Capitolo 27-Piccole Nostalgie

2.1K 99 24
                                    

Risvegliandosi, aveva cercato il suo viso nella penombra ed una languida tenerezza lo aveva scosso fin nel profondo. Dormiva rannicchiata su se stessa, il volto coperto dai capelli che formavano morbide onde a nasconderle i lineamenti e la mano allungata a cercare un contatto con lui, appoggiata sulla sua gamba, quasi volesse non separarsi dalla sua pelle. Dolcemente con le dita cerca di allontanarle i capelli, sistemandoli dietro all'orecchio per poterla osservare, il volto quasi imbronciato, abbandonato al sonno. Sembra una bimba, le labbra appena schiuse che lo invitano a passarci sopra le dita, con lentezza, mentre la sente sospirare. Eppure quella notte si era mostrata in tutta la sua sensualità, facendolo impazzire, in tutto il suo essere donna, in quella femminilità che riesce a far uscire al momento giusto, facendogli perdere la cognizione di sé stesso. Lo aveva guidato a riprendere possesso del suo corpo in ogni piccolo particolare,  facendogli capire cosa le piacesse e cercando di riscoprire quello che faceva impazzire lui, in un gioco erotico che aveva lasciato entrambi desiderosi che non avesse fine.
La sente muovere, portando le mani a stropicciare gli occhi prima di riaprirli, sorridendo al suo volto che la scruta attento.

"Buongiorno, ma non avevi il treno?" Cerca di guardare oltre le sue spalle per leggere l'ora, ma nonostante strizzi gli occhi non riesce a decifrare l'orario sull'orologio appeso al muro.

"Fra due ore, faccio in tempo ad accompagnarti in accademia."

Lei sorride stringendosi a lui, affondando la faccia nel suo petto, lasciandogli piccoli baci, una scia che non può che provocargli quel languore in fondo allo stomaco.

"Se fai così rischio di perdere il treno, mettiti qualcosa addosso che non so quanto possa restare lucido ancora."

Solo allora lei si accorge di essere coperta solo da una cannottiera, che aveva infilato per ripararsi dal freddo, dimenticando di indossare il resto. Si alza e volutamente gli passa davanti lasciando che lui osservi per bene il suo corpo nudo, li dove la stoffa non arriva a coprirla, quasi come una vendetta per quello che si è perso in tutti quei mesi distanti. Sente il suo sguardo addosso con desiderio, ma anche con la consapevolezza di quanto sia fragile tutto quanto e riesce a percepire il fruscio rumoroso dei suoi pensieri.
Si veste per tornare verso di lui, ancora seduto sotto le coperte, che l'ha osservata per tutto il tempo, trattenendo il respiro.

"Mi troverai qui al tuo ritorno, mi mancherai ma sono tanto fiera di te. Hai parlato con i tuoi?"

"Lo farò al mio rientro. In banca mi sono preso le ferie, ma credo che non mi vedranno più in quell'ufficio. Mi aiuterai a dirlo ai miei?"

"Certo, sarò vicino a te."

Neanche se gli avesse detto che lo ama alla follia il suo cuore avrebbe potuto sussultare così forte, perché il suo sostegno in quella che a prima vista può sembrare una pazzia, lo fa sentire amato e compreso oltre ogni dubbio. Non sa quanto meriti realmente quella fiducia cieca nei suoi confronti, può solo ripagarla tentando di porre fine a tutti i ricordi tenuti nascosti, come un segreto da non svelare, che è determinato a tirare fuori dalla sua testa ad ogni costo. E non gli importa quanto gli costerà in termini di dolore, è pronto ad affrontare tutto quanto.

"Mi scriverai ogni giorno?"

"Ogni mattina quando mi sveglio ed ogni istante in cui avrò voglia di sentirti."

"Ti potrò chiamare?"

Guarda il suo viso imbronciato e gli viene da sorridere, ma cerca di trattenersi, conscio che non sono pronti a quel distacco, non ora che si sono appena ritrovati.

"Ogni volta che lo vorrai, ma so già che non avrai tempo per me."

"Mi stai sfidando?"

Ha proteso il viso verso di lui e non può fare a meno di posarle le mani sulle guance per attirarla dolcemente a sé, baciandole la punta del naso.

Perso Nel BuioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora