosse partito, per andare in qualche posto così lontano che il telefono non prendeva, allora riusciva a tirarsi fuori dal letto ed affrontare un briciolo di quotidianità, tanto prima o poi sarebbe tornato. Ed ora era realmente lì accanto, ma in fondo era come se non lo fosse, perché non erano riusciti a dirsi che tutto il male che si erano fatti aveva avuto un senso, li aveva portati da qualche parte.Dato che non le aveva risposto, l'aveva presa per la mano e letteralmente trascinata sul palco, porgendole il microfono, prima che potesse protestare.
Erano partite le note di una canzone di Ed Sheeran, che entrambi conoscevano, e lui l'aveva guardata sorridendo, invitandola a cantarla con lui.
Aveva provato a seguirlo e a stare sul tempo, ma proprio non le riusciva, avevano finito la canzone ridendo e guardandosi negli occhi, come due ragazzini, strappando anche qualche debole applauso.
Usciti dal locale si erano incamminati verso Central Park, con il solo desiderio di far durare il più a lungo possibile quell'ultima notte."Non è vero che non ricordo nulla di quella sera."
Aveva interrotto il silenzio con le sue parole, che l'avevano colpita, facendole tremare la schiena.
"Quale notte?"
"Nella mia macchina, quando ti ho detto quelle cose. Non ricordo le parole esatte, ma sono certo di quale fosse il mio sentimento in quel momento e sono sicuro di non aver smesso di amarti, neanche allora."
Il mondo intorno a lei prende a girare vorticosamente, deve mordere con forza il labbro, per combattere il desiderio di urlare.
"Non voglio sapere niente, ti prego smettila di parlarne."
"Non possiamo fuggire per sempre dalla verità, non so cosa mi abbia portato a quel gesto, non lo ricordo, anche se ho ben impresso nello stomaco il senso di colpa che mi stava dilaniando. Ho bisogno di capire cosa mi abbia portato ad allontanarti, ho bisogno che mi aiuti a ricostruire quei momenti."
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Perso Nel Buio
Fiksi PenggemarSvegliarsi una mattina ed aver perso memoria dell'ultimo anno della propria vita; svegliarsi e trovare tutto cambiato, e non sempre in meglio. Giovanni, il giorno del suo ventitreesimo compleanno, si trova a fare i conti con una nuova vita, di cui n...